Alla scoperta della città francese posta su una collina che domina il Rodano. Famosa in tutto il mondo per i suoi poli universitari d’avanguardia, la sua cucina e la sua passione per l’arte
di Silvana Rizzi
Lione dei misteri, Lione clericale, Lione laica… Sono tanti gli appellativi che accompagnano Lione, città oggi in continua evoluzione, con poli universitari d’avanguardia, una cucina nota in tutto il mondo e grandi novità in campo artistico. Sulla collina, che domina il Rodano, si innalza la basilica della Fourvière, costruita dall’arcivescovo della città per onorare il voto solenne fatto davanti a tutta la cittadinanza, quando, dopo la sconfitta di Napoleone III nel 1870, Lione riuscì ad evitare l’invasione prussiana. Al miracolo religioso, la città laica contrappose, sulla stessa collina, a breve distanza, la sua Tour Eiffel. Entrambe le costruzioni, nelle luci della sera, si ergono orgogliose, a suggerire le due anime di Lione. Proprio alle luci è legata oggi La fete des Lumières (www.fetedeslumieres.lyon.fr), che ogni anno dal 5 all’8 dicembre attira gente da tutto il mondo con installazioni e scenografie straordinarie.
Lione città segreta?
A dar credito a questa fama, c’è qualche buon motivo. Uno è senz’altro l’esistenza dei traboules, i passaggi segreti, che collegano palazzi e stradine da Rue St-Jean a place St.Paul, cuore del Vieux Lyon, l’affascinante quartiere medievale e rinascimentale, che si estende ai piedi della collina di Fourvière. Di traboules ce ne sono di tutti i tipi, da quello più semplice, che passa da un vicolo all’altro, a quelli più complicati, che attraversano due cortili o salgono un paio di piani di un antico palazzo, prima di sbucare due strade più sotto. A questo punto, è facile immaginare che, proprio grazie all’intrico di questi labirinti, molti lionesi hanno salvato la pelle durante la Rivoluzione e il periodo della Resistenza, nella seconda guerra mondiale.
La Cour des Loges
Il mistero dei traboules rivive nella Cour des Loges (www.lacourdesloges.com, 6 rue du Boeuf), il cinque stelle nel cuore della Vecchia Lione, che riunisce quattro dimore rinascimentali, trasformate in albergo dalla famiglia Sibuet con la gran classe, che caratterizza gli altri alberghi di loro proprietà, dalle Fermes de Marie a Megève alla Bastide de Marie a Ménerbes, in Provenza. Un corridoio d’entrata dipinto di un colore rosso pompeiano porta al cortile principale protetto da una spettacolare serra di vetro e alla reception. François, uno dei preziosi portieri, si occupa degli ospiti, indicando sulla pianta della città le mete artistiche più interessanti e i luoghi dello shopping. Ci si siede a leggere guida e giornale al bar, caldo e accogliente, ci si ferma per pranzo a Le Café- Epiceries, affacciato su rue du Boeuf, un bistrot di alto livello, ci si ritempra alla Spa Pure Altitude, all’ultimo piano. Per cena, il ristorante stellato Les Loges promette piatti di alta cucina elaborati dallo chef Antony Bonnet, come il foies gras cotto nell’arancia e i dessert, leggeri e mai troppo zuccherati. Quanto alle camere, diverse una dall’altra, tra le più belle c’è sicuramente la “Chambre du Peintre” o quella con il trompe l’oeil dedicato al Canal Grande veneziano.
La grande novità: il Musée des Confluences
Inaugurato nel dicembre scorso, il Musée des Confluences (www.museedesconfluences.fr) è stato così chiamato per la sua posizione, all’incrocio dei due fiumi, la Saona e il Rodano, dalle opposte confluenze energetiche, la prima femminile e la seconda maschile, a cui si fa risalire la magia della città. A questa spiegazione se ne aggiunge un’altra: il museo vuole essere il simbolo della confluenza tra scienza e meraviglia. La struttura modernissima in vetro e acciaio, opera dello studio austriaco Coop Himmelb(1)au, nasce dall’ambizioso obiettivo di raccontare la storia dell’uomo, partendo dal principio che tutte le società, da quelle primitive alle odierne, si pongono le stesse domande sull’origine dell’uomo, sul nostro rapporto con l’universo e sui misteri che lo circondano. Il progetto si traduce in quattro sale permanenti, ognuna con un tema, illustrato con oggetti scenografici e storici, audiovisivi adatti anche ai bambini, in un continuo incrociarsi di scienza e irrazionalità. Il successo del museo? Si esce da qui emozionati e pieni di curiosità.
Da non perdere
Se il Vieux Lyon è il simbolo della ricchezza passata, quando setaioli e prosperi banchieri facevano erigere fastose dimore, la Lione della fine del Novecento, con il Musée des Beaux Arts (www.mba-lyon.fr, da vedere per l’originalità delle tele esposte) e le eleganti vie, come Auguste Lecomte, è il simbolo della borghesia di oggi, amante delle tradizioni e della buona cucina. Per convincersene, basta andare alla domenica mattina alle Halles Paul Bocuse (120 cours Lafayette, www.hallespierrebocuse.lyon.fr), il grande chef nato qui, e degustare le ostriche atlantiche con un bicchiere di vino bianco, come ogni lionese degno di questo nome.
Ultimi suggerimenti
Un giro alla scoperta delle oltre 150 case dipinte con la vita della città in trompe l’oeil, tra cui Le Mur des Canuts, una salita al quartiere della Croix Rousse, un tempo regno degli ateliers della seta, oggi prediletto dai radical chic lionesi. Per capire il fascino dell’antico mestiere, merita una visita il Musée des Tissus et des Arts Décoratifs(34, rue de la Charité,www.lyon-france.com/MTAD),mentre l’interessante ristrutturazione della Cité Internationale a opera di Renzo Piano esalta la città contemporanea. Chi arriva in aereo o in treno getti un’occhiata alla stazione dei TGV all’aeroporto St-Exupéry, scenografico volo d’uccello in vetro e acciaio progettato da Santiago Calatrava. Info: www.rendez-vousenfrance.com, www.france-voyage.com/lyon, www.ncf.com