a cura di Mary Jo Cocker
Regno Unito “Free Dog”
Avete sempre sognato di portare il vostro compagno a quattro zampe a prendere un tè in compagnia dei corgi della Regina Elisabetta? No, dai, scherzi a parte, avete mai pensato a come sarebbe stato bello passeggiare con lui lungo il Tamigi, o correre insieme attraverso le verdi distese della contea dello Yorkshire o avventurarvi lungo gli itinerari tra i castelli scozzesi in atmosfere che sembrano il perfetto sfondo per cane-padrone che amano sporcarsi zampe e piedi (consentiteci per questa volta il termine “padrone” che poco ci piace perché male identifica quello che dovrebbe essere il rapporto uomo-cane)? Se vi ha sempre solleticato di fare una breve vacanza in terra d’Albione con il vostro fedele compagno ma avete sempre rinunciato per via della quarantena che prevedeva un lungo isolamento forzato dei non-umani, abbiamo una buona notizia per voi… Dal 1 gennaio 2012, cani, gatti e furetti, se provenienti dalle nazioni specificate nel Pets Travel Scheme, (Programma per gli spostamenti degli animali domestici) possono entrare in Gran Bretagna senza essere sottoposti a quarantena, attraverso dogane predisposte al controllo sugli animali. Questo programma, che si allinea al regolamento dell’Unione Europea, consente agli animali di cui sopra di spostarsi tra alcuni Paesi ed alcuni aeroporti del Regno Unito più “liberamente”. Rimangono invece sempre indispensabili e doverosi il microchip, le vaccinazioni (in primis quella contro la rabbia), analisi del sangue, documentazione PETS e quant’altro viene spiegato dalle fonti ufficiali. Maggiori informazioni sul Pet Travel Scheme dal Ministero dell’ambiente inglese (Department for Environment Food and Rural Affairs, DEFRA) si possono trovare qui: www.defra.gov.uk/wildlife-pets/pets/travel/
Purtroppo c’è ancora da risolvere la questione del viaggio vero e proprio. Alcune compagnie aree, come per esempio easyJet, vietano il trasporto di animali vivi (a eccezione dei cani guida per passeggeri non vedenti e/o non udenti e dei cani che accompagnano i disabili sui voli interni nel Regno Unito e su tutti i voli con partenza e destinazione in Europa continentale (escluse le rotte del Regno Unito) (www.easyjet.com/it/prenota/regulations.html). Air France invece dichiara che è possibile viaggiare con il proprio animale domestico, ma che per sapere se l’animale può viaggiare in cabina o in stiva, è necessario segnalare la sua presenza al momento della prenotazione e che sì, in certi casi cani e gatti sono anche accettati in cabina ma con riserva di un accordo del servizio (www.airfrance.it/IT/it/common/viaggio-in-aereo/preparazione-viaggio/animali-aereo.htm). In pratica, se si riesce a far volare il proprio quattro zampe, è molto difficile non farlo viaggiare se non nella stiva dell’aereo; anche British Airways impone delle regole piuttosto rigide, a meno che si tratti di cani guida/di assistenza. “Se desidera trasportare il suo animale domestico, potrà esser certo che ci prenderemo gran cura di lui”, dichiarano sul loro sito, ma “Il viaggio degli animali domestici dovrà essere prenotato presso British Airways World Cargo in quanto gli animali viaggiano nella stiva dell’aereo”. www.britishairways.com/travel/pet/public/it_it. Insomma: le condizioni di trasporto necessitano davvero di ampi margini di miglioramento.
Il giro del mondo attraverso i monumenti canini: seconda tappa New York
Nel gennaio 1925 alcuni medici in Alaska ebbero il timore che una mortale epidemia di difterite avrebbe potuto colpire i bambini della cittadina di Nome. Le medicine per impedire il contagio non erano un problema in sé, esistevano, ma i medici avrebbero dovuto viaggiare per quasi 1000 miglia, fino ad Anchorage per prenderle. Quello era il problema! Non esisteva una ferrovia in zona e l’unico aeroplano disponibile aveva il motore congelato. Che fare? L’unica chance che rimaneva era quella di affidare il viaggio attraverso la bianca distesa della tundra congelata ai cani da slitta. Furono selezionate più di venti mute per determinare la più resistente, la più adatta a portare a termine la difficilissima impresa e, il 1 febbraio venne fatta la scelta definitiva. Guidata dal Siberian Husky Balto la muta riuscì a portare a termine la missione, ovvero portare a destinazione i farmaci salvavita. Radio e giornali di tutto il mondo seguirono l’impresa, affascinati dal coraggio della muta i cui sforzi aiutarono in modo fondamentale a salvare delle vite. Balto divenne così un eroe nazionale e solo dieci mesi dopo la missione venne eretta a New York, in Central Park, una statua in suo onore. Impossibile non capitarci davanti (East Drive at 67th Street), anche solo per caso, e provare un moto di orgoglio e tenerezza davanti a un Balto di bronzo, cane dallo sguardo fiero che sembra volere misurare le distanze, con le zampe tese e pronte allo sforzo e la cinghia della slitta che penzola dalla sua schiena. Balto trascorse molti anni felici nello zoo di Cleveland e la sua statua rimane ancora oggi una tappa immancabile per giovani e adulti. Questo il sito ufficiale di Central Park, con la Statua di Balto tra le cose da vedere: www.centralparknyc.org/visit/things-to-see/south-end/balto.html
E concludiamo con una “chicca” che riguarda sempre Central Park: un sabato al mese, dalle 7.30 alle 9 del mattino, ogni volta in un’area differente del parco, in una dog-friendly area, cani accompagnati dai rispettivi padroni si incontrano per socializzare e trascorrere dei momenti in “libertà”. Per gli esseri umani sono previsti caffè, pasticcini e bagels gratuiti. Grazie al supporto della Central Park Conservancy’s Central Park PAWS. Central Park Bagel Bark http://support.centralparknyc.org/site/Calendar/2009085411?view=Detail&id=110323 Per informazioni su New York: www.nycgo.com