Marzo è il mese migliore per gli appassionati dello sci sulle Dolomiti: le giornate molto più lunghe, le temperature più miti, l’abbondanza della neve, tutto concorre per una vacanza perfetta
di Leonardo Felician
Anche se la neve si è fatta desiderare a inizio stagione, a marzo le condizioni sono ideali per una vacanza con tutta la famiglia, approfittando anche delle le promozioni con una giornata in omaggio dopo il 17 marzo. La voglia delle ultime sciate prima dell’arrivo della primavera contribuisce a rendere questo mese un momento magico delle vacanze invernali, sia per gli sportivi che amano sciare sulle piste, sia per i più pigri che prediligono il tepore delle Spa.
Irrinunciabile l’appuntamento con la convivialità dell’après ski, sotto un caldo sole che riscalda i muscoli dopo una mattina di discese sulla terrazza del club Moritzino (http://www.moritzino.it/) di Piz La Ila o al Murin (http://www.hotel-laperla.it/it/ristori/l-murin/167-59899.html) di Corvara. Tutta da gustare la cucina gourmet di Ciasa Salares (http://www.ciasasalares.it/) e quella all’Armentarola o al Passo Sella Dolomiti Mountain Resort (http://www.passosella-resort.com/).
La montagna invernale si è veramente evoluta molto dai tempi delle gloriose settimane bianche, quando in tutte le vallate i ragazzini si allineavano all’arrivo degli skilift, sui campetti di neve con il sogno di diventare emuli di Gustav Thoeni o nel decennio successivo, di Alberto Tomba.
Oggi l’industria del turismo invernale è diversificata, con mille sfaccettature capaci di soddisfare tutti i gusti e di costituire un motore economico importante non soltanto per le regioni di montagna, ma per tutta l’Italia; si è molto polarizzata intorno a pochi grandi comprensori che per raggiungere questi obiettivi, hanno dovuto naturalmente investire ingenti capitali con una programmazione lungimirante: attrezzare un nuovo ettaro di piste costa circa 100 mila euro, mentre per innevare l’intero comprensorio con i 4700 impianti sparaneve il costo comprensivo di ammortamento sfiora la fantastica cifra di 50 milioni di euro a stagione.
Sandro Lazzari, presidente del Consorzio Dolomiti Superski, il più grande comprensorio sciistico al mondo con 1200 chilometri di piste, 450 impianti di risalita e 3 milioni di sciatori a stagione, sottolinea che solo il 50% del fatturato nelle Dolomiti proviene da clienti italiani, mentre tutto il resto è fatto da stranieri che hanno imparato ad amare ed apprezzare queste montagne, riconosciute patrimonio naturale dell’umanità dall’Unesco. La fetta di stranieri si divide a sua volta a metà tra i tedeschi, da sempre innamorati delle montagne alpine, e i nuovi mercati quali Polonia, Repubblica Ceca, Russia, le più vicine Slovenia e Croazia, ma anche paesi privi di attrattive sciistiche paragonabili alla Gran Bretagna e l’Olanda.
Il futuro della montagna d’inverno è il collegamento delle aree sciistiche”, commenta Lazzari, “i clienti sono giustamente più esigenti e richiedono non soltanto la garanzia dell’innevamento programmato, che sulle Dolomiti raggiunge il 97% delle piste sciabili, ma anche la varietà dei paesaggi e degli scenari, nonché sicurezza e comodità”. Accanto alla preparazione delle piste da sempre perfetta e da un’attenzione maniacale per la sicurezza attiva e passiva, nel comprensorio dolomitico ogni anno investimenti dell’ordine delle dozzine di milioni di euro ammodernano gli impianti migliorando il confort: come nel caso della sciovia a otto posti riscaldata Gran Paradiso che in Val Gardena porta al Passo Sella, appena entrata in funzione al posto di un impianto precedente divenuto obsoleto.
Lo sviluppo passa anche attraverso l’innovazione nella progettazione degli impianti: Lazzari ricorda come a giugno a Bolzano si terrà un evento di portata mondiale, il Congresso Internazionale degli Impianti a Fune che riunisce produttori, utenti, certificatori, ma anche Enti nazionali di sorveglianza. L’incessante lavoro di ricerca persegue uno sviluppo qualitativo con una costante attenzione all’impatto ambientale: nell’uso dell’acqua, ad esempio, ingrediente unico, insieme all’aria, per produrre la neve in assenza di precipitazioni naturali: nonostante gli invasi costruiti spesso sottoterra per l’approvvigionamento idrico, a valle delle piste i fiumi sono pieni anche nella stagione invernale.
Lo sviluppo della tecnica da solo non basta. Negli ultimi anni è stata curata in particolare l’architettura delle stazioni e la comodità di accesso, sono stati molto facilitati i collegamenti e ridotti i tempi morti. Grazie a questo e all’aumento della portata, interminabili file alle risalite ormai non se ne vedono più, nonostante i 2,2 milioni di passaggi in giornate di punta con 174 mila sciatori sulle piste.
E per chi scia in Val Badia quest’anno c’è anche un anniversario, il 70esimo della risalita del Col Alt, oggi una cabinovia che parte dal centro del paese proprio sotto il Posta Zirm (http://www.postazirm.com/) e la Perla (www.hotel-laperla.it) i due alberghi più noti di Corvara. Il primo impianto di risalita non solo delle Dolomiti, ma di tutt’Italia fu avviato qui nel 1947, riadattando il motore di un carro armato residuato bellico. E il merito fu di Erich Kostner, Cavaliere del Lavoro della Repubblica Italiana, insieme allo scomparso Gianni Marzola e allo stesso Sandro Lazzeri ideatore 42 anni fa di Dolomiti Superski, oggi portale di accesso all’ospitalità turistica delle Dolomiti e tra i principali motori dell’economia delle vallate del Trentino, Alto Adige e bellunese www.dolomitisuperski.com – www.altabadia.org – www.valgardena.it