In Marocco tra dromedari, cicogne e magnifici cavalli
di Sahara Sebastiani
Le cicogne che, stanche del loro lungo viaggio verso il caldo, fanno il nido sulla cima dei minareti. L’ombra delle carovane di dromedari che, al tramonto, si staglia sulla superficie arrossata delle dune del Sahara. Le capre e i montoni che arrancano sulle rocce impervie della catena dell’Atlante. Stormi di migliaia di uccelli migratori lanciati nel cielo color cobalto che sovrasta le coste atlantiche. Asini addobbati come altari che tirano faticosamente carretti stracolmi di mercanzie, o che girano stancamente la ruota della macina in paesini fuori dal tempo che sembrano scenari dipinti per far da sfondo una delle favole delle Mille e una notte. E poi cavalli, tanti magnifici cavalli, quei favolosi cavalli arabi che qui rappresentano un vanto, una tradizione che affonda le sue radici in un passato nobile e aristocratico.
Panorami mozzafiato
Un viaggio in Marocco non manca mai di stupire e di affascinare. Perché, per quanto breve possa essere, una vacanza qui si traduce sempre in un’esperienza indimenticabile: è l’unico Paese dell’Africa settentrionale, del Magreb, che all’incanto di panorami verdissimi unisce il fascino misterioso del deserto, alla morbida sequenza del litorale mediterraneo sposa la sorprendente varietà delle spiagge dell’Oceano Atlantico, all’imponenza rocciosa e solitaria delle montagne dell’Atlante contrappone la vivacissima e colorata vitalità delle sue città , da Tangeri a Casablanca, da Rabat ad Agadir passando per quei monumenti della storia, dell’archeologia e della cultura marocchina che sono le città imperiali, Marrakech in testa, ma anche Fes, Meknes, Mulay Idris, Volubilis.
Un Paese per tutte le stagioni
Raggiungibile con meno di due ore di volo dai maggiori aeroporti italiani, il Marocco è davvero a portata di mano: è la meta perfetta per una vacanza invernale dal sapore esotico senza far ricorso alle grandi distanze. Di più: è anche l’ideale per chi, avendo magari a disposizione un po’ più di tempo della canonica settimana di ferie faticosamente ritagliata tra un impegno e l’altro, ha voglia di arrivarvi in auto, attraversando un po’ della vecchia Europa mediterranea o ricorrendo a un provvidenziale traghetto che accorcia le distanze. Del resto, il Marocco si può visitare con assoluta tranquillità in modo indipendente, e anche chi arriva con l’aereo può sempre noleggiare un’auto e poi inventarsi giorno dopo giorno il suo viaggio su misura. Grazie al suo clima temperato, è la destinazione giusta in ogni stagione: il sole dell’estate invita a lunghi soggiorni lungo le sue spiagge incantate e, quando da noi il freddo dell’inverno fa sentire la sua morsa, è il momento migliore per affrontare itinerari all’interno del Paese, magari passando da una città imperiale all’altra, oppure azzardando assaggi di deserto con un tour delle oasi. Chi ama la natura e gli animali non rimarrà deluso dal Marocco e, soprattutto, saranno gli appassionati di equitazione a vivere grandi emozioni: perché è proprio qui che, nelle celebri Scuderie Reali disseminate un po’ ovunque nel Paese e nel rispetto di un’antichissima tradizione, vengono allevati alcuni tra i più straordinari esemplari di cavallo arabo.
I cavalli arabi
Gli storici concordano nell’affermare che le origini della razza araba si perdono nella notte dei tempi, quando l’allevamento dei prestigiosi esemplari era dominio pressoché esclusivo delle tribù nomadi. Ma non si creda: la cura e l’attenzione riservate a questi animali non erano mai frutto di improvvisazione. Al contrario, i beduini tenevano in gran conto i loro magnifici cavalli, tanto che ne conoscevano la genealogia e, a ogni nuova nascita, compilavano una sorta di attestato che ne garantiva le origini e l’identità . Nulla, insomma, era lasciato al caso. Persino gli accoppiamenti venivano selezionati con rigore, così da avere la massima sicurezza possibile di ottenere puledri forti e scattanti, agili ed eleganti, capaci di dare il meglio di sé una volta raggiunto il loro pieno sviluppo. Un tempo, la massima qualità che si richiedeva la cavallo arabo era quella di offrire prestazioni eccellenti in guerra: già i Faraoni, e persino re Salomone, avevano avuto modo di sottolineare le doti eccezionali dimostrate dai cavalli arabi sui campi di battaglia, e fu appunto per la loro robustezza che anche Napoleone Bonaparte li volle impiegare come i migliori alleati delle sue numerose imprese belliche. Le fortune del cavallo arabo continuarono tra unanimi apprezzamenti sino alla seconda guerra mondiale, poi la razza scivolò pericolosamente verso l’estinzione tanto che, nel 1971, se ne contavano solo 55 esemplari. Pochi, davvero troppo pochi perché gli appassionati e gli estimatori di questa bellissima stirpe equina restassero inerti: si mossero infatti da ogni parte del mondo in soccorso della nobile razza per incrementarne l’allevamento e salvaguardarla così dall’estinzione.
Un successo intramontabile
Cavallo di alto valore estetico per la sua morfologia equilibrata, la sua fisionomia scattante ed elegante, la finezza del manto e del crine, il portamento austero e coraggioso, il cavallo arabo è ormai entrato a pieno diritto nella leggenda, simbolo di una purezza e di una finezza che non temono confronti. In effetti, l’aver affrontato la vita dura del deserto e le asprezze dei campi di battaglia, ha regalato un tono e delle caratteristiche uniche, prima fra tutte quella di un’ottima capacità respiratoria e di un portamento veramente superbo. Oggi il cavallo arabo sta vivendo una nuova, felice stagione di successo. Importato e allevato anche negli Stati Uniti oltre che in Europa, è diventato il protagonista di non poche corse sportive. In Marocco, terra ideale per questi animali fieri nei quali si legge tutto il prestigio di un’antica tradizione, sono curati e accuditi con tutto il rispetto che è giusto attribuire a chi vanta nobili origini. E nelle Scuderie Reali marocchine (che sono visitabili su appuntamento) tutto questo rappresenta un’emozione palpabile. Per maggiori informazioni si può consultare il sito dell’Ufficio del turismo del Marocco: www.tourism-marocain.com
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