Sotto il cielo del Bosforo, in Turchia, per un birdwatching indimenticabile sulla rotta dei grandi migratori e per un tuffo nella storia e nell’arte
di Patrizia Ribuoli
Alla conquista di Costantinopoli
Arrivano quando ormai, in tutta Europa, il caldo dell’estate è un ricordo, un sogno che va archiviato per mesi prima di tornare a essere realtà . Affrontano viaggi anche lunghissimi, spesso pericolosi, sempre estenuanti. Finché, obbedendo al primordiale istinto della migrazione, non cercano sosta e riposo sotto il cielo del Bosforo, all’ombra degli alti e affusolati minareti di Istanbul, in Turchia. Sono aquile, cicogne, falchi, grifoni, poiane… Rapaci di ogni specie la cui comparsa si ripete puntualmente ogni anno all’inizio del freddo senza mai perdere il sapore della magia. È questa la stagione in cui il cielo del Bosforo, quel braccio di mare stretto poco più di un miglio che impedisce all’Oriente di congiungersi con l’Occidente creando un confine naturale tra Asia ed Europa, si affolla di uccelli che altrove è ormai praticamente impossibile vedere così numerosi. La meta ideale, insomma, sia per una vacanza alla riscoperta della magia di Istanbul, la mitica Costantinopoli degli antichi, sia per un birdwatching indimenticabile.
La seconda Roma
Scoprire, o riscoprire, Istanbul ha sempre il sapore dolce della favola di cui ci si sente protagonisti. Questa metropoli con alle spalle un fardello di storia secolare e importante, strategicamente posta a cavallo di due mondi, quello orientale e quello occidentale, racconta a ogni passo scampoli di storia determinanti per tutta l’umanità . Basta passeggiare per le sue vie, vagare nel labirinto di strade che creano il cuore pulsante della città , per capire che Istanbul ha davvero tanto da offrire al turista. Capitale dell’Impero Ottomano, la “seconda Roma”, come veniva chiamata all’epoca, è stata una delle maggiori città della cristianità , crocevia di arti e culture diverse. E con questo biglietto da visita all’attivo, non stupisce che ancora oggi Istanbul sia considerata la capitale morale della Turchia sebbene dal 1923, anno in cui venne proclamata la Repubblica, il ruolo di prima città del Paese sia passato ad Ankara.
A spasso nella storia
Tante, e tutte interessanti, le tappe di una visita di Istanbul degna di questo nome: non per niente la città , nel 2010, la città è stata una delle capitali europee della cultura, e fin dal 1985 le sue aree storiche sono state inserite nella lista Unesco dei patrimoni dell’umanità . E il futuro si prospetta ancora da protagonista: è infatti candidata a ospitare le Olimpiadi del 2020. Un itinerario che guidi alla conoscenza di Istanbul va dal Palazzo Topkapi, nel quale è custodito il favoloso, omonimo tesoro, al famoso Gran Bazaar, senza ovviamente dimenticare la Moschea Nuova, il mercato delle spezie, Santa Sofia, l’antico Ippodromo, la Cisterna sotterranea, la Moschea Blu… E il gran finale non può essere che uno: una romantica crociera in battello sulle acque del Bosforo.
Uno spettacolo straordinario
Oggi, purtroppo, l’afflusso di specie migratorie in Turchia non è più così massiccio come avveniva ancora negli anni Settanta del XX secolo, quando un dettagliato rapporto della Royal Society for the protection of birds sottolineava il passaggio per il Bosforo di ben 27 specie diverse di uccelli, soprattutto cicogne bianche e nere, falchi pecchiaioli, nibbi bruni, capovaccai, bianconi, poiane e aquile di varie specie, comprese le anatre minori e maggiori. Tutti esemplari che ancora è possibile ammirare e fotografare alle porte di Istanbul, ma sicuramente in numero decisamente inferiore rispetto al passato. Eppure, anche se cause fin troppo note e discusse come l’inquinamento e il bracconaggio minacciano la sopravvivenza di molte specie e, quindi, rendono meno fitta la schiera degli instancabili migratori, un viaggio in Turchia continua a rappresentare per tutti gli appassionati di ornitologia e per chi ha ormai imparato a far suo l’ecologico hobby del birdwatching, uno spettacolo naturale straordinario, certamente unico per il Vecchio Continente.
Un volo estenuante
Per la stragrande maggioranza, questi magnifici volatili che vanno a popolare il cielo del Bosforo provengono dagli ex Paesi dell’Est, soprattutto dalla penisola Balcanica e dalle sconfinate pianure russe. Non poche, comunque, sono anche le specie che hanno la loro terra di origine nelle aree del grande freddo nordico, Svezia e Finlandia in testa seguite da Norvegia, Danimarca E Germania. Alcune specie, come per esempio le albanelle, sostano qui solo per poco: appena ripreso fiato proseguono il loro stressante volo verso mete molto più meridionali, per raggiungere territori assolati come l’Etiopia, il Sudan, il Kenya. Altre vanno ancora più a sud, in Tanzania, o addirittura il Monzambico. E sono proprio questi enormi e infaticabili stormi che trasmettono da secoli all’uomo quella che più essere considerata la più importante e completa lezione di geografia astronomica che si possa immaginare: infatti, a far loro da infallibile guida sono soltanto la posizione del sole e quella delle stelle, come se fossero dotati di una sorta di bussola naturale basata solamente sull’istinto, su quell’innato senso dell’orientamento che diventa, per gli uccelli migratori, un efficace e insostituibile strumento di volo.
Rotte sicure
Quando arrivano a Istanbul e sorvolano in larghi cerchi il cielo del Bosforo, il loro itinerario non è compiuto che per metà : come se seguissero un tracciato perfettamente programmato al computer, la loro rotta proseguirà infatti senza tentennamenti e senza errori attraversando tutta la Turchia e quindi giù giù, fino al Canale di Suez. Da qui in poi, una volta superate le porte dell’Africa, continuerà lungo il Nilo sino a prendere la via della destinazione definitiva. Assistere al passaggio degli stormi che migrano è un po’ come concedersi il lusso di un posto in prima fila durante una performance esclusiva riservata a pochi eletti. E sono le due colline che dominano le cupole delle moschee e i minareti di Istanbul gli appostamenti migliori: è sulla Kuçuk çamlica e sulla Busuk, infatti, che si danno appuntamento non solo gli ornitologi professionisti, ma anche i semplici amanti del birdwatching che convergono qui da tutta Europa. Armati di binocolo, di bloc notes e dell’immancabile macchina fotografica, questi spettatori eccellenti sono legati da un identico minimo comun denominatore: l’amore per la natura, la passione per gli uccelli e, naturalmente, la volontà di avvistarne, e magari anche di immortalarne, il maggior numero possibile.
Tramonto sul mare
Poi, quando le luci del tramonto tingono di rosa le tipiche case di legno della vecchia Costantinopoli e le cupole della mitica reggia del Topkapi sfumano in toni dorati verso il blu della tiepida notte turca, birdwatchers e curiosi sembrano attratti da un invisibile richiamo e tornano di nuovo verso il mare: la loro meta è uno dei tanti ristoranti affacciati sulle coste del Bosforo. Qui, assaporando un kebab e un dolmas, gustando un caratteristico dolce al miele e magari sorseggiando un bicchierino di Raki, ci si può concedere in tutto relax la visione dell’ultimo atto del grande spettacolo offerto dalla natura: gli ultimi battiti d’ali della miriade di uccelli migratori prima che scompaiano nel buio della notte.
Informazioni: www.turchia.it
Viaggi organizzati: www.brevivet.it – www.turbanitalia.it