La Riserva mantiene integra la sua aspra bellezza, incanta per i colori intensi in ogni stagione, per le bianche calette incastonate in un mare turchese fra strapiombanti falesie. In questo paradiso si racchiudono rare specie di piante e di animali sempre più in pericolo di estinzione
Foto e testi di Giancarlo Scolari
“Questa galleria scavata nella roccia per dare inizio alla costruzione di una strada, oggi rappresenta il simbolo di una lotta civile che accumunò in una marcia di protesta circa tremila persone, fra ambientalisti, uomini di cultura e semplici cittadini per il più grande movimento della storia siciliana a protezione della natura. Era il 18 maggio 1980. Da questa data attraversare la galleria è attraversare la storia della prima Riserva istituita in Sicilia”.
Queste parole, scolpite su una stele in legno, accolgono all’ingresso sud i visitatori della Riserva naturale orientata dello Zingaro poco prima di un tunnel costruito per la nuova strada.
E aiutano a capire quanto sia importante per il territorio questa Riserva. La costa dello Zingaro infatti è una delle pochissime in Sicilia senza strada litoranea. Lo Zingaro ha una superficie di 1650 ettari, una fascia litoranea di circa 7 Km, formata da una costa rocciosa di calcari del Mesozoico, intercalata da numerose calette e caratterizzata da strapiombanti falesie che da un’altezza massima di 913 mt. (Monte Speziale) portano rapidamente al mare.
Lo Zingaro incanta per la sua aspra bellezza per i colori intensi in ogni stagione, per le bianche calette incastonate in un mare turchese, le onnipresenti palme nane, la rigogliosa macchia mediterranea, i tenaci olivastri e i maestosi carrubi da dove si intravedono le armoniose forme delle case contadine. Nonostante sia una riserva terrestre, lo Zingaro è strettamente legata al mare.
Il profilo litoraneo è un’alternanza di alte pareti di roccia che sprofondano nel blu e di insenature degradanti dolcemente verso il mare. Le calette, tutte ciottolose, viste dal mare hanno l’aspetto di nicchie più chiare incavate sul fianco delle muraglie dolomitiche che entrando da Sud versante Scopello e andando verso Nord prendono il nome di Cala della Capreria, Cala del Varo, Cala della Disa o Zingaro, Cala Beretta, Cala Marinella, Cala Torre dell’Uzzo il cui substrato calcareo esalta la trasparenza dell’acqua proprio come un ambiente tropicale e la Tonnarella dell’Uzzo.
A livello di marea l’alga Cystoseira stricta testimonia il grado di purezza delle acque. La Riserva presenta una spiccata diversità di ambienti che in parte ospitano fitocenosi di grande interesse naturalistico e talvolta anche paesaggistico.
Decisivo per la vegetazione è il clima generale, definito da una temperatura media annua di 19°C e da una piovosità di 645 mm.
Nell’insieme la Riserva ospita circa seicento specie di piante vascolari oltre un centinaio di macromiceti, briofite, felci e licheni in pieno rigoglio all’inizio della primavera. Piccole aree, infine, sono tuttora legittimamente coltivate.
Gli ambienti rocciosi, la macchia arbustiva e la gariga che caratterizzano il territorio, sono l’ambiente ideale per specie ormai in diminuzione. Vanto della Riserva è infatti l’aquila del Bonelliche si riproduce regolarmente deponendo uno o due uova, il velocissimo falco pellegrino, la coturnice di Sicilia che riesce qui a mantenere popolazioni stabili, la poiana dalle grandi ali caffelatte, il gheppio piccolo falco dal colore castano bruno, il barbagianni, l’allocco, la civetta chiudono il panorama dei rapaci.
Incontri più ravvicinati sono quelli con il coniglio, la donnola, piccola predatrice, il riccio, all’imbrunire la volpe, ed esclusivamente notturno l’istrice che tuttavia segnala la sua presenza disseminando gli aculei bianchi e neri.
Dei rettili diffusissimo è il nero e lucido biacco, l’elegante saettone, la coronella, la timida vipera.
La fauna minore è più facile da osservare: Cavallette, mantidi, coleotteri, farfalle e multicolori bombi popolano ogni ambiente della Riserva tra i quali il panfago una cavalletta verde lunga 7 – 8 cm incapace di volare. Presenti inoltre ben 8 specie di pipistrelli.
La Riserva dello Zingaro è visitabile tutto l’anno, numerosi sono i sentieri che si inerpicano all’interno.
Tre sono i percorsi classici: il primo corre lungo la costa da un limite all’altro della riserva, è il più frequentato e anche il meno impegnativo, il secondo, un po’ più faticoso, procede a zig zag sul territorio, incrociando la costa e le vette, mentre il terzo è riservato ai più sportivi, e praticamente attraversa tutto lo Zingaro dall’alto al basso. All’interno dell’area della Riserva si trovano ben 5 piccoli Musei: il Museo Naturalistico, il Museo delle Attività Marinare, il Museo della Civiltà Contadina, il Museo della Manna e il Museo dell’Intreccio.
Attenzione, all’interno non ci sono punti di ristoro e acqua potabile, quindi è consigliabile affrontare la riserva con viveri e acqua potabile al seguito, oltre a indossare abiti e scarpe comode.
La Riserva è in provincia di Trapani, presenta due ingressi, uno a sud a un km circa dal borgo di Scopello arrivando da Castellammare del Golfo e uno dal versante nord dal paese di San Vito Lo Capo. I due accessi non sono collegati tra loro con mezzi pubblici.
Per informazioni www.riservazingaro.it/index.php?lang=it