Una storia di duchi e briganti sibilata dal vento tra vicoli acciottolati con pietre di fiume. Nel borgo, la credenza popolare dice che “si scaccia il vento al suono di campane”
testo e foto di Tania Turnaturi
Nell’agro, come in un quadro di Monet, il grano dorato ondeggia chiazzato dal vermiglio dei papaveri, sovrastati dai fiori meccanici dalle lunghe pale che convogliano l’energia eolica.
La Daunia svela la sua storia attraverso borghi, castelli, cattedrali, torri, musei, siti archeologici, tradizioni contadine, terreni fertili e prodotti eccellenti profumati di erbe aromatiche, offrendo una prospettiva turistica segretamente esperienziale ed emozionale.
Sui Monti Dauni un turismo di qualità certificata
L’Appennino pugliese degrada dolcemente verso colline e vallate verdi di pascoli, solcate da un reticolo d’acqua che lambisce vigneti e uliveti, formando il bacino idrico più rilevante della regione. Numerosi i borghi tra i più belli d’Italia, ponti romani collegano storiche vie di comunicazione intorno a valichi e passaggi strategici che riverberano antichi idiomi: è l’area con più certificazioni di qualità della penisola.
L’integrità ambientale dei Monti Dauni e i valori storici radicati nel territorio sono orgogliosamente ed appassionatamente rivendicati dal Presidente del Gal Meridaunia Alberto Casoria che, con inscalfibile entusiasmo, promuove la vocazione turistica dell’area anche con un’opportuna utilizzazione dei fondi europei.
Gli Iapig giunti dall’Illiria, fondendosi con i Greci e le popolazioni locali diedero vita alla civiltà dei Dauni guerrieri dediti a pastorizia, agricoltura ed artigianato di ferro e ceramica. Alleatisi in seguito con i Romani, edificarono ville, ponti ed acquedotti.
Il territorio reca orme degli antichi dominatori longobardi, bizantini, normanni che innalzarono torri difensive come a Pietramontecorvino (nell’adiacente palazzo ducale ha sede il ristorante didattico), svevi che edificarono dimore gentilizie e castelli dalle poderose cinte murarie come a Deliceto o la fortezza federiciana di Lucera (capoluogo della Capitanata) per controllare le incursioni saracene, maestose cattedrali impreziosite dalla maestria degli scalpellini come a Troia. Poi i templari e i crociati, gli angioini di cui persistono isole linguistiche provenzali, gli aragonesi che introdussero la transumanza. Sotto i Borbone il territorio diventò rifugio di briganti, che infestarono soprattutto il Vallo di Bovino assaltando le carrozze.
Ad Ascoli Satriano d’obbligo visitare nel Polo museale i superbi Grifoni in marmo policromo orientale del IV sec a.C., restituiti nel 2010 dal Paul Getty Museum di Malibù dopo un rocambolesco trafugamento, esposti a Expo 2015 come testimonianza dell’arte italiana.
Bovino borgo più bello d’Italia e bandiera arancione Touring
Dalla valle del Cervaro, fin dall’antichità collegamento fra Napoli e la Puglia, si sale a Bovino lambendo il bosco dove si mimetizza il geometrico santuario della Madonna di Valleverde adorno di marmi e vetrate, che ha sostituito la chiesetta devozionale originaria. Da qui il 29 agosto la Cavalcata Storica con cavalli e figuranti in costumi dell’epoca dell’apparizione al boscaiolo Niccolò (1266) accompagna la statua lignea della Vergine doviziosamente addobbata, alla cattedrale dell’Assunta.
La villa comunale, cui fa da fondale la seicentesca chiesa di Sant’Antonio con l’annesso convento cappuccino, introduce al centro abitato. Oltre il grande arco della cinta muraria romana, vicoli acciottolati con pietre di fiume e ripide scalinate sul tracciato viario bizantino che lambisce gli oltre 800 portali posti sugli alti gradini di pietra di rinserrate case dalle bianche facciate. Palazzetti nobiliari decorati di loggette e mascheroni immettono nella piazza della cattedrale dall’asimmetrica facciata in stile romanico-pugliese. Da una scalinata nel transetto si accede al Cappellone di San Marco d’Eca con le reliquie del santo patrono, originariamente chiesa autonoma decorata da un monumentale portale esterno bizantino sormontato da una lunetta con bassorilievo.
Luoghi storici e musei
L’attiguo Palazzo Vescovile svela un prezioso patrimonio di pergamene, decreti vescovili e oltre diecimila manoscritti e volumi rari nella Biblioteca e Archivio diocesano. Le due Bibbie Atlantiche, codici miniati del XII sec., sono state donate nel 1900 alla Biblioteca Vaticana.
Il Museo Civico di Palazzo Pisani espone reperti dalla preistoria al medioevo, preziose stele antropomorfe e monumenti funerari megalitici in pietra, epigrafi, ceramiche, monete.
Una cisterna romana scavata nell’arenaria è stata trasformata in cantina nel ‘500 e conserva lacerti di affreschi forse ispirati alla battaglia di Canne. Oggi è la Gola d’Ercole nella quale il signor Carlo Di Giovanni accoglie l’ospite con cordialità, facendo degustare bruschetta con caciocavallo stagionato (a decine appesi e ricoperti di muffe variegate) e marmellata di rose con un calice di Sangiovese.
A Palazzo San Procopio, ex chiesa bizantina e poi ospedale, ci si può tuffare in un mare di coccole nella Spa dotata di sauna finlandese, grotta del sale, aromaterapia, docce emozionali, trattamenti estetici e molto altro, per vivere un’esperienza di autentico benessere. Questo palazzo del ‘500 interamente restaurato è tutto da visitare dall’elegante cantina nella roccia al terrazzo con vista sui tetti, ed è anche struttura ricettiva insieme ad altre residenze diffuse nel centro storico denominate “Le pietre del Borgo”.
Il castello
L’arrampicata nel dedalo viario si conclude al castello ducale che sovrasta il borgo e dallo sperone controlla il Vallo di Bovino, rifugio di bande di briganti durante il Risorgimento.
Baluardo difensivo di Longobardi e Bizantini su una preesistente rocca romana, il castello, eretto alla fine del Mille dal generale normanno Drogone conte di Puglia, dell’impianto voluto da Federico II conserva solo la torre “a cavaliere” (torre cilindrica angolare) ancorata sul cassero.
I duchi Guevara, che vi abitarono dal 1575 al 1961, lo trasformarono in dimora gentilizia e centro culturale ospitando regnanti e personaggi illustri come Manfredi di Svevia, Torquato Tasso, Maria Teresa d’Austria e papa Benedetto XIII. È sede del Museo Diocesano ed espone oreficeria antica con reliquari e ostensori, paramenti, statue e numerose tele tra cui il Martirio di San Sebastiano di Mattia Preti. Nella cappella è custodito un frammento della Sacra Spina di Cristo. Sul cortile si affaccia la torre del settecentesco orologio a quarti, simbolo della città.
Dalla sommità della breve rampa sul cassero, i tetti delle antiche case rincorrono i campanili delle chiese bisbigliando storie e leggende di re e banditi, soldati e poeti, che si stemperano nel brillio delle luci dei lampioni.
Masserie didattiche
Nell’antica residenza di caccia dei Guevara l’Azienda agricola Salecchia si estende su 350 ettari con 700 animali di diverse specie, tra cui la pecora gentile di Puglia e il maiale nero di razza autoctona, collaborando con il CNR per il ripristino di razze estinte. Nella masseria didattica laboratori di cucina, mungitura, tosatura, casearia, coltivazione dell’orto, vendemmia, produzione del sapone, escursioni sull’ecosistema bosco, raccolta erbe spontanee, parco avventura ai quali partecipano scolaresche provenienti dalla regione e da quelle limitrofe.
Lo Moleno d’acqua del Ponte di Bovino
In località Ponte, nel Vallo di Bovino, in prossimità della stazione di posta con la fontana borbonica e il vecchio ponte sul Cervaro c’è il mulino ad acqua dell’‘800 ripristinato e funzionante, con le macine in quarzite per macinare il grano duro, poggiante su opere a difesa del fiume. Proprietà della famiglia Grasso dal 1916, è un piccolo museo ambientale aperto alle visite con attrezzi, utensili, macchine e arnesi (mola ad acqua manuale, macine, mortelle, bascula di legno ecc.) per la lavorazione di antiche varietà di grano come marzellina (marzuola), bianchetta (bolero), “strambèll” (Senatore Cappelli), risciola. Le quattro giovani donne dell’ultima generazione e la vivacissima mamma offrono un saporito aperitivo nell’aia antistante.
Eventi
L’agosto bovinese è ricco di mostre, spettacoli, serate danzanti, conferenze, laboratori d’arte e artigianato, sagre, concorso di poesia dialettale, visite guidate, passeggiate a cavallo e culmina con la cavalcata storica.
A marzo la Disfida del soffritto organizzata da Slow Food vede gareggiare molti comuni dauni nella preparazione del soffritto di maiale con peperoni e olive. A San Giuseppe, che prelude alla primavera, si accendono falò augurali. Per favorire le antiche tradizioni, la Pro Loco e la Confraternita della SS Annunziata indicono una gara tra i rioni per l’allestimento e l’animazione dei falò con premi in prodotti tipici.
Gastronomia
Tutta la filiera di agricoltori, allevatori, produttori e ristoratori opera nel segno della qualità fornendo prodotti da gustare con tutti i cinque sensi, in continuità con la tradizione culinaria contadina profumata di erbe selvatiche ed aromatiche. Insaccati di suino nero, formaggi a pasta filata come il caciocavallo podolico, latticini, verdure maritate, ciambottella, asparagi, olive verdi e nere, pancotto con erbe spontanee, cicatelli ed orecchiette di grano arso, soffritto di maiale, mela limoncella, cartellate di mosto cotto e mandorle.
Al ristorante “La cantina” vicino alla Cattedrale, Nicola Consiglio prepara ottimo cibo con prodotti della propria azienda agricola, salumi, formaggi speziati al peperoncino all’aglio al limone o alla mentuccia, caciocavallo, ricotta, nodini di mozzarella realizzati da Nicola direttamente ai tavoli, involtini di melanzane ripiene, salame di maiale nero, lampascioni, crocchette di patate avvolte nel guanciale, polpette di pane e ricotta, prugna farcita con olive verdi avvolta nel guanciale, pizzelle con erbe di campo e peperoncino crusco, paccheri con fiori di zucchine e pomodorini, coniglio al coccio, involtini di maiale con fichi, soffritto di maiale con peperoncini e pomodorini bagnato col vino, semifreddo alla ricotta e molti altri piatti con ingredienti tipici profumati di erbe e aromi selvatici (borragine, finocchietto, talli di zucchina, origano, aneto, menta, ortiche, rucola, marasciuoli, cicoriella, cime di rapa, crescione, basilico).
Dove mangiare a Bovino:
Azienda Agricola Piana delle Mandrie, Agriturismo di Nicola Consiglio www.pianadellemandrie.it – tel. 389 7897956
Da un modesto allevamento di bovini e ovini Nicola Consiglio ricava prodotti caseari per la vendita diretta e per il suo ristorante La cantina
Ristorante La Cantina www.facebook.com/lacantinabovino – tel. 0881 961849 – 3897897956
Trattoria Da Tonino al Ponte, cucina tipica locale tel. 0881 961465 – 340 4962287
Il viaggio è stato organizzato dalla professoressa Maria Rosaria Lombardi, Elena Frisoli e Michele Grande, giovani ed appassionate guide, ci hanno raccontato con entusiasmo e competenza il territorio svelandoci tesori nascosti e credenze incise nelle pietre.
Per maggiori informazioni e visite guidate: www.prolocobovino.it – www.meridaunia.it – www.visitmontidauni.it