di Gabriella Poli
Guida “segreta” di Piazza Bologna, fra storie, curiosità e mirabilia di Alice Muzzioli e Francesca Gabrielli
Si tratta della prima ed unica guida esistente su Piazza Bologna, noto ed animato quartiere della capitale, da sempre dimora privilegiata di studenti universitari provenienti da tutt’Italia, sud e isole, redatta da due intrepide ragazze, Alice Muzzioli e Francesca Gabrielli, che (come doveva essere) possono ben fregiarsi del titolo onorario di “piazzabolognesi” doc! Si rivolge a turisti di passaggio, residenti e studenti fuori sede (cioè, appunto, a Roma) e a ciascuno di loro riserva autentiche sorprese. Chi sa, per esempio, che a Piazza Bologna ci sono luoghi come la casa di Pirandello, un giardino segreto, una biblioteca in cassetta, un’accademia degli scacchi, ben sei teatri (di cui uno “invisibile”) e una guida che vi accompagna ad esplorarli? E poi, che qui si possono gustare il gelato alla liquirizia Amarelli, la porcacchia (verdura) e i grattaculi (tanni, ovvero zucchine rugose)? Tutto questo (e molto di più) in quest’imperdibile guida di quartiere: 160 pagine divise nelle sezioni Esplorazioni (inclusi tre itinerari culturali e lo speciale su villa Torlonia), Mangiare e Bere, Negozi, Cose da Fare (con tante idee anche per i bambini), Suggerimenti per la Vita Pratica (ad esempio, dove parcheggiare) e Cartine (per non perdersi nei grovigli di strade, cercando le palazzine più belle dall’inizio del Novecento ad oggi). Il quartiere nasce, come idea, nel piano regolatore di Roma del 1909, nel quale si ipotizza la costruzione di nuovi edifici nelle campagne appena fuori città, per fornire abitazioni al nuovo ceto medio impiegatizio della capitale in espansione. Il progetto viene vagliato e comincia la pianificazione di un nuovo quartiere situato fra via Nomentana, costellata di villini nobili (dei quali Villa Torlonia è tipico esempio) e via di Pietralata e via Tiburtina: zone periferiche allora abitate da ceti più popolari. Piazza Bologna nasce come punto di contatto tra queste realtà e quest’unione, e ben rappresenta il carattere inclusivo che denota il quartiere sin dai suoi albori fornendo il necessario rinnovamento di idee che si mostra a livello sociale ed economico, creando un quartiere non facile da comprendere nella sua complessa stratificazione, e comunque un progetto umano di civile e civica convivenza unico nel suo genere. Resta la sorpresa sul numero di teatri, cinema, musei e corsi di ogni tipo: di cucina, all’Accademia di Canto Lirico, escursioni di archeotrekking, gruppi di lettura della Biblioteca PG Terzi, le partite a scacchi con i campioni nazionali. Tutto, senza lasciare di un passo il quartiere!
Breve guida pratica per erboristi fantasiosi di Chiara Saccavini – Youcanprint
Chiara Saccavini con il titolo “Breve guida pratica per erboristi fantasiosi” propone una nuova originale ricerca, esattamente un anno dopo quel suo “Storie di viole” che in breve è diventato un piccolo caso editoriale. “Storie di viole”, pur senza distribuzione, è andato velocemente esaurito e continua il suo successo, persino all’estero, cosa non del tutto usuale per libri di questa tipologia. Il tutto grazie ad un passa parola tra appassionati, quasi tra “adepti di un culto verde”. “Breve guida pratica per erboristi fantasiosi” sembra prendere avvio dalla storia della semplice violetta per condurre l’erborista (ovvero l’appassionato di erbe e non tanto colui che le commercia) dal particolare all’universale. Saccavini qui propone una curiosa, godibilissima “summa teologica” su significato, origine e, inevitabilmente uso, di piantine che appartengono alla nostra quotidianità. Talmente “normali” che le vediamo e utilizziamo senza badare troppo a loro, con indifferenza da automatismo. Ma che invece sono protagoniste di storie antiche quanto l’uomo e più di lui, essendo spesso “erbe divinità” o che delle divinità sono diretta espressione. Erbe che, nella tradizione, sono da cogliere e consumare nella preghiera, in accordo con la luna, gli astri, le costellazioni, e solo in quei momenti del giorno e delle stagioni che si sanno essere propizi. Non stupisce quindi se l’autrice inanella, in modo mai pedante anzi emozionante, come in un racconto di fantasy che invece è storia, testi babilonesi, ebraici, indù. Citazioni sopravvissute, spesso carsicamente, da epoche lontanissime, che ci tramandano dettagli preziosi sulle erbe e soprattutto sulle loro virtù. Precisano i loro diretti collegamenti con il Cosmo e lo Spirito. Già un famoso papiro egizio, il cosiddetto Eben, abbina dettagliatamente le erbe ad ogni stato morboso, ma si sofferma con altrettanta attenzione sulle formule rituali con cui l’assunzione dell’infuso o del decotto deve essere accompagnata, pena la perdita di gran parte dell’effetto. Tra Tigri ed Eufrate, troviamo precise indicazioni sulle virtù di oltre 250 piante ed erbe, note e di uso terapeutico anche oggi. In ambito greco è lo stesso Apollo a svelare le virtù delle piante, ad indicare la sacralità del loro utilizzo. Piante che recano lo stigma degli dei. Così la semplice Celidonia, nata dalle lacrime di una Venere affranta per la morte del giovane amante Adone, ha la virtù di curare le pene d’amore. Il capelvenere, d’altro, canto, poiché richiama la meravigliosa fluente chioma della dea, è un rimedio efficacissimo contro la caduta dei capelli. Ma la funzione curativa delle piante è solo uno dei temi trattati in questo intenso libro di Chiara Saccavini. Qui le erbe divengono protagoniste di rituali, di percorsi alchemici. Tra quotidianità e straordinarietà. Tra cucina (l’autrice non manca di dare indicazioni, molto precise in merito, tratte da tradizioni spesso secolari se non millenarie) e astrologia. Erbe ed esoterismo, sul filo perfetto di una indagine storica, antropologica, scientifica. L’invito di questa opera di Chiara Saccavini è a rifare finalmente nostra la potenza di quella “benedetta verdezza” decantata da Santa Ildegarda, non molto dissimile dalla viriditas su cui si sono a lungo concentrati i grandi Alchimisti. Info e prenotazioni del volume: www.ortofiorito.it – info@ortofiorito.it