a cura di Sahara Sebastiani
Zanzibar: basta sentirne pronunciare il nome per iniziare a sognare. Panorami esotici, mare straordinario, profumo di spezie, spiagge bianchissime … Può, un’isola, regalare di più? Sì: perché Zanzibar è un sogno che si concretizza non appena ci si mette piede regalando emozioni impensabili e sorprese inimmaginabili. Come la possibilità di vivere in prima persona, da protagonisti, un itinerario faunistico tra scimmie e aironi, coralli e antilopi, balene e genette.
Sebbene molti siano convinti che il termine Zanzibar battezzi un’isola, in realtà identifica un arcipelago dell’Oceano Indiano davanti alle coste della Tanzania. Siamo nell’altro emisfero, a cavallo tra l’Equatore e il Tropico, e se diciamo Zanzibar parliamo di un gruppo di tre isole maggiori, cioè Unguja, Pemba e Latham, più una manciata di isole e isolotti minori, quasi tutti disabitati. Ma il pensare a Zanzibar come a “un’isola” non è però così sbagliato: è con questo appellativo, infatti, che viene di solito chiamata Unguja, che da secoli rappresenta il cuore della vita zanzibarina.
Nell’intero arcipelago si possono contare la bellezza di 21 specie differenti di anfibi, 41 di rettili, 39 di mammiferi (delle quali 8 sono di pipistrelli) più un variegato elenco di insetti e uccelli. Uno dei mammiferi più particolari è la Red colubus monkei, che vive in branchi esclusivamente nella foresta di Jozani a Unguja: arbicola e longeva, può raggiungere anche i 12 chili di peso e si differenzia dalle scimmie per almeno tre caratteristiche: è capace di rimanere in rigoroso silenzio per ore, ha solo quattro dita per mano e, infine, trascorre quasi tutta la sua esistenza sui rami più alti degli alberi.
A Zanzibar vivono poi due specie di scimmie: il cercopiteco a diadema e il cercopiteco grigio-verde, che si distingue per essere abbastanza piccolo (non supera i tre chili). Curiosissimo e dispettoso, ama vivere in gruppi numerosi e si lascia ammaestrare docilmente.
Molto interessante è anche un parente stretto del lemure del Madagascar: si chiama Bush baby e ama le foreste e le zone cespugliose vicine alla costa. Timido e notturno, ha un aspetto simpatico, reso ancora più tenero dagli occhioni grandi, dalle orecchie piccole e da una coda paffuta che usa per bilanciarsi.
A rischio di estinzione, tanto da essere difficili da avvistare, sono altri tre animali: la civetta zibetto, la genetta indiana e il servalo, un felino che predilige le foreste umide. Nelle zone interne di Unguja, invece, vivono il dik-dik e l’antilope pigmea oltre a maiali selvatici, scoiattoli, manguste, pipistrelli e tantissimi roditori come il topo elefante, che fa vita di coppia e si nutre essenzialmente di insetti e formiche.
Ma nel panorama della fauna zanzibarina un ruolo di tutto rispetto hanno i serpenti: ve ne sono circa 30 specie e, di queste, cinque sono pericolose, cioè il mamba verde, il mamba nero, il cobra dal collare nero, il cobra dalle labbra nere e il pitone. Sopra di loro, in alto nel cielo, dipingono l’aria con i loro voli ben 102 specie diverse di uccelli, compresi corvi indiani e aironi.
Potrebbe mai un’isola come Zanzibar, circondata da un mare tra i più belli del mondo, non vantare un patrimonio faunistico sottomarino da lasciare senza fiato? Ovviamente no: la barriera corallina è tutta un brulicare di variopinti pesci tropicali che nuotano pacifici tra diverse specie di corallo. Sullo sfondo, ecco l’elegante movimento dei delfini, la corsa acquatica delle tartarughe marine, la danza di centinaia di conchiglie (conus texile, conus geografus…) di ogni tipo che si intreccia con quella dei crostacei, delle stelle marine, dei polipi.
Al largo, è territorio di caccia delle balene e anche di tutti i pesci più pericolosi, come il pesce scorpione, il pesce pietra, la murena, il serpente marino, il corallo di fuoco e la caravella portoghese, un particolare tipo di medusa, fortemente urticante, e i cui tentacoli possono raggiungere la lunghezza di otto metri.
Informazioni utili
Per saperne di più su Zanzibar e sulle altre isole dell’arcipelago, si possono consultare i siti: http://www.zanzibar.net/ – http://www.zanzibar.org/ – http://www.tanzania.go.tz/ – http://www.tanzaniatouristboard.com/