A spasso nel centro di una delle più giovani capitali europee, quella slovena, abbandonandosi ai ritmi lenti delle passeggiate pedonali sul lungofiume
di Leonardo Felician
Lubiana, capitale della Slovenia, è particolarmente affascinante in due stagioni: in primavera, quando gli alberi cominciano a fiorire, e in autunno, quando le foglie cambiano colore. In estate i grandi alberi formano un corona verde intorno al percorso del battello che partendo da una banchina del centro, poco distante dall’ufficio del Turismo, pigramente si snoda sul fiume Ljubljanica che attraversa tutta la città , oltrepassato da alcuni bei ponti che ne scandiscono la storia: i centralissimi Tre Ponti, il ponte dei Calzolai (ÄŒevljarski most), il ponte di San Giacomo (Å entjakobski most) e il famoso ponte dei Draghi. Il corso d’acqua che sembra tranquillo, pulitissimo e pescoso, nasce in territorio croato, attraversa cinque caverne carsiche sotterranee prima di sbucare nella piana di Lubiana e poi come affluente della Sava porta le sue acque, per questa ragione sempre fredde, fino nel mar Nero. Nel periodo del digelo in primavera o della piogge autunnali il fiume ha causato in passato numerose inondazioni fino a quando il corso è stato regolato da un canale scolmatore e da due chiuse di regolazione.
Dopo la gita in battello e la passeggiata nelle vie del centro popolate di chiese barocche e bei palazzi liberty, a pochi passi dalla zona pedonale del centro raccolta intorno ai famosi Tre Ponti che attraversano il fiume, a pochi passi dalla cattedrale di San Nicola si trova la piazza Krekov da dove parte una piccola funicolare che permette di salire comodamente alla collina su cui sorge il castello. Restaurato di recente e allestito in maniera suggestiva con un percorso di visita virtuale dal quale si può approfondire la lunga storia della città e di tutta la Slovenia, il castello offre anche un filmato multilingue sulla storia del luogo e, dall’alto della sua torre, un bellissimo panorama che permette di cogliere con un solo sguardo tutta la città . Dentro il recinto dellle mura si può mangiare alla Trattoria del Castello (Gostilna na Gradu) (www.nagradu.si) dove in un bell’ambiente e anche all’aperto nella bella stagione si trovano piatti di cucina slovena tradizionale rivisti con uun pizzico di innovazione.
In una piana sulla via dell’Ambra tra l’Adriatico e il Baltico, Lubiana fu centro di commerci fin da epoca remotissima e insediamento dei celti, rifondata poi dai romani con il nome di Emona. Distrutta da Attila all’epoca dell’invasione degli Unni, fu ricostruita e passò sotto l’Impero Asburgico che per secoli governò il paese. Ebbe una fioritura barocca anche con l’apporto di architetti italiani, ma sviluppò un suo tono particolare tra metà Ottocento e l’inizio del ‘900, con la fioritura di quella originale corrente architettonica che lasciò di un’architettura che lasciò tracce in tutta Europa con nomi diversi, Sezession in Austria, modernismo in Spagna, Art Nouveau in Francia, ma che a Lubiana permise ad alcuni architetti di origine slovena che avevano lavorato a Vienna e nell’Europa Centrale di tornare a casa e lasciare qui alcune testimonianze di palazzi ancora oggi ammiratissimi. I più originali sorgono sulla via Miklosiceva, dove si trova anche il Grand Hotel Union (www.gh-union.si), ridonato di recente ai fasti della sua inaugurazione, avvenuta nel 1905, un periodo molto fecondo della storia e dell’arte europea, non a caso chiamato Belle Epoque. Città a misura d’uomo, dai ritmi lenti nelle passeggiate pedonali del lungofiume nel centro, Lubiana è una città giovane con i 65 mila studenti che convergono sulle sue università : essendo dagli anni ’80 capitale di uno stato anch’esso giovane, non è infrequente vedere nel centro diverse ambasciate, spesso alloggiate in graziosi villini d’epoca.