Viaggio nel distretto turistico di Imera, Cefalù, Madonie tra antichi borghi arrampicati sui cocuzzoli, panorami mozzafiato su terre ricche e verdissime, castelli medievali e prelibatezze gastronomiche
di Franca Scotti
Lo sfolgorio del mare è vicino. Le cattedrali normanne sono anche qui. I sapori e i profumi sono quelli della Sicilia più autentica. Una Sicilia appartata e tranquilla, pittoresca e accogliente come una casa amica. È il distretto turistico di Imera, Cefalù, Madonie, che si estende nella provincia di Palermo, abbracciando un territorio di montagne e di mare. Qui si dimentica il caos, seppure splendido, di Palermo e si entra in una dimensione a misura d’uomo. Piccoli borghi, alcuni dei quali tra i più belli d’Italia, stesi sui pendii e arrampicati sui cocuzzoli, dominati dalla Chiesa Madre e spesso da un imponente castello: le case addossate e compatte a formare un’unica quinta scenica di pietra. Gangi, che ha conquistato nel 2014 il titolo di Borgo dei Borghi e unico comune siciliano a essere insignito del prestigioso titolo di Gioiello d’Italia 2012 dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, Castelbuono, grande, operoso, vivacissimo, le due Petralie, Soprana e Sottana, inquadrate nella loro scenografica disposizione, Pollina, piccolo borgo su un’altura con un aereo teatro a gradoni, Caccamo, con il suo famoso castello merlato del 1094, dei Chiaramonti, dei Prades, dei De Spuches, una vera cittadella fortificata che dall’alto domina il borgo, oggi arricchito da esposizioni di armi, arredi, abiti, che rievocano la storia dei secoli passati. Come sale di un unico museo diffuso, dove da un belvedere all’altro, da un poggio a un’altura, si scoprono statue di marmo del Gagini, stucchi dei Serpotta, paliotti d’altare dipinti, tabernacoli d’argento.
Su tutti domina Cefalù, piccolo gioiello sul mare, imperdibile per la sua cattedrale. Come quella di Palermo e di Monreale, rientra nel circuito arabo-normanno legato al nome del grande Ruggero II e a quello stile particolare che segnò un’epoca breve e intensa, inserendo nelle forme e nei decori arabi, la solennità delle cattedrali cristiane. Ne derivarono capolavori unici. Nella piazza centrale di Cefalù, sopra un’alta scalinata, sullo sfondo del promontorio potente che la protegge, la cattedrale appare con le sue torri sulla facciata. La verticalità impone soggezione, mentre la luce del sole siciliano penetra nelle navate e fa brillare l’oro dei mosaici. Intorno si stende Cefalù con i suoi vicoli in salita verso la rocca o in discesa verso il mare, il lavatoio medievale, il corso principale animato da botteghe e ristoranti, e il famoso Museo Mandralisca che conserva due capolavori, il Ritratto d’Uomo di Antonello da Messina, e il cratere a figure rosse su fondo nero detto del Venditore di tonno.
Da questo mare invitante, mosso da promontori e insenature, si parte verso l’interno alla scoperta delle Madonie. Un paesaggio verdissimo, ricco di coltivazioni, ulivi, vigne, alberi da frutta, noccioli, che si alternano alle piante mediterranee, agavi, palme e fichi d’India. Che raccontano la storia di una terra ricca e fortunata al centro del Mediterraneo, granaio e scrigno di tesori. Non a caso cercata e conquistata da tutti i popoli più potenti: Greci, Romani, Arabi, Normanni, Svevi, Spagnoli. Il distretto che abbraccia i territori di Cefalù e delle Madonie ha conosciuto il succedersi della storia e delle conquiste in maniera più defilata e indiretta. Qui il nome ricorrente è quelli dei Ventimiglia, marchesi di Geraci, potenti feudatari che hanno lasciato tracce ovunque. Castelbuono è la cittadina che più li rappresenta. Il convento di San Francesco ospita le loro tombe e il bellissimo Castello del 1300, da cui prende nome la città, racconta la loro grandezza. Il capolavoro è la cappella palatina di Sant’Anna con la reliquia a cui i Castelbonesi sono devotissimi e gli splendidi stucchi bianchi su fondo oro dei Serpotta. Trasformato in museo il Castello espone reperti importanti di arte sacra, di archeologia e una mostra estemporanea di pupi siciliani. Interessante anche il museo naturalistico Francesco Minà Palumbo, famoso medico dell’Ottocento, che si dedicò a studiare il patrimonio botanico delle Madonie allora ancora sconosciuto. Per le strade di Castelbuono tutta la vivacità di una bella cittadina ricca di iniziative sociali e culturali che già hanno fatto notizia, come la raccolta dei rifiuti con gli asinelli. Pulizia e ordine ovunque, a sfatare uno dei luoghi comuni sul Sud Italia.
Pulizia e ordine anche a Gangi, che nel breve tratto del centro storico, affacciato con il suo belvedere sulla vallata, offre la Chiesa Madre, il Museo Civico e lo splendido palazzo Bongiorno del Settecento, affrescato e decorato, sede dell’Accademia degli Industriosi, considerato il più grande circolo culturale e letterario delle Madonie. I palazzi nobiliari, propri delle ricche baronie spagnole, sono imponenti nelle due Petralie. Alternati, con i loro balconi panciuti di ferro battuto, con le chiese ricche di stucchi, paliotti di alzare, cupole maiolicate, pavimenti a mosaico, altari a tarsie marmoree. Nella passeggiata per il centro storico lo sguardo passa da palazzi e chiese al panorama che si estende su quelli che un tempo erano feudi sconfinati: belvedere aerei ovunque, che fanno intravedere in lontananza l’Etna incappucciato e le Eolie. Da non perdere la mostra di carretti siciliani a Villa Sgadari di Petralia Soprana, eccezionale esposizione che celebra i colori, l’artigianato, le tradizioni e le leggende più tipicamente siciliane. Alle passeggiate culturali si alternano i percorsi naturalistici. Vicino a San Mauro Castelverde si aprono le gole di Tiberio che dal 2001 sono sito dell’European Geopark Network, riconosciuto dall’Unesco. Formate dalla erosione millenaria delle acque del fiume Pollina, si presentano come un canyon spettacolare dalle pareti levigate e a strapiombo: si visitano con escursioni in gommone accompagnati da guide specializzate (www.goleditiberio.it – www.madonieoutdoor.it). La natura più autentica è quella poi che si scopre inerpicandosi ancora più in alto, verso le cime delle Madonie. Lasciati gli ulivi, gli aranceti, i fiori viola e gialli, si sale verso le faggete di Piano Battaglia, rifugio dei palermitani d’estate e d’inverno per escursioni, sci, trekking, percorsi in mountainbike.
Enogastronomia
Il prodotto più originale è la manna, prodotta soltanto nei comuni di Castelbuono e Pollina: una linfa che si ottiene incidendo gli alberi di Fraxinus Orniello. Il museo della manna di Pollina spiega la storia, la lavorazione e l’utilizzo di questa preziosa sostanza. La manna é un presidio Slow Food delle Madonie come il miele di api nere, il fagiolo Badda di Polizzi, la provola delle Madonie. Il miele di api nere si produce nell’azienda agrituristica Bergi di Castelbuono, che ci introduce in un mondo laborioso, dove si producono anche, con filiera bio, frutta, conserve, piante officinali, olio, che si possono apprezzare con i percorsi didattici e nelle eccellenti proposte culinarie: minestra maritata di verdure, finocchietto selvatico, cardo, fave secche, caciottine alla curcuma, timballino di melanzane, pasta alle fave, asparagi e crema di ricotta (www.agriturismobergi.com). Originali percorsi “food tour” con Castelbontà a Castelbuono, che tra l’altro vanta ben 30 ristoranti di qualità: permettono di esplorare di tappa in tappa i monumenti del paese insieme con esperienze golose. Qui è imperdibile la sosta da Fiasconaro, che, per merito del maestro pasticcere Nicola, è diventato famoso ben oltre i confini siciliani. Passione per la pasticceria più tradizionale e insieme ricerca di nuove prelibatezze dolciarie. Da qui la produzione di una ricca linea di panettoni, dolci tipici della tradizione natalizia, ripensati e rivisitati in chiave siciliana e madonita, oltre ai dolci alla manna, le confetture, colombe, torroni e croccanti che mirano a valorizzare il pistacchio siciliano e la mandorla d’Avola (www.fiaconaro.com – www.castelbonta.it) Una storia di eccellenza quella della Abbazia Santa Anastasia che oggi si presenta come un Relais di charme, immerso nella natura e circondato dai vigneti e dagli oliveti della tenuta: la cantina produce vini con metodi biologici e biodinamici. www.abbaziasantanastasia.com). Biscotti speciali nel biscottificio Paolo Forti a Castelbuono, tra cui le famose cassatine alle mandorle, pistacchi e fichi (www.biscottipaoloforti.com).
Dove dormire e mangiare
Hotel Dolcestate: a Campo Felice di Roccella un hotel villaggio quattro stelle sulla costa (www.hoteldolcestate.com).
Costaverde: un hotel club molto grande, quattro stelle, che dalla sua verde collinetta offre tramonti suggestivi sulla costa di Cefalù (www.hotel-costaverde.it).
A Cefalù, sul lungomare, di fronte al panorama del promontorio e del borgo, sosta golosa alla bottega pizzeria Tivitti, per assaggiare la pasta alla Norma e sarde a beccafico, accompagnate da una ricca scelta di vini siciliani (www.bottegativitti.com). Eccellente ospitalità a Villa Rainò di Gangi, una villa nobiliare del Settecento restaurata e trasformata in B&B di charme, affacciato con una splendida vista sulla campagna e sulle colline. Arredi ricercati e cucina tipica ricchissima di antipasti: cipolle in agrodolce, caponata, bruschette, formaggio al pepe, frittata di ricotta e di patate, anellini alla Norma, pasta ai funghi (www.villaraino.it). A Piano Battaglia, vicino ai campi da sci, a 1600 metri, il Rifugio Marini del Cai offre l’accoglienza di un ambiente familiare e la più autentica cucina del territorio: polpette di finocchietto e funghi, caponata di mele, pecorino, provola delle Madonie, minestra di fagioli di Badda (www.rifugiomarini.it).
Info turistiche: www.federicosecondo.org – www.cefalumadoniehimera,it