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Patagonia: ultima Thule del sud             

  testo di Ada Grilli - foto di Niccolò Bonini Baraldi  

Ci  sono ragioni per andare in certi posti al mondo che si direbbero infantili, irrazionali. Voglio andare lì, perché sta lì e non altrove. La Terra del Fuoco argentina è in fondo al continente sudamericano e proprio per questa posizione – ma non solo- interessa e incuriosisce.   

 

Si tratta di arrivare a Ushuaia, la città capoluogo della Terra del Fuoco e poi tirare un respiro di soddisfazione. Sì, siamo proprio nella città più a sud del mondo. La latitudine non è molto alta per la verità (solo 54°48’), se confrontata con gli insediamenti più a nord del mondo (Longyearbyen e Ny Alesund alle Svalbard 78° e Siorapaluk in Groenlandia 77°), il mondo abitato a sud del globo è più corto di quanto la forma del continente sudamericano- una specie di pera col gambo all’ingiù- possa far credere. Insomma il viaggiatore che arrivi così lontano dalla scacchiera dove si gioca la partita di tutti contro tutti- i paesi tra i due tropici- dà la curiosa sensazione di essere fuori gioco, nella posizione in cui, fuori dalla scacchiera appunto, si mettono i pezzi degli scacchi  eliminati dalla partita. E’ così, se appena ci si ferma a pensare di essere “a la fin del mundo”, si  avverte di stare proprio  bene con questa sensazione di non essere temporaneamente più  interessati  alla “partita”, senza per questo aver nè perso né vinto. Per altro a Ushuaia  con i suoi 70.000 abitanti, i suoi semafori, le strade  asfaltate, i negozi, i ristoranti, i musei, non manca nulla dei comfort del resto del  mondo. Una specie di isola commerciale in mezzo alle montagne e a ghiacciai della “Isla Grande”. Le casine colorate e basse di Ushuaia si arrampicano  invasive come un’edera fino ai  fianchi delle montagne tra le foreste di lenga (la specie più comune di faggio locale); in poco più di un secolo le casine, poi diventate negozietti e B&B, sono diventate migliaia. Lontani i tempi in cui la prima impresa edile consisteva di alcune centinaia di detenuti, la tradotta era un trenino a scartamento ridotto e la materia prima per costruire era a qualche chilometro dal cantiere, tutta ancora da prelevare a mano. Qui doveva nascere un avamposto dell’Argentina, in mezzo al territorio cileno. Poche maestranze incatenate sono bastate a gettare la prima pietra. Ushuaia,  è nata così, in provetta, diremmo. La storia delle origini  sta tutta condensata nelle celle del penitenziario che i prigionieri  dovettero costruire per stessi nei primi anni del ‘900- e questo è un capitolo- ma a voler guardare più indietro, a curiosare nei racconti delle missioni, si scopre che per millenni i popoli indigeni di quattro diverse etnie stavano qui cacciando guanachi e volpi rosse, pescando nei bracci dell’oceano  e spostandosi dove li portava la ricerca di prede. Oggi estinti o meticciati, sopraffatti dalle malattie dopo il contatto coi bianchi.  E questo è un altro capitolo, uguale sotto molti cieli, boreali e australi. Una storia che ora ritorna a galla con i tentativi di salvare le ultime memorie con alcuni piccoli musei storici- Mondo Yamana, Museo de la fin del mundo…      

Tolhuin è più ancora un”pueblo a la fin del mundo”, benchè un po’ meno a sud.  Strade sterrate, negozietti  minimali e invisibili, una piazzetta intitolata a Evita Peron grande come un francobollo. Sulle sponde del Lago Fagnano ma un poco arretrato, il pueblo si fa desiderare per una sosta nella famosa panaderia  e per l’atmosfera  da insediamento di pionieri. D’inverno, con la neve, deve assomigliare a un villaggio della Lapponia, le case di legno di lenga, i tetti molto spioventi, le finestre senza scuri. Nel lago non si naviga e non si fanno i bagni, a causa del vento che può levarsi improvviso, per cui conviene andarsene a zonzo a cavallo con Jorge, un  gaucho tranquillo e competente che aspetta sorseggiando mate nel suo ranch a bordolago. Volendo arrivare anche alla fine della carretera n° 3 che scende da Buenos Aires, ci si troverà  un poco più a ovest di Ushuaia e all’ingresso del  Parco Nazionale, in mezzo alle  cime delle ultime Ande –cilene- alle lagune, alle castorere. .             

 


 

 

NOTIZIE UTILI

 

Il posto migliore dove mangiare- e con incredibile atmosfera d’antan-  a Ushuaia è Ramos Generales  www.ramosgeneralesushuaia.com, mentre per dormire ci sono decine di B&B o in alternativa l’Hotel Beagle**** proprio di fronte al porto e all’Uffcio del Turismo fuegino (www.tierradelfuego.org.ar). Jorge, il gaucho è al Sendero Indio (www.senderoindio.com.ar)  

 


 

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