Jamaica? No problem!
di Sahara Sebastiani
Chi dice Giamaica, dice mito. Almeno per i viaggiatori con la “V” maiuscola, pronti a giurare che ti perdi molto se non vai almeno una volta in quella che è l’isola più famosa dei Caraibi, paradiso a un numero illimitato di stelle il cui solo nome evoca storie di pirati, di star di Hollywood, di guru del rock e, soprattutto, di ozi lussuosi su spiagge da sogni. E anche di favolose scoperte per chi ama la natura e gli animali. Già, perché la Giamaica è anche uno straordinario, grandissimo giardino che racchiude e protegge tesori naturalistici inestimabili. Come, per esempio, l’oasi ornitologica di Anchovy, a poco più di mezz’ora d’auto dalla baia da sogno di Montego Bay: è qui che la fanno da padroni 252 specie diverse di uccelli. O come le sponde verdissime e calde del Black River, dove ancora oggi non è impossibile imbattersi in temibili alligatori.
Leggeri come farfalle
La primavera è la stagione migliore per visitare la Giamaica, ma no problem anche se decidete di andarci in qualsiasi altro momento. Preché no problem? Facile: perché qui ve lo sentite ripetere da tutti ogni momento, è come un invito a vivere con la leggerezza di una farfalla l’esperienza di una vacanza in questa isola da sogno. Per la gente del posto ogni occasione è buona per ripetere no problem: allontanare da sé i problemi fa parte della loro filosofia quotidiana, del loro modo di essere e di vivere che si esterna così bene in quella camminata lenta e dinoccolata, una sorta di danza in onore del sole che bacia l’isola quasi incessantemente 365 giorni all’anno. Sarà forse per questo che la Giant swallowtail, la farfalla più grande di tutto l’emisfero occidentale (ad ali spiegate può raggiungere le ragguardevoli dimensioni di 15 cm), ha scelto di vivere solo ed esclusivamente in Giamaica. Segno del destino: anche la farfalla sarà rimasta affascinata da questo scampolo di terra tuffato nel blu dei Caraibi, 700 miglia a sud di Miami, dove per tutto l’anno la temperatura media dell’aria è di 29 gradi e quella dell’acqua del mare oscilla sempre tra i 24 e i 27 gradi. È vero che di tanto in tanto arriva un acquazzone stile getto della doccia aperto, ma dura solo una manciata di minuti, poi il sole dei tropici riprende il sopravvento. No problem, insomma.
Tante storie da raccontare
Correva l’anno 1000 a.C. e la Giamaica era un Eden incontaminato. Poi, però, due popolazioni precolombiane la raggiunsero confidando nella tenuta delle loro canoe scavate nei tronchi d’albero: erano i Cyboneys, provenienti dalla Florida, e gli Arawaks, tribù guerriera originaria dell’Orinoco. L’isola rimase il loro Eden esclusivo fino al 4 maggio 1494, quando le caravelle di Cristoforo Colombo gettarono l’ancora a Discovery Bay, straordinario golfo su cui si affaccia l’odierna, e mondanissima, Ocho Rios. Come la Giant swallowtail, anche Colombo si innamorò dell’isola, tanto che per 15 anni si guardò bene dall’affidarla alle cure dei governatori di Sua Maestà e se la tenne ben stretta come feudo personale. Impossibile condannarlo. La bellezza dell’isola lo giustifica: ancora oggi è uno degli angoli più suggestivi dei Caraibi, prodiga di segreti naturali e culturali tutti da scoprire, Eden indiscusso di un turismo d’élite.
Rockstar, attori & C.
Non è certo un caso se su questa che, con i suoi 11.424 chilometri quadrati di superficie, è la terza isola delle Antille, si sono incrociati i destini di molti tra i personaggi più in vista del XX secolo, uomini che hanno scritto pagine indelebili della storia del cinema e della musica: da Harry Belafonte e Errol Flynn, da Peter Tosh a Bob Marley fino a Sean Connery, alias James Bond, figlio diletto di Ian Fleming e agente segreto di Sua Maestà con tanto di licenza di uccidere, che agli albori della sua carriera di spia osservava un’indimenticabile Ursula Andress emergere, in un bikini mozzafiato, dalle acque calme e calde che lambivano proprio una spiaggia giamaicana. Questa culla di idoli che hanno fatto sognare intere generazioni di giovani tra gli anni ’70 e ’80 del Novecento, scampolo d’Africa tuffato nel Caribe, ricca di fiumi e coperta da una vegetazione foltissima, rappresenta anche un’oasi naturale d’importanza eccezionale: nel suo mare si nuota accompagnati da migliaia di crostacei e pesci tropicali, nei suoi cieli vola un incredibile campionario d uccelli, nei suoi fiumi vive persino il coccodrillo, mentre farfalle, manguste e lucertole accompagnano sempre anche la più semplice passeggiata.
Nel regno del Doctor Bird
Un discorso a parte meritano proprio gli uccelli della Giamaica: l’isola, infatti, si trova su una delle principali rotte migratorie caraibiche e, grazie a questa posizione privilegiata, ospita 252 specie diverse di volatili, delle quali 116 sono stanziali e addirittura 24 sono reperibili solo qui. Per esempio, si chiama Doctor Bird l’uccello nazionale giamaicano: di taglia veramente mini, con una coda lunghissima che da l’impressione stia indossando un tight, ha un piumaggio caratteristico e colorato, con il nero che contrasta con il verde smeraldo. È lui, il Doctor Bird, l’ospite d’onore del Bird’s Sanctuary di Anchovy, vicino a Montego Bay, riserva straordinaria dove è facile trovarsi a tu per tu anche con i Mango Bird, altri tipici uccellini giamaicani, e centinaia di altre varietà cinguettanti che faranno la felicità di qualsiasi appassionato di birdwatching.
Scendendo il Black River
Ma c’è anche un altro angolo di Giamaica assolutamente selvaggio e che, da solo, merita il viaggio: è la zona attorno al Black River, il fiume più lungo dell’isola, che sfocia a poca distanza dalla Treasure Beach, la spiaggia più bella di tutta la costa sud, e dalla Lover’s Leap, uno strapiombo sul mare alto quasi 500 metri, da dove leggenda vuole si siano persi nel nulla i protagonisti di una versione locale di Giulietta e Romeo. Il Black River è il solo fiume giamaicano in cui ancora vivono i coccodrilli, e vederli non solo non è impossibile, ma neppure pericoloso: alle foci, infatti, c’è un imbarcadero dal quale si sale a bordo i grandi chiatte che risalgono la corrente, permettendo a tutti di scoprire in totale sicurezza il fascino misterioso, e un po’ intrigante, dei più voraci signori dell’acqua. http://www.visitjamaica.com/