La capitale del Canton Ticino è famosa per i suoi tre castelli patrimonio UNESCO di origine medievale. Un viaggio attraverso la storia degli ultimi secoli
foto e testo di Giancarlo Scolari
Capitale del Canton Ticino, Bellinzona è senza dubbio la città più italiana della Svizzera. Arrivando da nord o da sud, non si possono non notare i tre castelli con la cinta muraria che sembra dividere in due la valle. Castelli da cui di fatto è passata la storia della Svizzera ma anche dell’Italia.
La linea d’orizzonte del capoluogo del Canton Ticino infatti è formata da una triade di castelli-fortezze del Medioevo meglio conservati della Svizzera, inseriti nel patrimonio mondiale dell’UNESCO dal 2000. La configurazione odierna della “chiusa bellinzonese”, che trae le sue origini da un villaggio neolitico sito sulla collina di Castel Grande, si deve sostanzialmente alla complessa attività edilizia promossa dai duchi di Milano nel Quattrocento.
La storia di Bellinzona da allora è passata attraverso prima i Visconti milanesi, da cui proviene il biscione dello stemma cittadino, poi i francesi e infine ai confederati, fino al ‘700 quando l’intervento di Napoleone e una serie di rivolgimenti interni portano nel 1798 alla nascita del Cantone di Bellinzona all’interno della Repubblica elvetica.
Castelgrande sorge su un possente sperone roccioso al centro della valle. Di stile lombardo, è costruito a tappe a partire dall’alto. E’ solo dal 1420 che si forma la situazione attuale con tre cortili, due torri e una Ridotta. Più a est sorge il complesso di edifici del ridotto, al cui centro spicca la costruzione più alta del Castelgrande: la snella e quadrata Torre Bianca, probabilmente duecentesca. Negli anni è stato anche arsenale cantonale e sede della locale prigione. Con il 1818 il maniero prende il nome di Castello di San Michele e dal 1991 di nuovo il nome originario di Castelgrande.
Attualmente meta di eventi mediatici, conta un rinomato ristorante e un grotto.
Risalendo la collina verso est, troviamo sull’omonimo colle il castello di Montebello, posto a una novantina di metri sopra il livello della città, dominando così dall’alto il Castelgrande. Da esso si dipartivano le mura che chiudevano l’antico borgo sino ad incontrare quelle che scendevano dal colle di S. Michele.
Di queste mura, che proteggevano i fianchi del formidabile fortilizio a forma di triangolo, esiste ancora parte dei due rami. Il primo nucleo interno di questo castello, restaurato a più riprese, risale al XIII/XIV secolo. Sembra che sia stato eretto dai Rusca di Como che lo conservarono anche sotto il dominio dei Visconti. Anticamente era chiamato Castel Piccolo (1457-1472) o Castello di Montebello.
Durante l’occupazione svizzera fu chiamato Castello di Svitto e, dopo il 1818, di S. Martino. Diventato di proprietà della famiglia Ghiringhelli verso la fine del XVIII secolo, fu acquistato dal Cantone nel 1903 in occasione del centenario dell’Indipendenza ticinese.
Proseguendo a salire sulla montagna troviamo il castello di Sasso Corbaro. Tipica fortezza sforzesca, è stato utilizzato come torre di vedetta, grazie alla vista completa della valle: verso settentrione, fino alla valle Riviera dominata dal pizzo di Claro, e verso meridione si spinge sino al bacino del lago Maggiore in territorio italiano.
La rocca forma un quadrato di 25 metri per lato con mura spesse fra 1 e 2 metri ed è concepito per una difesa a tutto campo. Come per Castelgrande e Montebello, anche Sasso Corbaro è attrezzato a polo museale.
Il piccolo ma grazioso centro storico di Bellinzona ospita il Palazzo Comunale, ricostruito nel 1926 conservando alcuni elementi della vecchia costruzione, e il Palazzo del Governo cantonale, l’ex convento delle Suore Orsoline.
Merita assolutamente una visita la Collegiata dei S.S. Pietro e Stefano, chiesa costruita nel Cinquecento su progetto del Maestro Tommaso Rodari da Bissone.
Esternamente la Collegiata si presenta con una maestosa facciata realizzata in pietra scura di Castione. La sua edificazione risale al 1517, conclusa nel 1543.
L’offerta gastronomica di Bellinzona risente delle influenze delle vicine Lombardia e Piemonte, con la carne di maiale protagonista assoluta. Si può partecipare anche nel castello di Montebello alla legatura del salame che, una volta stagionato, verrà inviato a casa. Molto usata in cucina è la cacciagione e nel periodo autunnale sono molte le ricette che contengono le castagne, magari accompagnate da un buon bicchiere di vino Merlot, il numero uno tra i vitigni ticinesi.
Maggiori informazioni sul sito: www.bellinzonese-altoticino.ch
Dove dormire:l’Hotel La Tureta (4* www.latureta.ch) e l’Hotel Internazionale (3* http://www.hotel-internazionale.ch/it/13/home.aspx) che si trova proprio di fronte la stazione.
Dove mangiare: il ristorante Internazionale che si trova sotto l’omonimo hotel e l’Osteria Mistral da Brughelli in via Orico 2 a Bellinzona www.osteriamistral.ch/2016/
Dall’Italia Bellinzona è raggiungibile in treno da Milano con le ferrovie svizzere (www.sbb.ch/it/home.html) e Trenitalia (www.trenitalia.it)