Un itinerario nella “Puglia Imperiale”, in provincia di Barletta Andria Trani,
tra mare e altopiani, castelli e cattedrali
di Franca Dell’Arciprete Scotti
Strette, tra vicoli lastricati in pietra e balconi in ferro battuto, si elevano incredibilmente cattedrali mozzafiato: alte, bianchissime e imponenti, raccontano la potenza della fede di piccoli centri pugliesi che hanno una storia affascinante alle spalle. Nell’alta Murgia e lungo il mare, a pochi chilometri una dall’altra, si distendono alcune cittadine più o meno grandi, che nascondono veri tesori nei centri storici. Sono Andria, Barletta, Bisceglie, Canosa, Corato, Margherita di Savoia, Minervino, San Ferdinando, Spinazzola, Trani e Trinitapoli. Che cosa lega questo intreccio di case, vicoli, chiese, porti e castelli? Una storia millenaria, travagliata e ricca di eventi e di personaggi straordinari, immersa in una natura materna e solare, che invita insieme al cammino e alla sosta, alla scoperta e alla contemplazione.
Se si attraversa questo territorio lungo la sua costa, lunga più di 40 km., ci si imbatte in città con i borghi medievali perfettamente conservati e dai cui porti anticamente si imbarcavano gli eserciti diretti in Terrasanta o partivano merci dirette nei maggiori porti del Mediterraneo. Anche attraversando l’entroterra, dall’altopiano delle Murge fino alla costa Adriatica, si ha la sensazione di ripercorrere la storia di questa terra ricca di testimonianze, cattedrali, castelli e bellissime campagne. Tra varietà e uniformità, si può riconoscere dunque un’impronta comune. Così è nato e ha avuto successo il marchio d’area “Puglia Imperiale”, che ha già celebrato i 10 anni, studiato con l’Unione Europea per identificare turisticamente in modo rapido la parte della Puglia tra Gargano e Salento, che oggi si trova nella recente provincia BAT, Barletta Andria Trani. Tra uliveti e cattedrali, la solennità “imperiale” rimanda a un personaggio eccezionale che ha segnato la storia d’Italia e d’Europa, eleggendo questi luoghi a “luoghi del cuore”. Infatti Federico II, uomo di sangue tedesco e normanno, ma appassionato di cultura italiana, considerò per tutta la vita l’Italia la sua vera patria, facendo erigere a Foggia il Palazzo Imperiale.
Come i moderni visitatori, anche Federico II subì in tempi remoti il fascino e la forza di attrazione della Puglia, l’energia particolare che sprigiona dal paesaggio, dalla luce, dalle ombre, dal vento, dai profumi dei fiori, dagli alberi, dai colori del cielo e dei campi. Quella stessa energia che oggi si sprigiona dal famoso Castel del Monte, simmetrico e possente, immerso in un nitore geometrico eppure misterioso e criptico. Fu questo uno dei castelli più amati dall’imperatore, che nel 1240 firmò un decreto in cui ordinava di predisporre il materiale necessario alla costruzione di un castello situato presso la chiesa (oggi scomparsa) di Sancta Maria de Monte. Federico II individuava proprio nei castelli i principali strumenti in grado di esprimere la forza dello Stato: è il primo infatti ad immaginare e realizzare un “sistema castellare” per governare il territorio. Castel del Monte, il più rappresentativo ed emblematico, costituisce il più grande tesoro della Puglia Imperiale: un maniero in cui, forse, l’imperatore non soggiornò mai ma dove, per le suggestioni simboliche, l’immaginario collettivo ne avverte più che altrove la presenza incombente. Da Castel del Monte, splendido edificio riconosciuto nel 1996 dall’UNESCO patrimonio dell’Umanità, si può ammirare l’intero territorio. Dalle sue imponenti bifore e trifore si domina un paesaggio che arriva fino al Gargano.
Il nostro viaggio ideale nella “”Puglia imperiale” può cominciare proprio qui, ai piedi delle mura ottagonali del castello, che, anche nelle misure e nelle suddivisioni interne, esprime un potente simbolismo, mentre la concezione federiciana aperta e tollerante si manifesta nell’armonia e la fusione di elementi culturali venuti dal nord Europa, dal mondo mussulmano e dall’antichità classica. L’itinerario proseguirà attraversando, in pochi chilometri, paesaggi sorprendenti, testimonianze artistiche e religiose. Tutti “luoghi del cuore” per Federico II, ma tra tutti la più amata fu Andria, “urbs fidelis” come testimonia l’iscrizione fatta incidere nel 1230. Qui Federico annunciò la nascita del secondogenito Corrado nel 1228 e qui, nella cripta della maestosa Cattedrale S. Maria Assunta, del XIII secolo, sono conservate le spoglie di due delle tre imperatrici, mogli dello “stupor mundi”: Iolanda di Brienne, morta sedicenne dopo aver dato alla luce Corrado, e Isabella d’Inghilterra, anch’ella morta di parto a Foggia. Da Andria e da Castel del Monte lo sguardo spazia su quel “mare di pietra” che sono le Murge, paesaggi lunari dagli orizzonti indefiniti, dove si può immaginare l’imperatore in meditazione sugli amati testi filosofici, oppure concentrato nella nobile arte della caccia con il falcone.
Qui , dove sorgono Minervino Murge, Corato e Spinazzola, il paesaggio cambia, il mare è lontano e in estate si ascoltano cicale stridule, immerse nella calura di muretti a secco e masserie. Ma percorriamo pochi chilometri ed ecco le brezze marine. Ecco i porti da cui si imbarcavano i crociati per l’Oriente, oppure partivano convogli e spedizioni. Ecco Barletta, Città della Disfida. Il binomio consolidato nel corso dei secoli ci racconta una storia di coraggio e patriottismo. La vicenda dei “tredici contro tredici” di cinquecentesca, leggendaria memoria sarebbe derivata da una quasi involontaria leggerezza, ovvero l’accusa di vigliaccheria pronunciata da soldati transalpini ai colleghi italiani in un’osteria, la celebre Cantina della Sfida, insinuazione smontata perentoriamente da questi ultimi nel conseguente, eroico combattimento tra cavalieri che avrebbe “lavato” l’offesa. L’audacia italiana mostrata nella Disfida, che si contrappone ad un prolungato dominio franco–spagnolo sul suolo italiano, è sempre stata motivo di orgoglio e vissuta quasi come un germoglio del futuro spirito nazionale. Ecco perché Barletta, orgogliosa di questo storico fatto d’arme, continua a rievocarlo ogni anno, facendone un evento di grande spettacolarità e grande attrazione turistica. Così come perenne attrazione turistica è il famoso Colosso, statua in bronzo alta poco più di 5 metri, forse della fine del IV secolo, che si innalza sul fianco della Basilica del Santo Sepolcro.
Imperatore romano? Capo militare di alto rango? Il Colosso di Barletta conserva anche lui il mistero, nella sua ieratica impassibilità. Sul mare si innalza anche Trani con la sua celebre Cattedrale, definita dal Lenormant “La regina delle cattedrali di Puglia”, massimo simbolo del “romanico”. Siamo nel periodo normanno svevo, tra i secoli XI e XIII, quando la città raggiunse il massimo fulgore economico-commerciale ed artistico, imponendosi come porto tra i più importanti dell’Adriatico. Lo dimostrano i rapporti con Genovesi, Pisani, Fiorentini, Veneziani, Amalfitani e Ravellesi ed il prosperare della più fiorente colonia ebraica del meridione. Non a caso in questo periodo, opera a Trani alle porte della Cattedrale, lo scultore Barisano da Trani, che lasciò i suoi capolavori anche nelle Cattedrali di Ravello e di Monreale. Non a caso a questo periodo, l’XI° secolo, appartengono anche gli Ordinamenta Maris Trani, in cui Trani, prima delle altre città marinare, codifica per la prima volta usi e costumi del commercio e della navigazione marittima. Anche a Trani vive il “genius loci” di Federico II. Parla di lui il Castello Svevo, fatto edificare dall’imperatore a breve distanza dalla Cattedrale, in riva al mare, posto strategicamente a vigilare e difendere il porto e il centro abitato. Il nostro itinerario torna circolarmente a lui, a Federico II, che ha impresso la sua cifra nelle terre della Puglia Imperiale. La “Memoria” è stato il filo conduttore del viaggio, una memoria che non è solo ricordo, ma è soprattutto ricerca, comprensione del presente alla luce del passato, nel suo patrimonio di arte, storia e natura. www.pugliaimperiale.com
Per completare idealmente il nostro itinerario culturale, scegliamo il mese di aprile per partecipare alla XIV Settimana della Cultura a Canosa di Puglia. L’antica Canusium svela i suoi tesori archeologici, aprendo gratuitamente le porte di musei, monumenti, parchi e aree archeologiche cittadine per nove giorni, dal 14 al 22 aprile e organizzando una serie di iniziative culturali. Visite ed itinerari tematici, archeologia ed enogastronomia saranno i protagonisti a Canosa anche in questa XIV edizione. Previsto l’allestimento di una nuova esposizione archeologica per svelare al meglio la storia di Canosa in età romana, quando la città era uno dei centri più grandi e importanti della Via Traiana. La mostra sarà allestita nelle sale al primo piano di Palazzo Iliceto (XVIII sec.), ora sede del Museo Civico Archeologico di Canosa. Qui sarà inoltre possibile ammirare l’esposizione al secondo piano intitolata “Tu in Daunios” che raccoglie ceramiche e reperti provenienti dalla necropoli canosina dall’età arcaica all’età ellenistica (VIII-II sec. sec. a.C.). Durante la Settimana sarà possibile visitare, con ingresso gratuito, la mostra “1912, un ipogeo al confine. La Tomba Varrese” con oltre quattrocento reperti provenienti dall’Ipogeo Varrese (IV-III sec. a.C.) allestita a Palazzo Sinesi, l’esposizione “Ad Minervam” in mostra nell’Antiquarium del Parco Archeologico di San Leucio, nonché tutti i siti archeologici e i monumenti gestiti dalla Fondazione Archeologica. Prenotazioni al n. 333 8856300. Ulteriori approfondimenti su www.canusium.it