Gli anni’70 a Milano nelle foto di Giovanna dal Magro, il Philadelphia Museum of Art ospite a Palazzo Reale, e una esperienza originale nella collettiva allestita a “Immaginaria” nella vecchia Milano. A Verbania per una raffinata mostra sul paesaggio
Giovanna dal Magro è di scena alla Galleria Il Milione
Fotografa professionista, collaboratrice di riviste prestigiose con alle spalle esposizioni personali in Italia e all’estero, Giovanna dal Magro porta in scena i mitici anni ’70 con la mostra Milano Anni 70. Quando pensavamo di cambiare il mondo (10Maggio/8 giugno, Galleria Il Milione, via Maroncelli-Milano, http://www.galleriailmilione.it/ – www.giodal.it).
Come in un film, attraverso le immagini di Giovanna, scorrono eventi memorabili, speranze e illusioni, aneliti di libertà e desideri di rivolta, che hanno animato i giovani di allora. In mostra, ritratti di personaggi famosi, come Marina Abramovic e Gillo Dorfles, immortalati senza preavviso, accanto ad altri preparati accuratamente in studio, dove risalta la capacità di Giovanna di entrare in sintonia con i suoi eroi, tanto da riuscire a farne emergere la personalità.
Philadelphia così importante?
Ebbene sì. Filadelfia, città dinamica, industriale e commerciale tra le più importanti negli Stati Uniti nella seconda metà dell’Ottocento, proprio in quel periodo è stata la capitale del collezionismo artistico. Grazie alle floride condizioni economiche, gli imprenditori lungimiranti di quel tempo incominciarono ad acquistare capolavori dei maestri europei, creando collezioni di grande valore, poi radunate nel Philadelphia Museum of Art. Fu proprio questo museo, fondato nel 1876, per celebrare il centenario dell’indipendenza degli Stati Uniti, a essere uno dei primi musei americani a esporre nel 1921 la pittura impressionista. Oggi, Palazzo Reale a Milano ha l’onore di ospitare il Philadelphia Museum of Art con la mostra Impressionismo e Avanguardie. Una storia di Grande Collezionismo (fino al 2 settembre, www.impressionismoeavanguardie.it, www.mondomostre.it).
Una mostra imperdibile, per la prima volta a Milano. Accanto a nomi celeberrimi come Pierre Bonnard, Paul Cézanne, Edgar Manet, Paul Gauguin, Claude Monet, ecco Mary Cassatt, pittrice impressionista lei stessa, che convinse il fratello Alexander, uno degli uomini più in vista di Filadelfia, ad acquistare dipinti impressionisti. Personalmente, ho una speciale predilezione per Berthe Morisot, unica donna del movimento impressionista, modella d’elezione di Edouard Manet, un’artista piena di talento e di sensibilità, come rivela l’opera in mostra Ragazza con la gorgiera rossa.
A Verbania paesaggio dentro e fuori
Sul lago Maggiore ci si viene sempre volentieri. A Verbania, poi, ancora di più. Dopo la riapertura nel 2016 con la splendida mostra permanente dedicata a Paolo Troubetzkoy, laghè d’elezione, la stagione riapre con un’interessante mostra dedicata al paesaggio, realizzata grazie alla Fondazione Cariplo e alla Fondazione Comunitaria del VCO, curata da Lucia Molino e Elena Pontiggia,“Armonie verdi. Paesaggi dalla Scapigliatura al Novecento” (Palazzo Viani Dugnani, fino al 30 settembre, www.museodelpaesaggio.it).
In mostra, cinquanta bellissime opere, a raccontare il cambiamento nell’interpretare il paesaggio dalla metà dell’Ottocento alla prima metà del Novecento. Ecco i paesaggi di Daniele Ranzoni, maestro della Scapigliatura, dove il paesaggio è al centro del dipinto, come in Mosè Bianchi, Emilio Gola e Gignous, Clemente Pugliese Levi e altri, per proseguire con le opere di Tozzi degli anni ‘20, per esempio, dove al paesaggio romantico con la neve, soltanto accennata, si preferisce un’immagine di solidità duratura. Con gli anni Trenta le cose cambiano di nuovo. Il paesaggio torna a esprimere una sfumata precarietà, come in De Pisis e Lilloni.
E prima di entrare a Palazzo Viani Dugnani, non tralasciate di andare alla pasticceria di fronte per un caffè, ma soprattutto per brioche e pasticcini fatti in casa!
Per Grazia Ricevuta
“Immaginaria”, galleria d’arte e negozio, specializzato in cornici, stampe e pezzi unici, in via Molino delle Armi 49, nel cuore della vecchia Milano, inaugura il 10 maggio alle 18,30 una collettiva con nove artisti, dal titolo davvero singolare “Per Grazia Ricevuta” (fino al 24 maggio, www.immaginariamilano.shop).
Una mostra particolarmente interessante, perché rivela come ogni artista interpreta a modo suo un tema comune.
Si passa di opera in opera, affascinati nell’osservare come il concetto comune di “grazia ricevuta” abbia dato vita a pezzi unici, appunto, vivi e ricchi di emozioni. Così, sarà proprio il sentirsi in sintonia con l’artista, la spinta all’acquisto di una delle opere esposte. A questo punto, si potrà dire che il ruolo si capovolge e l’estimatore diventa il protagonista dell’opera.