Salento:
la punta estrema del tacco d’Italia.
Tanti oramai hanno imparato a conoscere
ed apprezzare la terra salentina come
meta di vacanze estive, per il suo mare
cristallino e le spiagge incontaminate,
ma pochi sanno che anche l’entroterra è
ricchissimo di natura, arte, tradizioni
e gastronomia, che meritano un viaggio
fuori stagione, quando si può girare
tranquillamente senza imbattersi in
torme di patiti della tintarella. È per
far conoscere queste attrattive che
Carmen Mancarella, direttrice di
Spiagge, rivista di turismo del Salento,
favorisce la partecipazione a visite sul
territorio intense e ricche di emozioni.
Un tour nel Salento
consente infatti di capire quanto
l’Italia sia uno scrigno di tesori
naturali ed artistici in tutte le
regioni. La Puglia, e in particolare
questa punta meridionale, possono
sembrare a prima vista lontani da
raggiungere per chi viene dal Nord
Italia o addirittura dall’estero, ma
anche per chi non vuole affrontare un
lungo viaggio alla guida della sua auto
ci sono valide soluzioni, come usufruire
di uno dei numerosi voli low cost su
Brindisi e poi noleggiare un’auto in
loco, oppure arrivare a Lecce
comodamente in treno con la propria auto
al seguito. Inizio ideale del tour può
essere Minervino, base
logistica con i suoi splendidi e
accoglienti Bed & Breakfast, che
spaziano dai palazzi nobiliari,
magnifiche dimore baronali del ‘700 nel
centro di Minervino, alle masserie
rimodernate, alle strutture più moderne.
Ovviamente l’impatto con la conoscenza
del territorio passerà subito dalle
ricche colazioni a buffet, presenti
dovunque e da ingredienti immancabili,
come il vino negramaro e le pittule,
palline di pasta lievitata fritta, che
si ritroveranno in tutto il tour del
Salento. Si comincia il giro di
Minervino dagli antichi frantoi ipogei,
tipici di tutta la regione, immersi
nelle vaste piantagioni di ulivi che
circondano il paese. Qui si visitano
anche due importanti resti di civiltà
preistoriche, un dolmen e un menhir,
mentre una breve sosta alla chiesa di S.
Anna, con affreschi del ‘200, riesce a
variare le prospettive della vista. Poi
ecco la fuga verso il mare di
Santa Cesarea, famosa località
termale oltre che balneare. Qui spicca
tra tutte le altre costruzioni Villa
Sticchi, edificio in stile orientale con
magnifico affaccio sul mare che qualche
privilegiato potrà visitare con il
consenso dei proprietari. Subito a
fianco sorge il noto ristorante Il
Villino, anche questo una meta
eccellente per assaporare la grande
cucina di mare pugliese. Mentre le soste
gastronomiche inviterebbero al riposo,
le tante cose da vedere spingono a
ripartire per Vaste,
dove si visita il palazzo baronale con
un interessante museo che esibisce
ritrovamenti dell’antica civiltà
messapica. Spesso in queste occasioni si
ha modo di apprezzare i giovani delle
cooperative culturali come Penelope
2000, che riescono così a utilizzare le
competenze, senza allontanarsi dal
territorio di appartenenza. Nel vicino
paese di Poggiardo sono
invece esposti, in un locale nella
piazza centrale, gli affreschi del X e
XI secolo lì trasferiti dalla cripta
della chiesa di S. Maria degli Angeli.
Vicino a Minervino, nella piccola
frazione Specchiagallone,
si possono scoprire in un antico forno a
legna le tecniche di preparazione di
vari tipi di pane tradizionale pugliese,
nonché di altre specialità, i cui
assaggi costituiscono in pratica una più
che lauta cena. Ma anche dopo cena
Minervino promette sorprese nel suo
rinnovato teatro comunale. Altro
argomento di interesse sarà, per gli
appassionati visitatori del Salento, la
visita a Palmariggi di
una delle più antiche aziende della
zona, l’oleificio Cazzetta fondato nel
1899 che dalle olive ogliarole
salentine e celline di Nardò ricava tre
eccellenti qualità di olio: il
“prezioso”, dal profumo fruttato, il
“quattro macine”, più dolce, e lo
“spontaneo”, il più leggero indicato per
piccoli e anziani. Una vera specialità
esclusiva è poi l’amaro alle olive nere,
prodotto in base ad una antica ricetta
di monaci locali. Dall’olio si passa ai
dolci, con una puntata alla pasticceria
Chéri di Campi Salentina,
dove il titolare Angelo Bisconti ha
rielaborato in modo originale il
pasticciotto, tipico dolce della
tradizione leccese (un involucro di
pastafrolla riempito di crema),
creandone una versione al cacao
battezzato “pasticciotto Obama” in onore
del presidente … abbronzato!
Non potrà mancare una tappa a
Cellino San Marco, paese che il
pubblico italiano conosce come sede
della masseria del cantante Al Bano, ma
che tanti intenditori di vino di tutto
il mondo associano invece alle Cantine
Due Palme, modernissima industria
vinicola nata venti anni fa come
Cooperativa agricola, e divenuta oggi un
punto di riferimento nel settore. I vini
Due Palme, perfezionati sotto la
sapiente guida dell’enologo Angelo Maci,
hanno vinto più volte il Vinitaly e
altre prestigiose esposizioni
internazionali, guadagnando anche il
riconoscimento dei Tre Bicchieri della
nota Guida dei Vini d’Italia del Gambero
Rosso. La produzione, che si avvicina ai
10 milioni di bottiglie l’anno, va per
il 90% all’estero ed è oggi il vino
ufficiale servito in business class di
Lufthansa e Singapore Airlines. Dopo
tante visite a carattere gastronomico,
si può tornare ad apprezzare le
attrattive storico-culturali del
Salento, e così bisogna andare
assolutamente a Brindisi,
la città che al tempo dei Romani era
seconda solo a Roma per importanza,
essendo il terminale della Via Appia e
la porta di ingresso di tutte le
mercanzie e le spezie provenienti
dall’Oriente. Il museo provinciale
Francesco Ribezzo ospita importanti
collezioni di epigrafi, di statue in
marmo, di figure in bronzo ripescate nel
mare antistante che poco hanno da
invidiare ai famosi bronzi di Riace, di
vasellame sia di provenienza greca che
di civiltà messapiche locali. Per il
Museo e per la città in genere, comunque
molte novità sono in previsione ad opera
dell’amministrazione locale. Anche una
visita a Brindisi si conclude sempre con
ottime cene a base dello squisito pesce
pugliese, come ad esempio al ristorante
L’araba fenice, nel pieno centro
cittadino splendente di luci. Il Salento
invita continuamente percorrere la
panoramica costiera a nord di Santa
Cesarea, punteggiata dai resti di
numerose torri di avvistamento costruite
nel ‘500 per difendersi dalle frequenti
incursioni dei pirati saraceni. Nel
promontorio di Roca Vecchia
si sovrappongono resti di civiltà
preistoriche (II millennio
a.C.), messapiche (III secolo a.C.) e
medievali. Anche qui fanno da guida le
giovani ricercatrici dell’associazione
culturale UniROCA, organismo collegato
al laboratorio di scienze applicate
all’archeologia dell’Università del
Salento. Vicino a Roca Vecchia, ci
attende il delizioso paese costiero di
San Foca, dove il
ristorante Sapore di mare accoglie con
la cucina pugliese che utilizza i
prodotti delle sue acque pescose. Se i
giorni a disposizione sono limitati, non
si possono perdere almeno altre due
perle importanti della collana. La prima
è il paese di Cavallino,
con il suo museo messapico diffuso,
ampia area punteggiata da resti di
costruzioni messapiche che è anche
fruibile dai cittadini come parco
pubblico, e con l’imponente palazzo
marchesale della famiglia Castromediano,
di cui si visita il salone delle feste
splendidamente affrescato. La seconda
perla, per chiudere in bellezza, è il
capoluogo Lecce, città
che non ha bisogno di presentazioni
perché costituisce ormai una meta
turistica internazionale. Oltre a
girovagare per il centro ed ammirare i
suoi famosi palazzi e chiese in stile
barocco leccese, può essere interessante
conoscere anche una forma tipica, ma
poco nota di artigianato leccese, la
lavorazione della cartapesta. Nulla a
che fare, sia ben chiaro, con i
mascheroni del carnevale di Viareggio:
la cartapesta lavorata a Lecce è una
carta speciale che viene sapientemente
manipolata creando soprattutto figure di
arte sacra (crocifissi, statue di santi)
con un realismo e una solidità che le
rende indistinguibili da statue in legno
o pietra. La Casa dell’artigianato
leccese espone presso la propria sede
un’infinità di statue di tutte le
dimensioni, ma ne realizza
all’occorrenza anche su ordinazione. Il
nostro ideale itinerario dimostra quindi
come i tesori nascosti della punta più
meridionale d’Italia siano davvero
intriganti, anche se la capacità di
muoversi autonomamente sul posto è
comunque essenziale per poter godere
appieno di tutte le bellezze che
attendono il visitatore.
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