Arte design in Piemonte, una mostra nell’ex studio di Lucio Fontana e la pittura d’avanguardia italiana a Palazzo Roverella
di Silvana Rizzi
Cuneo entra in scena
Merita una visita l’originale mostra “Artieri fantastici. Capolavori d’arte design”, che la fondazione Cassa di Risparmio promuove a Cuneo nella cornice suggestiva dell’ex chiesa tardogotica di San Francesco nel centro della cittadina (fino al 27 novembre, apertura dalle 15,30 alle 18,30, miaao.museo@gmail.comù). In mostra oggetti originali, eccentrici, misteriosi e anche un po’ dark, come la sedia lapide Gufrau, manufatti artistici fuori dal comune, come la statua del maialino nella cappella di Sant’Antonio Abate, patrono degli animali, eccellenze come le arpe cuneesi, ceramiche, fumetti e illustrazioni. Pur non essendo famosa come città d’arte, Cuneo emerge per la sua cucina. Ottima l’Osteria della Chiocciola, in via Fossano, in pieno centro, dove si gustano tajarin, ravioli del plin, bollito e panna cotta. Per dormire, conviene spostarsi a Saluzzo, dall’antico e affascinante centro storico, e alloggiare all’Hotel Antiche Mura.
Albi e lo sciamanesimo siberiano a Milano
Dopo aver esplorato miti e alchimie dell’India, il neo-surrealista Albi esplora ora i misteri e il profondo animismo dello sciamanesimo siberiano, quello che emozionò Kandinsky nel suo viaggio in Siberia nel 1889. La mostra “Sciamani Siberiani e Cavalieri Azzurri” alla Galleria Independent Art, l’ex studio di Lucio Fontana (via Donizetti 24, dal 21 al 30 ottobre dalle 17 alle 20, www.albipessani.it) presenta due sculture in maiolica e nove tele in acrilico eseguite con una tecnica nuova, che unisce pennello e maioliche smaltate. Nei quadri di Albi, interpretati in modo unico e originale, rivivono danze sciamaniche, cavalieri azzurri, gli stessi che hanno dato il nome alla corrente artistica “Der Blaue Reiter”, fondata a Monaco da Kandinsky nel 1911, morte e resurrezione. Dai misteri degli sciamani alle alchimie della cucina peruviana. Per restare in un’atmosfera di sogno, l’ideale è cenare al ristorante Pacifico, in via Moscova 29, dove il geniale chef Jaime Pasaque interpreta la cucina del suo Paese con una fantasia inesauribile.
I Nabis a Rovigo
Un percorso denso di colori ed emozioni, fitto di storie che sono diventate leggende. La mostra “I Nabis, Gauguin e la pittura italiana d’avanguardia” (Palazzo Roverella, fino al 14 gennaio, www.palazzoroverella.com) porta in scena le emozioni violente e le innovazioni degli artisti, che a fine Ottocento amano rifugiarsi a Pont Aven, in riva al mare della costa bretone, come Gauguin, o sulla dolce laguna veneziana, alla ricerca soggettiva dell’essenza della realtà, di cui cercano di cogliere i significati simbolici nascosti. Nasce così la corrente dei Nabis, i profeti in antico ebraico, che segna l’inizio dell’era moderna e di un nuovo linguaggio pittorico. Gli stimoli innovativi invadono anche l’Italia, grazie a pittori che hanno vissuto a Parigi e sono entrati in contatto con il gruppo di Pont Aven. In mostra ecco Gino Rossi con gli scorci di Burano, Arturo Martini e il gruppo gravitante su Ca’ Pesaro, Felice Casorati, Oscar Ghiglia, Cagnaccio di San Pietro, per fare qualche nome.