Questa è una storia fuori dal comune: come ci si sente a spegnere le candeline del proprio 1501-esimo compleanno?
di Leonardo Felician
Il 1 agosto del 517, contravvenendo alle regole dell’ordine, un frate amanuense annotò sul Codice che oggi porta il suo nome una testimonianza straordinaria: “io Ursicino, lettore della chiesa, ho terminato questo Codice il primo giorno delle calende di agosto sotto il console Agapito”.
Questa data permette di riconoscere un primato invidiabile alla Biblioteca Capitolare di Verona, che si trova nella zona medievale della città, vicino al ponte Pietra e al Duomo: di essere la più antica biblioteca del mondo ancora in esercizio.
Non fu la prima, ma le celebri biblioteche dell’antichità, da Alessandria a Pergamo, sono andate tutte distrutte nelle convulsioni della storia, mentre si è mantenuto ininterrottamente attivo lo scriptorium veronese che verosimilmente era già in funzione alla fine del V secolo quando Teodorico, re degli Ostrogoti, divenne imperatore d’Italia e si costruì un’abitazione a Verona.
Secondo la leggenda la biblioteca era attiva ancora un secolo prima, alla fine del IV secolo, avviata intorno al 300 da San Zeno, vescovo africano divenuto poi patrono di Verona. Sotto la biblioteca all’epoca si trovava il porto sul fiume Adige, principale accesso alla città.
Da 1500 anni comunque questa istituzione tanto importante quanto poco conosciuta dagli stessi abitanti della città ha continuato ininterrottamente a custodire e tramandare opere di valore immenso, culturale, ma anche venale, custodite nei caveau come il più prezioso dei tesori: tra i centomila volumi qui conservati la vera ricchezza sono i 1300 codici antichissimi, alcuni patrimonio dell’Umanità.
Tra le sue mura molti studiosi hanno trascorso lunghi periodi di formazione svolgendo importanti ricerche: da Pipino, figlio di Carlo Magno a Dante e a Petrarca.
Per chi è sensibile al fascino della cultura, visitare la biblioteca e ascoltare questa antica storia dalle parole di monsignor Bruno Fasani, da otto anni prefetto della Biblioteca Capitolare, giornalista professionista e canonico della cattedrale è una vera emozione. Tutta la storia del nostro mondo e della cultura occidentale scorre in queste pagine a partire da quando in epoca ellenistica l’Egitto cominciò a limitare le esportazioni di papiro verso l’Asia Minore, vedendo la in pericolo la supremazia della Biblioteca di Alessandria con la crescita di quella di Pergamo. L’embargo ebbe come conseguenza uno stimolo all’innovazione e a Pergamo si perfezionò la scrittura su pergamena, costosa, perché una grande pagina derivava dalla pelle di un intero vitello.
Queste pagine vergate di inchiostro venivano legate e raccolte con cordini che formavano una specie di coda: ecco spiegato il nome dei codici in pergamena, che venivano spesso raschiati e riusati quando il testo contenuto era diventato obsoleto. Bastava un po’ di pietra pomice e talco per preparare una nuova superficie bianca.
Con le odierne tecniche di lettura agli infrarossi, uno dei codici veronesi ha svelato un inaspettato tesoro. Il codice contiene le lettere di San Girolamo, trascritte sopra alcuni classici di Virgilio e Tito Livio. Ma il prof. Filippo Briguglio, ordinario di diritto romano all’Università di Bologna, ha scoperto e recuperato su uno strato ancora precedente l’unica copia al mondo delle Istituzioni di Gaius, il giurista romano morto nel 172 d.C. celebre per aver messo in questa sua opera ordine su tutto il diritto romano.
Quando nel 530 d.C. l’imperatore a Costantinopoli riformò le leggi promulgando il celebre Codice di Giustiniano, il diritto romano divenne obsoleto e poco a poco venne “cancellato”: il ritrovamento di questa fonte originale intatta per la conoscenza della civiltà romana ha un valore incredibile e anche molto attuale; tra i suoi pensieri, Gaius annotava “per essere buona una legge deve essere applicabile”.
Tra i codici di più grande valore c’è il primo De Civitate Dei di Sant’Agostino: scritto nel 417, il suo originale è andato perduto, ma qui si trova la prima copia al mondo fin oggi conservata, trascritta a Ippona tra il 420 e il 425. Anche in questo testo non mancano pensieri di stringente attualità: “quando una democrazia decide cosa è male e bene a colpi di maggioranza, cessa di essere una democrazia e diventa un’associazione a delinquere.”
Di esempi di codici altrettanto importanti ce ne sono davvero molti.
La Biblioteca Capitolare di Verona si trova in Piazza Duomo al numero 19.
E’ aperta dal lunedì al giovedì dalle 8 alle 17, il venerdì dalle ore 8 alle 12.00. Vengono organizzate periodicamente visite guidate, mostre ed eventi.
Per dormire in campagna a pochi chilometri da Verona, a San Pietro in Cariano un palazzo padronale del XVI secolo contornato da vigneti è stato trasformato in lussuoso albergo cinque stelle: l’indirizzo è Villa del Quar (www.villadelquar.it), il cui proprietario discende da Emilio Salgari, nativo di Verona, dove anche riposa.
Info: www.capitolareverona.it