Una palestra a cielo aperto, gastronomia genuina in una cornice naturale strepitosa, vigneti autoctoni e percorsi ciclabili, primati di artigianato industriale: questo è il Friuli visto con l’occhio appassionato di chi ama la vita all’aria aperta e gradisce riscoprire sapori dimenticati.
Siamo stati in questi piccoli paesi ricchi di storia ma soprattutto di storie. Normalmente si pensa che la gente friulana sia un po’ chiusa, invece abbiamo conosciuto persone simpatiche e cordiali, abbiamo scoperto uno spaccato di vita vera genuina e avvincente.
a cura di Rosanna Fudoli
Abbiamo intrapreso questo viaggio alla scoperta di uno spaccato di Friuli genuino ma non ci aspettavamo tanta bella gente, autentica, piena di voglia di vivere e di raccontare il proprio territorio.
Siamo stati a Sequals, il paese di Primo Carnera, il grande pugile, ma anche un paese adorno di vigneti importanti e tanta natura preziosa. Poi è stata la volta di Maniago, la cittadina dei coltelli; caspita, si può ben dire, la loro produzione è immensa e molto particolareggiata. Un tuffo ancora più naturale l’abbiamo fatto attraversando la piana, bella da percorrere in bicicletta, fino a lago di Barcis ed alla triste zona del Vajont.
Le Dolomiti Friulane, con Piancavallo, le Valli Pordenonesi, i Magredi, rappresentano un territorio unico. Dichiarate dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità, si trovano in provincia di Pordenone, nel Friuli Occidentale.
A buona ragione si considerano una palestra a cielo aperto. Qui tutti gli sport sono praticabili: vari sono i circuiti per parapendio, percorsi trekking dai più facili ai più arditi, arrampicate notevoli, rafting, passeggiate a cavallo ed in mtb. E poi alla fine di una giornata adrenalinica e comunque da vivere all’aria aperta, sapori e saperi di una gastronomia tradizionale realizzata con prodotti genuini del territorio, allietati da generosi vini anche per palati tra i più esigenti.
Uno spaccato della zona
Il Parco Regionale delle Dolomiti Friulane, il più esteso del Friuli-Venezia Giulia, 36.950 ettari di natura intatta e selvaggia; Piancavallo, nota e attrezzata località di sport sia invernali che estivi, principale polo sciistico della montagna pordenonese; il Parco del Prescudin, oasi naturalistica ricchissima di specie rare di fiori e arbusti, dove si arriva dopo aver risalito la Valcellina, con il suo spettacolare orrido e le pareti di roccia che attirano i climbers di tutto il mondo; Poffabro e Frisanco, con le loro case di pietra “Borghi belli d’Italia”; Erto (paese dello scultore- scrittore Mauro Corona, cantore dei boschi) e Casso, sul tragico sfondo della diga del Vajont di cui nel 2013 è ricorso il 50° anniversario della tragedia; Claut campo base per lunghi trekking e spettacolari arrampicate e, d’inverno, di traversate sci alpinistiche e arrampicate su cascate di ghiaccio; Andreis, con il Nordic Life Park, da cui prendono il via percorsi anche di più giorni per gli appassionati di nordic walking, e il Centro recupero rapaci, dove vengono curati (e poi rimessi in libertà) rapaci feriti; Cimolais, sede del Parco Dolomiti Friulane, con il Recinto faunistico di Pianpinedo (35 ettari di montagna, dove vivono in libertà caprioli, cervi, stambecchi) e il Sentiero botanico; la Val Tramontina con boschi fittissimi e alpeggi. E ancora forre e grotte (le più spettacolari sono quelle di Pradis); laghi incantevoli come quelli, azzurrissimi, di Barcis e di Tramonti, e torrenti, paradiso del canyoning e del rafting.
Ai loro piedi, l’aspra terra dei Magredi (delicato ecosistema che ha di simile solo la steppa russa); Polcenigo, con la profondissima e limpida sorgente del Gorgazzo dalle acque gelide e cristalline; Caneva (con il sito paleolitico di Palù, alle sorgenti del Livenza, tra i più importanti villaggi palafitticoli dell’Italia settentrionale, dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità); Maniago (dal Medio Evo capitale italiana delle lame e dei coltelli); Sequals, patria di terrazzai e mosaicisti, con la casa natale del campione di boxe Primo Carnera, “il gigante buono”; Spilimbergo, fra le più affascinanti cittadine del Friuli Venezia Giulia, col castello medievale dalla facciata dipinta, il duomo con affreschi trecenteschi e il borgo antico, nota per la sua Scuola Mosaicisti, unica al mondo.
La gastronomia da queste parti è genuina e, in base ai vari periodi dell’anno, è proprio legata al territorio. Noi abbiamo visitato questa zona in primavera ed è stato un tripudio di piatti a base di erbe aromatiche spesso selvatiche e sempre ottime per realizzare cibi molto particolari. Abbiamo degustato piatti dalle gustose peculiarità, così come venivano cucinate una volta o sapienti elaborazioni di pietanze tradizionali in chiave moderna e creativa.
L’albergo ristorante Belvedere
Se avete voglia di visitare questa zona e rivisitare le vostre conoscenze sulla gente friulana, venite a conoscere la Silva: una forza della natura, simpatica e sempre in movimento gestisce l’albergo ristorante Belvedere di Sequals. Solo per un caso non è nata dentro il suo albergo, ma sicuramente ne ha fatto da sempre la sua “tana”, che condivide con gli ospiti e la sua famiglia. Lei organizza, cerca prodotti, crea per suo marito, il buon Stefano, che in cucina realizza manicaretti di alto livello. Particolari ed elaborati menu stagionali, ma anche carni e pesci cucinati sulla grande griglia del romantico ristorante, pieno di cuori (la Silva ne fa collezione), di mobili antichi ed eleganti stoviglie modernissime. I formaggi dei pastori locali, gli animali da allevamenti della zona o comprati dai cacciatori del posto. La pitina (sembra un insaccato ma è una sorta di grossa polpetta ottenuta esclusivamente da carne di ungulati, ingentilita da erbe aromatiche, sale, pepe, passata nella farina di mais, affumicata e stagionata).
Tra i manicaretti realizzati con erbe raccolte la mattina dalla Silva e le degustazioni di vini (cantina stuzzicante e ben fornita), riceverete un trattamento molto cordiale e familiare.
Da conservare in un angolino della memoria: crostini di pane con ciuffi di tarassaco saltato, involtino di radicchio con formaggio frant, tagliolini freschi alle erbe selvatiche o del proprio erbario, trota iridea con santoreggia del fiume Meduna, crepes alle more ed il grande vino dell’Albino Armani.
Se riuscite a capitare nel periodo dei “pic chic” questi saranno veramente indimenticabili: sul greto del grande fiume … un pic nic allestito come una fiaba da mille e una notte … e trionfo di prelibatezze di ogni genere. I menu possono anche essere tematici: menu degustazione a base di erbe, cioccolato, pesce azzurro, fiori …
L’albergo ha camere comode e fantasiosamente arredate: un letto a baldacchino, un mobile molto moderno… e tanta luce. Molto spazio ai colori pur nella monocromia delle camere: scegli un colore ed avrai la camera che sta nelle tue corde. www.albelvedere.it
Il rifugio Vallata
Di altro genere la visita al rifugio Vallata, sul lago di Barcis, un angolo di paradiso tra i boschi, dove assaporare piatti della tradizione in un piccolo e accogliente ambiente tutto in legno. Dalla vecchia stalla i cugini Carlon hanno ricavato questo rifugio, con 5 camere: bello in tutte le stagioni. Qui si cucina come una volta, si è trovato anche qualche seme del famoso “cinquantino” e con la sua farina tutt’ora si fa la “polenta e pastic” (polenta preparata con l’antico grano rosso di Barcis, rape fatte macerare in botti di legno per circa 60 giorni e cotte con salsiccia, costine e cotechino). Boschi verdissimi, prati pieni di violette e fiori di montagna o tanta neve da far fatica a camminare, ma sempre come sfondo le acque cristalline del Barcis che rispecchiano questa natura incontaminata. www.rifugiovallata.it
Il ristorante La Stella
E, dulcis in fundo, tra i ristoratori che abbiamo conosciuto c’è Regis, che insieme alla sua famiglia gestisce il ristorante La Stella di Meduno. Arte e gastronomia, simpatia ed accoglienza in un ambiente molto personalizzato. Appena entri ti sembra di essere arrivato in un mondo che non c’è più: la musica di sottofondo è “antica”, ti riscopri a canticchiare motivetti della tua giovinezza mentre ti guardi intorno: tutto legno, qualche pezzo artistico di scultori della zona, alcuni mobili d’arte povera, un piano lavoro di scultura moderna, vasellame di ceramica locale e poi … Che ardore nel raccontarti le varie pietanze e non solo come sono state elaborate ma anche come è particolare il tizio che gli vende i formaggi o la storia di quello dove acquista la carne o le verdure e le caratteristiche dei vari prodotti del territorio. Simpatia e freschezza d’animo su un “lettuccio” di squisite ricercatezze. Polenta naturale con salsine varie, grissini di mais, gnocchi di patate con ragù di piccione o tagliatelle fresche con lumache, galletto al profumo di grappa o frittata con cipolla rossa di cavasso ed un dolcetto al rabarbaro. Vino locale e non dimenticate le mele … Questa è la zona delle mele antiche e del vento. Arrivano da tutta Europa per lanciarsi dal Valinis a Meduno, è uno dei pochi siti dove ci si lancia e si ritorna nello stesso posto, grazie alle particolari correnti. Fatevi raccontare anche di questa meraviglia da Regis. Tel.042786124
La Cantina Bulfon
Come detto, anche in questa parte di Friuli i vigneti si perdono a vista d’occhio malgrado non sia così facile strappare terra alle pietre. Si tratta di un terreno ben difficile da lavorare e ben lo sanno i viticultori locali. Abbiamo visitato, in questa nostra escursione friulana, la cantina della Famiglia Bulfon, da alcune generazioni al servizio del vino. Emilio, che ha ottenuto grandi risultati da antichi vitigni autoctoni recuperati, è un artista oltre che produttore di vino. Ha iniziato circa 20 anni fa a dipingere le sue etichette, seguendo lo stile medievale della chiesetta d’angolo. Grande passione per questo periodo storico e per i suoi vini, realizza anche quadri e murales all’interno ed all’esterno della cantina. La sua è una produzione di circa 70.000 bottiglie l’anno, molte delle quali vendute all’estero, oltre che in azienda ed ai ristoranti della zona. Insieme ad un gruppo di operatori locali di enogastronomia sta realizzando, davanti alla cantina, un punto di degustazione e conoscenza dei prodotti del territorio. Fa parte della famiglia anche un piccolo e moderno agriturismo ben curato e comodo sulla pedemontana ciclabile che porta fino a Treviso. www.bulfon.it
Per conoscere meglio le Dolomiti Friulane
www.dolomitifriulane.info – info@dolomitifriulane.info
Non dimenticate di visitare il museo dell’arte fabbrile e delle coltellerie di Maniago. Un percorso didattico ed informativo dalle origini ad oggi. www.museocoltellerie.it
Vari gli eventi che si svolgono da queste parti, soprattutto in estate, visitate la pagina dedicata agli eventi nel sito delle Dolomiti Friulane.