C’è sempre una buona ragione per andare in questo antico borgo a due passi da Verona e dal lago di Garda. E la prima è il richiamo della sua tradizione gastronomica
di Patrizia Ribuoli
Una lunga storia
C’è un posto magico incastonato nel dolce paesaggio delle colline moreniche: è Valeggio sul Mincio, antico borgo a cavallo di due Regioni che per lingua, tradizioni e storia si identifica con la cultura lombardo-veneta. E, a completarne il fascino, c’è la frazione di Borghetto, posta come per mano di un abile architetto paesaggista proprio a ridosso di un antico guado del fiume Mincio. Una storia, quella di Valeggio, che si perde nella notte dei tempi: già trentacinque secoli fa, più o meno dove oggi si trova Borghetto, sorgeva un grande villaggio palafitticolo, e alla fine del secolo scorso furono trovati, vicino alla collina, gioielli di indiscutibile fattura etrusca. Ma non basta: l’importanza del guado sul Mincio non sfuggì neppure agli strateghi romani, che realizzarono dei raccordi stradali tra questo passaggio e le Vie Consolari Postumia, Gallica e Claudia Augusta: la loro presenza è testimoniata anche dal ritrovamento, in zona, di numerose sepolture caratterizzate da iscrizioni latine e da monumenti marmorei. Ma la Valle del Mincio, e la zona di Valeggio in particolare, è stata protagonista della storia anche in epoche più recenti, soprattutto durante le guerre del Risorgimento, quando proprio in questi luoghi aspri combattimenti furono decisivi per le sorti dell’Italia moderna.
Tante buone ragioni
“Valeggio vale il viaggio: c’è sempre un buon motivo per venire qui”, dice orgogliosamente Nadia Pasquali, figlia d’arte nel mondo della ristorazione di Valeggio: Alla Borsa (http://www.ristoranteborsa.it), raffinato locale in pieno centro storico conosciuto come “il paradiso del tortellino”, è gestito dalla sua famiglia fin dal 1959, quando Alceste Pasquali rilevò la “borsa merci” del paese. Innamorata delle sue radici e dal 2008 vicepresidente dell’Associazione ristoratori valeggiani, Nadia è la miglior guida per scoprire il bello, e il buono, di Valeggio. E infatti dice: “Un soggiorno qui è un regalo a se stessi che vale la pena di concedersi in ogni stagione. Perché qui tutto sembra tagliato su misura assicurare relax, divertimento, piaceri della cultura e piaceri della gola”.
Itinerari da intenditori
Come darle torto? A Valeggio sul Mincio ci si può perdere in un interessante itinerario storico-artistico che tocca il bel Palazzo Municipale del XVIII secolo, la coeva Chiesa parrocchiale di San Pietro in Cattedra, l’imponente settecentesco Palazzo Guarienti, la splendida Villa Maffei Sigurtà del Quattrocento, la piccola, ma stupenda, Villa Gandini Zamboni del XVIII secolo, la Chiesa di San Marco Evangelista di Borghetto e, naturalmente, l’imperdibile Castello Scaligero medioevale con la sua Torre Tonda risalente al X secolo e lo spettacolare Ponte Visconteo che ogni anno fa da palcoscenico alla più celebre manifestazione locale: la festa del Nodo d’amore. “E non basta ancora”, continua Nadia Pasquali, “Sono tante le attrazioni a una manciata di chilometri da Valeggio, primo fra tutti il Parco Giardino Sigurtà adagiato ai margini delle colline moreniche, prodigioso esempio di come le acque del Mincio possano rendere rigogliosa l’arida vegetazione collinare. A due passi da Borghetto, ad Ariano, c’è anche il Parco Acquatico Cavour, e poco lontano sorge il Museo Nicolis (www.museonicolis.com), il gioiello di un collezionista che della sua passione ha fatto un museo strepitoso con auto, moto, bici, macchine fotografiche e organetti da piazza: tutti pezzi unici veramente. Infine, un breve tragitto in auto porta a Gardaland, il più celebre e celebrato parco dei divertimenti italiano”.
I piaceri della gola
Ma non neghiamolo: è la tradizione gastronomica l’asso nella manica di Valeggio, la calamita delle papille gustative che attira ogni anno tanto gli appassionati della cultura culinaria quanto i semplici ghiottoni. E la parte del leone, naturalmente, la fa il tortellino. “Certo, dice ancora Nadia Pasquali, “il tortellino è il piatto che non può mancare sulle tavole del paese in ogni festa o ricorrenza, e col tempo è diventato un vero e proprio motivo di richiamo commerciale e turistico per Valeggio. Ma geograficamente l’area in cui viviamo è uno scrigno di eccellenze a chilometro zero: dalla radicata tradizione agricola valeggiana, per esempio, nascono frutti straordinari come la pesca di Valeggio e il kiwi oltre a ortaggi pregiati. Se poi parliamo dei vini, possiamo solo riconoscerci privilegiati: sulle colline moreniche che ci fanno da sfondo nascono vini come il Bianco di Custoza e il Bardolino Doc che stupiscono a ogni assaggio con il loro profumo armonico, fruttato e dolce”. E se dopo un menu tanto ricco c’è ancora spazio per un dessert, vale la pena di ricordare che Valeggio va orgogliosa anche dei suoi dolci della memoria come la Torta delle Rose (nata oltre cinque secoli fa per omaggiare la bellezza di Isabella D’Este) o il gelato Coppa al Bagno, una delizia di crema alla nocciola accompagnata da una salsa liquorosa dalla ricetta rigorosamente segreta.
La leggenda del nodo d’amore
Le origini del mitico “tortellino di Valeggio” sono legate a un’antica credenza medievale, la “leggenda del Nodo d’Amore”, che narra dell’amore tra la Ninfa Silvia e Malco, brillante capitano delle truppe viscontee. Tradizione vuole che, quando Malco capì che la bella Silvia non avrebbe mai potuto stare con lui sulla terra, decise di seguirla nel mondo delle acque e insieme abbandonarono, sulle rive del Mincio, un fazzoletto di seta gialla annodato a forma di nodo d’amore. Fu proprio quel fazzoletto a fornire l’ispirazione alle massaie valeggiane per creare una delle più delicate prelibatezze che palato umano possa assaporare: quel quadrato di sfoglia sottile come la seta, farcito con un raffinato quanto saporito ripieno di carne, e infine annodato alla guisa di quell’antico pegno d’amore. Sua maestà il tortellino, insomma!
Una festa imperdibile
È dal 1993 che, ogni anno, per celebrare la leggenda del nodo d’amore, a giugno viene approntata una straordinaria cena sul Ponte Visconteo di Borghetto: uno spettacolo nello spettacolo che vede allineate e apparecchiate di tutto punto centinaia di tavole (la lunghezza totale è di un chilometro!) pronte ad accogliere migliaia di ospiti richiamati da tutto il mondo a vivere in prima persona l’evento. L’appuntamento è ovviamente in calendario anche quest’anno: il 16 giugno 2015 saranno oltre 3.500 i fortunati commensali per i quali verranno preparati, oltre a succulente pietanze, più di 600.000 tortellini fatti a mano uno a uno, che saranno poi accompagnati da 3.550 bottiglie di Custoza e Bardolino e saranno serviti in perfetta sincronia da 300 camerieri e 100 cuochi dell’Associazione ristoratori di Valeggio sul Mincio: un impegno colossale che vede all’opera 51 punti di ristoro open air allestiti alle spalle degli ospiti oltre a un centinaio di sommeliers dell’Ais di Verona. Fantastica l’atmosfera dell’evento e straordinario lo scenario: mentre un corteo storico in costume rievoca la vicenda dei due infelici innamorati percorrendo il ponte in tutta la sua lunghezza, in alto si staglia la sagoma del castello scaligero che, appena il sole tramonta, si incendia con i mille colori di uno spettacolo pirotecnico-musicale che sembra voler abbracciare, scendendo verso il basso, la romantica visione del ponte visconteo sotto cui scorre placido il Mincio. E quando tutto finisce c’è ancora una sorpresa: i piatti celebrativi da collezione, nati da un’idea del maestro orafo Alberto Zucchetta, offerti ogni anno ai fortunati commensali come ricordo della serata. I posti alla lunga tavolata sono ambitissimi e normalmente vengono riservati da un anno con l’altro, ma si può comunque provare a prenotare rivolgendosi alla Pro Loco di Valeggio o a uno dei ristoranti che fanno parte dell’Associazione Ristoratori Valeggio sul Mincio.
Per maggiori informazioni: www.valeggio.com – www.ristorantivaleggio.it