a cura di Alida Bonifacio
Il design che ti fa battere il cuore…
Quest’anno sono “passati a miglior vita” tanti volti noti, tante persone che grazie alle proprie capacità artistiche, professionali e umane hanno lasciato un segno profondo nella vita di tutti. E nei giorni che sono seguiti alla morte di Steve Jobs l’attenzione è stata rivolta soprattutto alle manifestazioni di cordoglio e ricordo che da tutte le parti del mondo erano rivolte all’imprenditore americano, lasciando invece in secondo piano la morte di uno straordinario personaggio. Personaggio che ha salvato la vita a diversi milioni di persone. Stiamo parlando di Wilson Greatbatch, l’ingegnere passato alla storia come il papà del pacemaker impiantabile, la micromacchina stimola-cuore. Perché lo vogliamo ricordare, perché ne parliamo proprio qui, in questa rubrica? Perché nel corso di un recente viaggio a Stoccolma, pochissimi giorni prima della morte di Greatbatch ci colpì molto un angolo del Nationalmuseum, il più importante museo d’arte e design della Svezia, con capolavori classici della pittura e della scultura e collezioni di disegno, grafica, artigianato e design che giungono fino ai giorni nostri. Bene, nella mostra permanente “La forma moderna, 1900-2000”, che illustra l’evoluzione del design e dell’artigianato scandinavo, c’è anche un pacemaker. Qui a lato vedete la foto scattata allora, che colpisce non tanto per il pregio artistico dell’oggetto quanto per sua la grande valenza culturale e umana. “Design that makes your heart beat”, il design che ti fa battere il cuore! Impossibile non fermarsi un istante a riflettere davanti a tale verità.
Nuova tana per l’ursus ladinicus: dalle caverne alle linee minimaliste dell’architettura contemporanea
Esistevano circa 50 mila anni fa gli orsi cui è stato dedicato un intero spazio espositivo in Alta Badia, a San Cassiano. Una struttura nuova, inaugurata lo scorso luglio, dalle linee pulite e minimaliste, dove predomina il vetro e la pietra. L’orso ha trovato qui una nuova, elegante dimora, che permette ai visitatori di conoscere, attraverso un percorso diviso per argomenti e datazioni geologiche, la vita preistorica. Il nuovo Museum Ladin Ursus ladinicus si sviluppa su tre piani con reperti unici, compreso lo scheletro integrale dell’antichissimo animale, e svela molti segreti del passato, dal momento che vengono approfonditi, con un’esposizione permanente, molti aspetti delle Dolomiti, del nostro passato più remoto e l’età preistorica. Al piano superiore l’esposizione inizia con la formazione delle Dolomiti, presentando i fossili che caratterizzano la zona di San Cassiano, per poi raccontare la formazione della grotta delle Conturines, grotta dove fra 50 e 40 mila anni fa gli orsi fecero la loro tana nella roccia delle Dolomiti, fra stalattiti di rara bellezza, quindi la storia della scoperta e lo scavo. Vengono inoltre spiegati, attraverso l’esposizione di reperti originali, tutti gli aspetti dell’ambiente e della vita dell’orso delle caverne. Nei sotterranei del museo si trova la “grotta dell’orso”, una ricostruzione di alcuni ambienti della grotta delle Conturines, dove si può ammirare “l’orso che dorme”. Tre piani, nei quali il grigio, il marrone e il blu sono i colori predominanti: i primi due ricordano le Dolomiti, con le sfumature delle varie rocce, il blu rimanda al cielo. Anche il vetro ha avuto un ruolo importante: il suo utilizzo ha permesso di dare luminosità agli ambienti e di creare un’interazione con gli spazi esterni: una foto panoramica collocata sul davanzale permette anche di riconoscere il profilo delle montagne visibili dal museo, tra cui il gruppo delle Conturines, dove è situata la grotta del ritrovamento. Progettista generale dell’edificio è l’architetto Osvald Valentini di Badia che ha anche progettato la parte dell’edificio nuovo del Museum Ladin Ćiastel de Tor a San Martino in Badia, con le sue spaziose sale espositive, foyer, bar e shop (il Museum Ladin Ursus ladinicus è sede distaccata del Museum Ladin di San Martin in Badia e per questo biglietto d’ingresso ad uno dei due musei dà il diritto ad accedere gratuitamente all’altro museo). Il Museum Ladin Ursus ladinicus è situato nel centro di San Cassiano, in Strada Micurà de Rü 26. www.ursusladinicus.it/index_i.html
Inaugurazione Hotel Rubens – Gruppo Antares Hotels Milano
Dopo un anno di lavori per riammodernamento (giusto per dare un’idea della portata degli interventi vi diciamo che il tutto è costato 4 milioni di euro) è stato riaperto a fine ottobre l’hotel Rubens di Milano, storico hotel milanese, a due passi dello Stadio di San Siro, l’hotel preferito dal mondo dello sport che ha ospitato, tra gli altri, campioni di fama internazionale, da Griffith a Pace, da Mazzinghi a Benvenuti, da Arcuri a Kim Soo Kim. Il Presidente e amministratore unico del Gruppo, Remo Eder, intervenuto all’inaugurazione con gli architetti Maria Pace Gritti Morlacchi e Jacopo Acciaro che ha firmato il progetto di illuminazione, ha sottolineato l’impegno di Antares Hotels Milano nel sostenere e promuovere un turismo di qualità, “perché è il turismo il petrolio del nostro Paese”. “Occorre fare sistema con il territorio, – ha continuato Eder – puntando su organizzazione, qualità, collaborazione e coordinamento. Non a caso il sito internet degli Hotels dà informazioni su tutto quanto avviene a Milano” (www.antareshotels.com/it/). Anche la promozione del patrimonio artistico italiano è un impegno degli Antares Hotels Milano, tanto che il Rubens può essere senza dubbio definito un hotel-museo. Ospita infatti capolavori di arte contemporanea di autori come Teresa Pomodoro (mancata nel 2008, gemella della Presidente del tribunale di Milano Livia e cugina di Arnaldo), Angelo La Pica, Ferruccio Prini, Piergiorgio Marin, Aurelio Gentilio, Maristella Meregalli e Edoardo De Capitani, Annabel Adler, Paolo Tait, Barbara Colombo. Sulle strategie di investimento il Presidente Eder ha dichiarato: “Nell’attuale situazione di crisi economica, abbiamo voluto esprimere un atto di fiducia in Milano. Nella mia lunga esperienza ho capito che è proprio quando la giostra rallenta che bisogna attrezzarsi. Quando il mercato si riprenderà farà una selezione e i nostri tre Hotels, Accademia, Concorde, ristrutturato nel 2008, e Rubens sono già pronti per vincere la sfida” (la riapertura del Rubens la riapertura dell’hotel Rubens è la conclusione di una serie di investimenti globali per i tre hotels del gruppo, per 9 milioni di euro complessivi dal 2006 ad oggi). I lavori di ammodernamento del Rubens hanno coinvolto la hall e i bagni, con significative novità funzionali ed estetiche. La progettazione degli interni porta la firma dello studio Gritti Morlacchi (l’architetto Maria Pace Gritti Morlacchi cura l’immagine del gruppo da sempre), con la collaborazione di Voltaire design dell’architetto Jacopo Acciaro per l’illuminotecnica e di porcelanosa per i bagni. www.hotelrubensmilano.it