La High Society dal XVI secolo agli inizi del Novecento sfila ad Amsterdam, a Venezia Bellini e Mantegna a confronto alla Fondazione Querini Stampalia, a Ferrara l’originale collezione d’arte di Vittorio Sgarbi anima il Castello Estense
La High Society sfila a Amsterdam
Geniale e da non perdere la mostra High Society (Alta Società) al Rijksmuseum di Amsterdam, dall’8 marzo al 13 giugno (www.rijksmuseum.nl/high-society), dedicata a quattro secoli di ritratti di potenti principi, eccentrici aristocratici e cittadini straricchi, immortalati da grandi maestri tra i primi del XVI secolo e gli inizi del XX. Spettacolari, tutti i ritratti. Si passa da Cranach a Veronese, da Velasquez a Sargent, da Munch a Manet, ma, il fiore all’occhiello sono i ritratti di nozze di Marten Soolmans e Oopjen Coppit a opera di Rembrandt, esposti per la prima volta dopo il restauro. Quattro secoli di moda sfilano sotto gli occhi del visitatore, in un susseguirsi di abiti fastosi, colorati e preziosi. Contemporaneamente alla mostra High Society, Guilty Pleasures (Piaceri proibiti) nelle gallerie adiacenti, oltre 80 stampe e disegni della collezione del museo, portano a scoprire un mondo completamente diverso, regno di banchetti, bische, bordelli e vite segrete.
High Society è l’occasione giusta per ritrovare Amsterdam, con i suoi canali, le barche, i musei, il design e anche la moda in cui l’Olanda eccelle. E perché no, anche la cucina etnica e i gamberetti nel panino preparato dagli street food. Alberghi di charme non mancano in città. In pieno centro, l’Albus è un hotel di design intorno ai 100 euro, nel centro dellevecchia Amsterdam (www.welcome.albushotel.com).
A Venezia, Bellini e Mantegna a confronto
L’aristocratica Fondazione Querini Stampalia, in Campo Santa Maria Formosa, non poteva che mettere in calendario una mostra raffinata, per intenditori e per appassionati d’arte, come Capolavori a confronto Bellini/Mantegna. Presentazione di Gesù al Tempio (21 marzo/1 luglio, www.fondazionequerinistampalia.it), con l’allestimento dell’architetto Mario Botta.
Anche per un profano è quanto mai interessante cimentarsi nel cercare le differenze tra le due Presentazioni. Se a prima vista le due opere sembrano simili, in realtà si intuisce subito che si tratta di “personalità diversissime”. Una gara di eccellenza tra Bellini, veneziano e Mantegna, padovano, anche se eseguite con dieci anni di distanza? Perché no, commentano i critici. Stupefatta ma serena la Madonna di Bellini, impaurita e dubbiosa quella del Mantegna. Incantato il Bambin Gesù del Bellini, corrucciato quello di Mantegna…
Se la mostra merita una visita, altrettanto merita lo spettacolare palazzo Querini Stampalia, dove tutto, dagli affreschi, ai quadri, agli arredi, racconta la storia della nobile famiglia veneziana. Il secondo nome Stampalia, farfalla in lingua greca, ricorda l’isola dell’Egeo di cui erano i signori.
L’ultima novità, in campo culinario a Venezia: il Vecio Fritolin, in Calle della Regina a Rialto, con uno chef da sballo.
A Ferrara con Sgarbi, l’intramontabile dal multiforme ingenio
Partendo dal principio che “collezionare quadri e sculture poteva essere più divertente che possedere il libro più raro”, Vittorio, dal 1984 a oggi, profonde tutte le sue energie a raccogliere sculture e quadri introvabili, sconosciuti, ma per lui pieni di fascino e di significato. Così, dal allora a oggi, sono oltre 130 le opere, dall’inizio del Quattrocento ai giorni nostri, che il critico scopre, basandosi sul concetto che ”non si trova quello che si cerca, ma si cerca quello che si trova”.
Amori a prima vista, dunque, come il San Domenico di Nicolò dell’Arca, un’illuminazione sulla via di Damasco. Oggi, al Castello Estense di Ferrara (www.castelloestense.it, fino al 3 giugno), Elisabetta Sgarbi porta in scena la collezione raccolta in 40 anni da Vittorio Sgarbi con la madre Rina Cavallini, con la mostra “La collezione Vittorio Sgarbi. Da Nicolò dell’Arca a Gaetano Previati. Tesori d’arte per Ferrara”, nella sede più prestigiosa della città estense. Nella caccia di Vittorio, si passa dalle ben nota Artemisia Gentileschi ad autori rari, come Jacopo da Verona. Una mostra curiosa, rara, e nello stesso tempo un omaggio alla città e ai suoi tesori d’arte, da riscoprire in quest’occasione.
Per un buon ristorante di cucina tradizionale ferrarese, il nostro consiglio sono il Cucco, in centro, o il rustico Mandolino con salama da sugo e pasta fatta in casa.