In Patagonia, a un passo dal Paradiso
di Sahara Sebastiani
Se il destino volesse farci un bel regalo, che strade ci indicherebbe cometa per la vacanza più bella dell’anno? Certamente ci condurrebbe verso luoghi incontaminati, dove la natura la fa ancora da padrona e dove è ancora possibile vivere secondo i ritmi lenti scanditi dal vento e dal sole. E, soprattutto, dove sia ancora possibile far proprie emozioni intense, suggestioni profonde che aiutano a comprendere qual è il vero senso delle vacanze estive. Ma posti così esistono davvero, si chiederà qualcuno? La risposta è sì. E più di uno. Per esempio ci si può avventurare in un lungo itinerario alla scoperta della Patagonia, per poi rimanere senza fiato davanti allo spettacolo offerto dai pinguini, dagli elefanti marini, dai grandi cetacei. Oppure ci si può arrampicare su una mongolfiera e lasciarsi cullare dal vento sopra la savana sudafricana, per spiare leoni, giraffe, gazzelle e leopardi nella loro vita quotidiana convinti di essere al riparo da sguardi indiscreti. Oppure, ancora, ci si può stordire di sole e di mare facendosi trasportare da un’isola e l’altra dei Caraibi, o dell’Oceano Indiano, da un veliero d’epoca, per tuffarsi nelle acque calde alla ricerca di fondali ricchissimi, di barriere coralline così perfette da far da modello per ogni acquario ben allestito. E poi, lungo la strada indicata da un benevolo destino, si avrebbe anche l’opportunità di tastare con mano che non c’è luogo al mondo in cui l’estate proponga valori diversi: potremmo anche festeggiare il ferragosto mordendo noci di cocco o fette di torta Sacher, ma negli occhi dei bambini che avremo attorno ci sarà sempre lo stesso sguardo pieno di allegria e di felicità per la loro stagione dei giochi. Noi, comunque, come “meta-mito” dell’estate suggeriamo proprio la Patagonia: una vacanza destinata a rimanere indelebile nella memoria.
Verso la fine del mondo
Col nome Patagonia viene indicata quella vasta regione del continente americano che, tra l’oceano Atlantico a Est e l’oceano Pacifico a Ovest, si estende a sud del 39° parallelo fino allo stretto di Magellano. La Patagonia continentale appartiene per circa tre quarti all’Argentina e per un quarto al Cile, mentre, oltre lo stretto, c’è una grande isola: la Terra del Fuoco. Ma parlare di Patagonia e Terra del Fuoco non significa solo localizzarle a livello geografico: per molti, ancora oggi, sono i luoghi simbolo, addirittura sinonimo, di avventura irrealizzabile e temeraria ai confini del mondo. A dare ragione a quanti la pensano così, sono il paesaggio e la natura di questa regione che, pur essendo tra i più suggestivi del pianeta, sono cambiati di poco da quando i primi navigatori attraccarono sulle coste più australi del “Nuovo Mondo”. Sembra davvero che tutto sia rimasto immutato. L’origine degli abitanti di queste terre traspare dalle vetrine dei negozi, dalle ricette dei ristoranti, dallo stile architettonico delle case e dall’aspetto fisico della gente: in un miscuglio di culture, convivono tradizioni e costumi che il tempo non è riuscito completamente ad amalgamare. Fuori dai centri abitati c’è lo spazio infinito della terra e del cielo. Qui grandezza e maestosità della natura si offrono agli occhi del viaggiatore in un susseguirsi di paesaggi incantevoli e irripetibili. Montagne e coste dalla bellezza sconcertante, estensioni immense abitate da vento e guanachi: un’atmosfera che spinge al distaccamento dalla realtà e all’abbandono ai propri pensieri, alla meditazione. Ci sarà tempo per conoscere Buenos Aires, la capitale argentina, e visitare il “Caminito”, nel quartiere di La Boca; la Casa Rosada, affacciata sulla Plaza de Mayo, il quartiere coloniale di San Telmo e quello di Recoleta, per poi godersi in serenità la notte di Capodanno avvolti nell’atmosfera di un travolgente spettacolo di tango. Quindi via in volo verso El Calafate, per poi navigare sulle gelide acque del Lago Argentino, in un incantevole paesaggio di vette inviolate e azzurrissimi iceberg, verdi foreste e imponenti ghiacciai. Ma si può anche passeggiare fino al ghiacciaio Usala, e infine gustarsi un vero pranzo patagonico a base di “asado” (carne alla brace). E ancora: un’escursione al ghiacciaio Perito Moreno per ammirare il suo fronte largo quattro chilometri e alto 60 metri e un’altra, straordinaria, al Parco Nazionale della Terra del Fuoco, con la sua tipica vegetazione delle zone andine ai mille metri d’altitudine sebbene sia a livello del mare: è un paradiso per varie specie di uccelli, ma anche per la volpe rossa, il guanaco, la volpe grigia, il castoro e il coniglio. Poi, dopo aver navigato sul Canale di Bearle fino alle isole de Los LObos de los Pajaros, via di nuovo verso Trelew, dove ci aspettano la colonia di pinguini di Punta Tongo, la scoperta del paesino gallese di Gaiman e la visita al Museo Paleontologico di Trelew. Dopo si partirà per la Peninsula Valés, con attraversamento dell’Istmo Ameghino e la cittadina di Puerto Piramide, per proseguire poi fino a Punta Delgada passando dalla Salina Grande. E sarà lì, a Punta Delgada, che si potrà scendere in spiaggia per un incontro ravvicinato con una la colonia di elefanti marini. Ma le emozioni non sono ancora finita: si va in volo fino a Porto Iguazù, punto di partenza obbligatorio per vedere il lato brasiliano delle cascate, con alcuni tra i più impressionanti salti dell’intero sistema e una vista mozzafiato su tutto il lato argentino che si vedrà poco dopo e dove si trova il salto più imponente, la “Garganta del Diablo”. Bellissimo.