a cura di Elle Zeta
La strada alla fine del mondo
Che cosa ha spinto Erin McKittrick, laureata in Biologia molecolare, a intraprendere con il marito Hig, un viaggio di oltre seimila chilometri a piedi, in canotto e con gli sci (mai con mezzi a motore), per un anno intero, da Seattle fino alle isole Aleutine, in Alaska? La risposta arriva solo alla fine del libro, con la scelta della coppia di non tornare più indietro.
“La strada alla fine del mondo” è un resoconto di viaggio che si legge d’un fiato, che vede i due giovani protagonisti tra le bellezze e le insidie di una natura per lo più incontaminata. Ma è anche reportage che apre gli occhi su luoghi dove l’intervento dissennato dell’uomo potrebbe distruggere il precario equilibrio con la natura.
Davanti al lettore scorrono le immagini delle foreste pluviali della Columbia Britannica, degli iceberg di Icy Bay, dei picchi innevati dei vulcani della penisola dell’Alaska, luoghi raggiunti faticosamente a piedi, attraverso le quattro stagioni. Erin e Hig, soli, in luoghi inviolati, affrontano, spesso mettendo in gioco la loro sopravvivenza, giorni pieni di sorprese: dove la generosità ma anche la semplice curiosità delle comunità locali, si alterna agli incontri con balene, orsi, alci o leoni marini.
“Erano passati quasi sei mesi dall’inizio del viaggio. Dei tremila chilometri circa percorsi fino a quel momento, la Lost Coast era il luogo che preferivo. Secondo noi era la terra selvaggia per antonomasia. Una terra che non si curava della nostra presenza o assenza. Una terra che non era stata creata per gli uomini, e che sfuggiva alle loro regole. C’è qualcosa di meraviglioso nel piegarsi alle regole della natura” si legge a metà libro.
Mentre, più avanti, quando si avvicinano alla meta, Erin riflette: “Quando vivi in mezzo ai comfort, è difficile credere di poterne fare a meno. Ma a migliaia di chilometri da casa, hai modo di riconsiderare ciò che davi per scontato. E ti chiedi se hai davvero bisogno di tutte quelle cose. Forse si può ricostruire la propria vita partendo da zero”.
In definitiva, quello descritto nel libro è un viaggio nella natura e alla ricerca di sé stessi, un rapporto con gli elementi che aiuta i due protagonisti a comprendere meglio ciò per cui vale veramente la pena vivere.
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Roma nel Piatto e Roma per il Goloso
La Pecora Nera Editore presenta le edizioni 2011 di Roma nel Piatto e Roma per il Goloso, già disponibili nelle edicole e nelle librerie per consigliare ed orientare i “palati” nella scelta dell’offerta enogastronomica regionale.
“La crisi che ha colpito in questi anni l’economia occidentale – afferma il curatore della guida Simone Cargiani – ha in parte cambiato la fisionomia del mondo della ristorazione, non colpendo tutte le attività enogastronomiche allo stesso modo. La più penalizzata è stata di sicuro la ristorazione medio-alta, che ha visto preferire forme di offerta più economiche: trattorie, oramai diventate sempre più locali di tendenza, pizzerie e luoghi dove poter consumare a buffet un ricco aperitivo. Quest’ultimo è diventato un vero e proprio rito per i giovani dal budget limitato, che hanno trovato così la formula per cenare in ambienti conviviali spendendo, spesso, meno di dieci euro”.
Roma nel Piatto, che da due anni recensisce tutto il territorio regionale e non più la sola provincia di Roma, stila una graduatoria dei “migliori”, partendo come al solito dal “folletto” Heinz Beck chef de “La Pergola” del Rome Cavalieri, una vera e propria istituzione della regione. In un contesto di rara bellezza per la vista impagabile sulla Città Eterna, il cuoco tedesco crea piatti praticamente perfetti, che denotano una padronanza dell’arte culinaria mai fine a sé stessa: un’esperienza, per chi può, che merita di essere vissuta. A seguirlo un quartetto con ben tre indirizzi di provincia: “Le Colline Ciociare” di Acuto (FR), la “La Trota” di Rivodutri (RI) e, promozione di quest’anno, “La Parolina” di Trevinano (VT). A fargli compagnia un indirizzo capitolino, “Il Pagliaccio” di Anthony Genovese.
Roma nel Piatto si prefigge però l’obiettivo di dare suggerimenti e consigli soprattutto riguardo la media ristorazione, accessibile alla maggior parte delle persone, nella quale la sperequazione fra indirizzi “buoni e cattivi” è consistente ed è quindi di fondamentale importanza essere guidati nelle scelte.
Assoluta e innovativa novità dell’edizione 2011 è l’introduzione del QR code: un codice a barre bidimensionale che contiene informazioni sul locale selezionato. È sufficiente scaricare dalla rete sul telefonino uno dei tanti software gratuiti per la lettura dei codici a barre e, inquadrando il codice, si verrà indirizzati alla corrispondente scheda del sito romanelpiatto.it dove sarà possibile leggere aggiornamenti, commenti e lasciare considerazioni e giudizi personali.
I possessori di iPhone e iPod Touch con fotocamera potranno, inoltre, utilizzare l’applicazione gratuita QRisto, in grado di leggere anche le informazioni sul posizionamento geografico contenute nel codice ed usufruire dei relativi servizi quali: mappa, calcolo del percorso, distanza e navigazione guidata con l’ausilio della fotocamera e di un simpatico avatar dell’esercizio enogastronomico scelto.
Roma nel Piatto diventa così, oltre ad un’utile guida cartacea, anche una guida interattiva, con l’intento di voler superare il limite dell’aggiornamento annuale.
Diverso, invece, l’approccio alla base di Roma per il Goloso – curata da Fernanda D’Arienzo – una guida dallo scopo preciso: dare un contributo alla valorizzazione delle piccole “botteghe del gusto”, sedi dell’eccellenza enogastronomia italiana.
La grande distribuzione negli ultimi anni si è caratterizzata come fattore penalizzante per i piccoli esercenti: le quantità necessarie per giustificare l’acquisto di un prodotto hanno tagliato fuori gran parte della produzione di nicchia, vera ricchezza e peculiarità del nostro Paese.
“Roma per il Goloso – dichiara Fernanda D’Arienzo – vuole far conoscere ai lettori gli oltre 700 indirizzi di quartiere, alcuni vere e proprie boutique per gourmet e altri, invece, attività più accessibili ma allo stesso tempo meritevoli”.
Molti di questi esercizi, pur offrendo standard qualitativi ben superiori a gran parte dei rinomati marchi, si vedono precluso l’accesso alla grande distribuzione.
Starà al fruitore della guida scoprire questi piccoli “gioielli gastronomici” attraverso i tre pratici indici: alfabetico, per categoria e per quartiere.
Anche quest’anno entrambe le pubblicazioni sono state patrocinate dall’Assessorato alle Attività Produttive, al Lavoro e al Litorale del Comune di Roma, riconoscimento alla qualità e all’importanza del lavoro svolto.
100 spiagge da vedere nella vita
100 spiagge da vedere nella vita nasce dalla collaborazione tra Rizzoli editore e GIST (Gruppo Italiano Stampa Turistica).
È un volume da sfogliare per iniziare il viaggio con gli occhi e la mente nelle 100 spiagge ritenute fra le più belle al mondo. Luoghi da sogno che ognuno vorrebbe vedere nella vita, selezionate da viaggiatori, giornalisti e fotografi.
Una selezione che include la Spiaggia Rosa, Ramla Bay, Cabarete, Genipabú, Waikiki, Pampelonne, solo per citarne alcune. Spiagge incontaminate o alla moda, distribuite sui cinque continenti, da raggiungere per una vacanza magica e indimenticabile.
http://www.rizzoli.rcslibri.corriere.it/ – http://www.gist.it/