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Destinazione Queyras: per rigenerarsi con autentici piaceri invernali            

di Licia Zuzzaro     

 

È poco distante dal confine italiano, eppure sembra di trovarsi lontano migliaia di chilometri. Siamo nel Parco Naturale Regionale del Queyras, un  territorio che possiamo definire a ragione ancora incontaminato, nelle Hautes-Alpes, nel sud-est della Francia, lontano dal caos delle mete turistiche invernali più note. Oasi protetta dove si possono praticare diverse attività sportive, ma anche semplicemente abbandonarsi alla contemplazione del paesaggio, preservato dalla rispettosa convivenza dei pochi residenti con ciò che li circonda. Se d’estate qui la natura si accende con un tripudio di fiori colorati, l’inverno regala sensazioni magiche: qui ci si immerge nell’atmosfera misteriosa dei luoghi ammantati di bianco ma poco frequentati dalla specie umana. E dove, osservando le tracce lasciate da cerbiatti, camosci, lepri, ci si accorge di quanto numerosa sia invece la fauna selvatica da queste parti. Provenendo da Briançon il nostro tour potrebbe iniziare dal delizioso villaggio di Abriès, all’estremità nord-orientale del parco, dove si possono trovare strutture ricettive semplici ma gradevoli e praticare un’infinità di attività all'aria aperta. Il villaggio, che si estende dai 1550 ai 2450 metri, è ideale per sciare innanzitutto (sci di fondo o sci alpino); ma all’interno di un  parco come questo è soprattutto piacevole partire alla scoperta del territorio attrezzati di racchette da neve, che consentono di fermarsi a piacimento per osservare esemplari di camosci e gustarsi poi al rientro, un buon piatto presso uno dei numerosi rifugi.

Per cercare di comprendere meglio la cultura e la storia del Queyras, ad Abriès si può far sosta presso La Maison du Costume (www.maisonducostume.com), piccolo museo dove si organizzano periodicamente  corsi di pizzo al tombolo. O visitare e acquistare qualche libro nella casa-museo del poliedrico artista Stéphane Simiand. Allontanandosi di qualche chilometro, si può raggiungere la frazione di Le Roux, dove regna sovrana una calma apprezzata dai cittadini - per lo più provenienti da Marsiglia - che qui vengono a rigenerarsi. Ad Arvieux, altra nota stazione sciistica (che in aprile ospiterà la prova Coppa del Mondo di sci alpinismo), va segnalato uno degli alberghi più confortevoli di tutto il Queyras, la Ferme de l’Izoard, un Logis de France, con piscina esterna riscaldata e hammam. Château-Ville-Vieille è invece il centro della tradizione artigianale: per avere un’idea delle abilità degli artigiani locali, bisogna fare una sosta presso La Maison de l’Artisanat. Qui si trova di tutto: dalle lampade alle culle per bambini, dalle madie ai cesti e animali intagliati. Ma anche diversi prodotti alimentari del luogo: in particolare liquori, l’ottimo miele, formaggi. Dirigendosi verso la parte centro-orientale del parco, immerso tra foreste di larici, troviamo il villaggio di Molines , nei pressi del Colle dell’Agnello, che conduce in Italia, caratterizzato da chalet che conservano l’architettura tradizionale. Da qui si raggiunge Saint Veran, indicato come il comune più elevato d’Europa. I suoi confini infatti si estendono dai 2040 ai 2990 metri sul livello del mare. Circondato da estesi campi di neve, il caratteristico borgo si sviluppa tutto in lunghezza. Questo per sfruttare al massimo la luce del sole; infatti nessuna casa, come si potrà osservare, fa ombra a un’altra. Questo è forse il posto di maggior attrazione turistica di tutto il Queyras. Da visitare per  le sue case di legno, dove si distingue il “fuste” la parte inferiore dal “caset” la parte sovrastante dove trova ospitalità l’abitazione vera e propria, e per le tradizionali fontane in larice, i forni, o per recarsi nelle botteghe di noti ebanisti locali. Per cercare di ricostruire la vita del passato, va inclusa una visita al  museo Le Soum, struttura seicentesca che si sviluppa su due piani. Una vita dura, fatta di sacrifici per noi inimmaginabili se, come un detto usa ricordare da queste parti, la vita era dura tutto l’anno «7 mois d’hiver et 5 d’enfer», sette mesi d’inverno e cinque d’inferno. Dopo il periodo invernale, infatti, dedicato ai lavori al chiuso, tessitura per la donna e lavori di ebanisteria per l’uomo, con l’estate iniziava il duro lavoro nei campi e, per gli uomini, questo significava spesso abbandonare la famiglia per cercare lavoro altrove o vendere qualche manufatto. Oggi il Parco del Queyras, istituito nel 1977, conta 8 villaggi  e annovera 2500 abitanti che vivono per lo più di turismo, pastorizia, piccole attività commerciali. Ma il turismo da queste parti è un’attività che deve conciliarsi necessariamente con uno sviluppo sostenibile, col rispetto della flora e fauna che arricchiscono il territorio. In definitiva, se si vuole fuggire dal caos cittadino, godersi un cielo stellato, raggiungere una meta rigenerante senza trovarsi imbottigliati nel traffico, il Queyras rappresenta veramente una destinazione a portata di mano, un luogo ideale  per godersi una vera vacanza. Breve o lunga che sia . 

 

 

 

NOTIZIE UTILI

 

Il Parco Naturale Regionale del Queyras è un territorio che si sviluppa dai 1.350 ai 2.900 metri di altitudine, si presta sia alla pratica degli sport invernali che estivi. Ma oltre allo sci (il Queyras è il terzo territorio per estensione in Francia per la pratica dello sci di fondo), cascate di ghiaccio per  tutti i livelli, pattinaggio su ghiaccio, corse in slitta, percorsi per racchette da neve.

L’offerta ricettiva è varia e ben distribuita su tutta la superficie del parco: 9.225 i posti letto disponibili distribuiti tra 3 hotel  ***, 14 alberghi **, 2 * hotel,  residenze private, villaggi vacanze, 8 rifugi  e 1 campeggio. Ufficio Centrale  Prenotazioni: www.queyras-montagne.com  ( Tel. + 33 0492 467618)

 

© Foto Office de Tourisme du Queyras 

 

 

 

 

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