a cura di Alida Bonifacio
Novant’anni di passione nel vetro: Murano celebra Venini
Cappellin Venini & C.: così il nome Venini compare per la prima volta a Murano. È il 1921, quando due personaggi straordinari entrano nel mondo delle vetrerie muranesi: sono l’antiquario veneziano Giacomo Cappellin e Paolo Venini, un avvocato milanese con una lontana tradizione familiare nella lavorazione del vetro. Nasce da qui l’azienda che più di tutte è destinata a cambiare la storia del vetro d’arte. Nel corso di questo 2011 i novant’anni di quella che è senza dubbio una delle ditte più famose di Murano, la Venini, vengono ricordati con una mostra antologica, parte di un progetto espositivo itinerante che comprende alcune tra le più importanti città del mondo, che ripercorre le fasi più rilevanti della sua produzione, legata e collegata a famosi designer.
Allestita negli spazi al primo piano del Museo del Vetro di Murano, la mostra presenta, attraverso un percorso espositivo organizzato cronologicamente in nove decenni, dal 1921 al 2011, un centinaio di opere di artisti che hanno dato al celebre marchio, famoso in tutto il mondo, il segno della loro genialità. Secondo un intento che mira a proporre una sorta di “galleria dell’eccellenza”, per ogni decennio è stata scelta un’opera-simbolo che ne “sintetizza” e identifica gli stilemi. Si tratta di capolavori di celebri artisti come Vittorio Zecchin (1921-30), Carlo Scarpa (1931-40), Fulvio Bianconi (1941-50), Tobia Scarpa e Ludovico Diaz de Santillana (1951-60), Tapio Wirkkala (1961-70), Toni Zuccheri (1971-1980), Alessandro Mendini (1981-90), Gae Aulenti (1990-2000) e Fernando e Humberto Campana (2001-10).
Alla mostra, realizzata con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri, in collaborazione con Venini (www.venini.it) e a cura di Chiara Squarcina, Giulia Chimento e Roberto Gasparotto, è abbinata una guida breve (Fondazione Musei Civici di Venezia).
NOVANTESIMO VENINI 1921 – 2011
Fino al 10 luglio 2011
Museo del Vetro, Fondamenta Giustinian, 8 – 30141 Murano (Venezia)
www.museiciviciveneziani.it
Un libro ricorda chi ha teorizzato la Bioarchitettura in Italia
In occasione del secondo anniversario della scomparsa del grande architetto Ugo Sasso, è stato pubblicato dalla Editrice A. Weger il libro Le radici della Bioarchitettura (rivista@bioarchitettura.it), in cui viene ricordato colui che ha teorizzato la Bioarchitettura in Italia. Ugo Sasso, bioarchitetto nel significato del termine che lui stesso aveva contribuito a definire, fonda nel 1991 a Bolzano l’Istituto Nazionale di Bioarchitettura. Allora in Italia la parola “ecologia” era quasi sconosciuta dall’opinione pubblica ma già da qualche anno lui trascinava un pugno di presunti architetti visionari nel Nord dell’Europa a vedere come bisognava costruire per rispettare l’uomo e l’ambiente. Laureatosi nel 1971 con Carlo Scarpa, Sasso ha collaborato con i grandi della progettazione ecologica (Kroll, Krusche, Kier), direttore scientifico della “Rivista di bioarchitettura” (http://www.bioarchitettura-rivista.it), ha tenuto corsi e master in numerose università italiane, ha realizzato a Bolzano nel 1994 il primo condominio ecologico italiano finanziato con soldi pubblici. Nel vasto panorama internazionale della bioarchitettura Ugo Sasso ha portato un concetto originale tutto italiano, quello che il progetto ecologico non deve esaurirsi nell’edificio eco-sostenibile, ma deve avere al centro l’uomo, la qualità sociale del vivere della persona che vi andrà ad abitare, la sua l’appartenenza al luogo geografico e sociale, la salvaguardia del suo mondo di relazioni stratificatosi attraverso il tempo nelle città e nei paesi. “La cosa fondamentale è considerare l’edificio non più come un meccanismo, ma come un organismo, cioè una cosa che è più delle sue parti” (dal ricordo di Fritjof Capra “La qualità delle relazioni”). Il testo, attraverso numerosi contributi di studiosi e colleghi, ripercorre così la storia e il pensiero di un vero e proprio pioniere. Nella seconda parte i progetti, le opere di Ugo Sasso pittore e la sua biografia. Se oggi un po’ di italiani si soffermano a riflettere sulla natura, i paesaggi, sul patrimonio artistico e culturale e i relativi squilibri ambientali che minacciano il Pianeta è anche grazie a professionisti come l’architetto Sasso che hanno lasciato un’impronta importante e indelebile nella storia.
Evento FuoriSalone alla Milano Design Week
Negli spazi di via Ventura 6 a Milano, sede del nuovo studio dell’architetto Simone Micheli (http://www.simonemicheli.com), sarà realizzata, in occasione del FuoriSalone del Mobile 2011, la mostra-evento “Tanto belli da essere mangiati”. Una selezione di nuovi prodotti, firmati dall’architetto per importanti aziende italiane, saranno gli attori principali dell’attiva performace espositiva. In un luogo estremamente evocativo, i visitatori potranno guardare le nuove storie progettuali del vulcanico creatore. Ogni elemento di design sarà proposto su un “avatar” di caramello, sintetizzato formalmente in versione commestibile e potrà essere gustato dagli ospiti desiderosi di vivere in maniera completa e sinestetica la sperimentazione espressiva e contenutistica.