Alla Fondazione Ferrero di Alba, per “Dal nulla al sogno. Dada e Surrealismo dalla Collezione del Museo Boijmans Van Beuningen di Rotterdam”, a Milano per “Picasso e le Metamorfosi” a Palazzo Reale. Giulio Paolini alla Fondazione Carriero
Dal nulla al sogno…
Non si può non lasciarsi coinvolgere dalla vivacità della mostra immaginata e inquadrata storicamente con molta competenza e passione da Marco Vallora per la Fondazione Ferrero ad Alba (fino al 25 febbraio, www.fondazioneferrero.it). “Dal nulla al sogno. Dada e Surrealismo dalla Collezione del Museo Boijmans Van Beuningen” porta in scena il dadaismo, cioè il nulla, riflettendo il momento storico in cui è nato: gli anni intorno al 1916, quando la guerra sconvolge il mondo e gli artisti si ritrovano a discutere al Cabaret Voltaire di Zurigo, negando all’arte ogni valore. Ecco Picabia, Tristan Tzara, il provocatore, Man Ray, l’uomo raggio della fotografia, Marcel Duchamp, Guillaume Apollinaire, il primo a citare la parola Surrealismo, di cui non vedrà mai il successo. Dal tunnel al sogno: nel 1923 muore il dadaismo e spunta il surrealismo. Entra in scena André Breton, il medico, che studia Freud e l’inconscio ed esalta l’amore pazzo, la libertà di amare senza freni. In mostra opere bellissime, prestate dal museo di Rotterdam, come la spettacolare tela di Dalì “Nuove impressioni d’Africa”. Imperdibile il filmato iniziale che racconta la storia del Dadaismo e del Surrealismo con scene divertenti e illuminanti.
Picasso impregnato di cultura classica?
A sciogliere qualsiasi dubbio sull’interesse di Picasso per la cultura classica, basta visitare la mostra “Picasso.Metamorfosi”a Palazzo Reale a Milano, promossa dal Comune-Cultura, Palazzo Reale e MondoMostreSkira (fino al 17 febbraio, www.palazzorealemilano.it, www.mostrapicassomilano.it, www.mondomostreskira.it).
Il fascino sta proprio nel prospettare al visitatore una serie di confronti tra pezzi antichi e le interpretazioni e reinvenzioni picassiane. “Il pittore”, come amava dire l’artista, ”prende le cose. Le distrugge e al tempo stesso dà loro nuova vita”. Picasso reinterpreta e rivive i miti dell’antichità attraverso i suoi stati d’animo e il momento storico in cui vive. Così, il Minotauro è il mostro dal corpo umano e dalla testa di toro, ma è anche lo stesso Picasso che osserva la sua amante-modella dormire. Picasso era un assiduo frequentatore del Louvre, attirato, in particolare, dalla stilizzazione dei vasi greci. I contorni delle figure geometriche si ritrovano, ad esempio, nelle Demoiselles d’Avignon. Non solo, per le orecchie delle Demoiselles d’Avignon, Picasso si era ispirato a una statuetta abilmente sottratta al Louvre dal segretario di Apollinaire, suo grande amico.
Arte concettuale alla Fondazione Carriero a Milano
L’artista-protagonista non può che essere Giulio Paolini, indiscusso pioniere dell’arte concettuale in Italia. Nella mostra “del Bello Ideale”, fino al 10 febbraio (www.fondazionecarriero.org), l’artista torinese con il curatore Francesco Stocchi, analizza il passato fino ad arrivare alle radici del suo pensiero. La location è straordinaria. La Fondazione Carriero, aperta nel 2015, grazie all’imprenditore e collezionista Giorgio Carriero, ha sede nella Casa Parravicini in via Cino del Duca al 6, uno spazio d’eccellenza, una casa-museo, nel cuore di Milano, che da sola merita una visita. In questa raffinata cornice, dal piano terra al secondo piano, Giulio Paolini ci fa scoprire, attraverso tre percorsi tematici, come nasce il suo percorso artistico, semplificandone cosi la comprensione al visitatore. Al piano terra, “Il ritratto e l’autoritratto” riprendono la concezione di Paolini “un’opera per essere autentica deve dimenticare il suo autore”. Al primo piano, “In superficie” rivela il suo interesse per la geometria, mentre, al secondo piano, “Uno di due”, nello spettacolare salone affrescato del palazzo, il mito e il classico intervengono, avvertendoci che frammenti di colonne, statue e gessi, sospesi nel tempo, sono fonte d’ispirazione e di meditazione per l’artista.