Plinio Nomellini a Palazzo Mediceo di Seravezza, a Montalcino per l’originale mostra CARTAinCANTA, a Venezia per Giotto in chiave multimediale
di Silvana Rizzi
Plinio Nomellini a Palazzo Mediceo a Seravezza
Nella splendida cornice del Palazzo Mediceo di Seravezza, la mostra Plinio Nomellini. Dal Divisionismo al Simbolismo – verso la libertà del colore, a cura di Nadia Marchionni, riporta in scena l’opera di Nomellini (Livorno 1866-Firenze 1943), uno dei grandi maestri del Divisionismo, che in Versilia ha trascorso dieci anni fondamentali per il suo sviluppo artistico (fino al 5 novembre, www.terremedicee.it).
In questa straordinaria mostra sono esposti non solo capolavori di Nomellini, ma anche le opere degli artisti, che hanno lavorato intorno a lui, nello stesso periodo, dal maestro Giovanni Fattori, agli amici macchiaioli Silvestro Lega e Telemaco Signorini. Si scopre così la passione sociale dell’artista, il suo avvicinamento al divisionismo e al simbolismo, fino all’intensissima stagione versiliese (1908-1919), a cui seguono le opere degli anni Venti e Trenta e quelle della maturità. Spiccano, in particolare, le tele della stagione versiliese, tra cui La fiera di Pietrasanta del 1912, dove, la solarità del litorale versiliese illumina di mille colori i suoi paesaggi. Il lungo periodo trascorso a Fossa dell’Abate, alle porte di Viareggio, gli permette di entrare in contatto col mondo artistico e letterario intorno a lui, da Giacomo Puccini, a Gabriele D’Annunzio, a Galileo Chini, con cui crea la Sala del sogno per la Biennale di Venezia del 1907.
Dopo la mostra, in pochi minuti a piedi si raggiunge il simpatico centro di Seravezza, antica cittadina di cavatori, alla confluenza dei torrenti Serra e Vezza, per girare nelle vecchie stradine o per fermarsi a cena al ristorante Le Gradole, che ha appena rinnovato la gestione. Oppure, per chi non vuole spostarsi dal Palazzo Mediceo, un buon indirizzo è Il Giardino dei Medici (tel.0584 757526), davanti alle Scuderie.
A Montalcino, nel cuore della Val d’Orcia, tra vino e arte
A settembre si va a Montalcino non solo per il mitico Brunello, ma, soprattutto, per CARTA inCANTA questa piccola favola, la mostra nella Fortezza dell’antica cittadina, dove Carlotta Parisi espone trenta lavori tra disegni e sculture in papier maché (2/24 settembre, www.carlottaparisi.it).
Nata a Montalcino, Carlotta lavora nel suo atelier nel centro storico, realizzando un impasto di colla e carta di giornale con cui ricopre la struttura in ferro delle sue figure. “Amo la leggerezza, il calore della carta, la sua resistenza, insita nella fragilità”, dice l’artista, che attraverso questo materiale racconta i suoi sentimenti e un magico mondo di favole. La mostra chiude con l’opera “La famiglia sul cavallo a dondolo”, un uomo, una donna, un bambino sul dondolo a simboleggiare l’equilibrio e l’instabilità della vita e dei rapporti.
Amatissima per la poesia e l’estrosità delle sue sculture, Carlotta ci racconta che negli Stati Uniti una sua scultura di carta, iconica donna dalle forme sinuose, sta a fianco di un Picasso in una nota collezione privata di Chicago. Le sue donne abbondanti e accoglienti, così come i colori caldi e materici, rappresentano la Val d’Orcia, dove si può passare un weekend da favola.
Per gustare un’ottima cucina c’è il Bar Trattoria L’Angolo, in centro, famoso per i porcini fritti e le tagliatelle al ragù.
Giotto a Venezia attraverso il linguaggio multimediale
Innovativa, affascinante e di grande appeal, la mostra, Magister Giotto presso la Scuola Grande della Misericordia (fino al 5 novembre, www.magister.art, www.cosebelleditalia.com) porta lo spettatore in contatto con il grande Giotto attraverso immagini multimediali, narrazione di testi a opera di Luca Zingaretti e musiche originali composte dal noto compositore contemporaneo Paolo Fresu.
Il percorso di 45 minuti si snoda tra il piano terra e il primo piano, ed è tanto affascinante da coinvolgere emotivamente lo spettatore. Le narrazioni ci conducono da Assisi e il Ciclo francescano, alla Cappella degli Scrovegni, alla città di Firenze, in un percorso dove l’Italia del trecento viene raccontata attraverso le opere di Giotto e della sua bottega.
Da non perdere assolutamente!