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Trento: un po’ alpina ed un po’ spaziale         

di Claudia Farina   

 

Città alpina

Boschi, rocce, cime sullo sfondo della città. Aria tersa, gorgoglio d’acqua  in centro storico.

E’ città alpina Trento, insignita di questo titolo nel 2004; i suoi monumenti parlano una lingua mitteleuropea, con spiccato accento rinascimentale e asburgico, echi gotici, barocchi e illuministi. Mantiene relazioni forti, durature e ben conservate con la propria storia e geografia, riassunte dal panoramico Castello del Buonconsiglio, dimora per secoli dei principi vescovi di Trento.

Relazioni espresse in bellezza dal Duomo, dalla piazza con l’antistante fontana del Nettuno, le case affrescate e le chiese del Concilio (1545-1563), i musei a cominciare da quello del Buonconsiglio per proseguire con il MART a Palazzo delle Albere e il Museo Caproni dedicato all’aviazione. Di chiara fama è l’università, mentre eventi come il Festival dell’Economia attira ogni anno studiosi e pubblico da tutto il mondo.

Città spaziale

Importante monumento di Trento è il Museo Tridentino di Scienze naturali, che ospita un viaggio coinvolgente lungo l'evoluzione dell'astronomia, dai suoi esordi fino al futuro, includendo quel viaggio altrettanto affascinante che è la rappresentazione della natura creata dall'umanità, anche con le ali dell'immaginazione. Tutto questo in "SPAZIALE! Astronomia in mostra", esposizione aperta dal 29 gennaio 2010 al 21 marzo 2011. La mostra si articola in cinque sezioni, introdotte ciascuna da un "testimonial" d'eccezione: Aristotele, Isaac Newton, Edwin Hubble, Joceyn Bell sino al potente Kwaij, Cavaliere Jedi dell'universo di Guerre Stellari. Dal fulcro espositivo del Museo Tridentino si irradiano attività di grande interesse: spettacoli scientifici, rappresentazioni teatrali, corsi di astronomia per insegnanti e famiglie, osservazioni programmate in concomitanza di particolari avvenimenti astronomici; l'apertura, a quota 1400 metri, sul Monte Bondone che sovrasta Trento, del nuovo osservatorio presso la "Terrazza delle Stelle". Ma anche l'emozione pura di osservare le stelle ad alta quota presso i rifugi alpini della Sat; un progetto sul territorio denominato "stelle in biblioteca" e tante altre occasioni, per un anno  a contatto con i corpi celesti.  

Città del Concilio

Quando la Città del Concilio alza gli occhi vede l’imponenza del Castello, da cui scende il percorso che conduce al centro storico lungo via San Marco, via Manci e via Belenzani, fino alle antiche torri, alle mura, all’Adige. Fulgido il Cinquecento per Trento, quando lo stile rinascimentale aggiunse fascino al gotico immanente. E’ il tempo del cardinale Bernardo Clesio (1485-1539) che abbellì la città con splendide case affrescate e il Castello del Buonconsiglio con la costruzione del Magno Palazzo, predisponendo la città ad accogliere il Concilio. Il principato Vescovile terminò con l’ingresso di Napoleone  in città nel 1796 e fu così che Trento entrò a far parte dell´ Impero Austro - Ungarico. Periodo a cui si devono grandi opere di ingegneria come la deviazione del corso del fiume Adige nel 1858 e la costruzione della ferrovia del Brennero nell’anno seguente, i palazzi delle amministrazioni pubbliche e i grandi alberghi.

Della prima guerra mondiale e l’annessione all’Italia, rimangono memorie esemplari nel Castello del Buonconsiglio, sede per cinquecento anni del Governo dei Principi e della Diocesi. La duecentesca Torre Grande rappresenta il  Castelvecchio, con merlature a coda di rondine e la loggia gotico – veneziana ad ingentilire il maniero. E’ il Ciclo dei mesi nella Torre dell´Aquila che tiene incollato lo sguardo su questa pittura cavalleresca medioevale di pregevole fattura, dedicata ai divertimenti di dame e cavalieri  a cui fa da contrappunto il duro lavoro dei contadini. Scrigno di stucchi, sculture e affreschi è il Magno Palazzo, unificato a Castelvecchio nella seconda metà del ‘600 dalla Giunta Albertiana. Da non dimenticare le carceri dove nel corso della prima Guerra Mondiale furono imprigionati gli irredentisti.

Splendore cinquecentesco

La cattedrale di San Vigilio è il duomo di Trento. Da visitare con lentezza. Edificata nel XIII secolo su  un'antica basilica dedicata al patrono San Vigilio, costruita fuori dalle mura come chiesa cimiteriale che ne ospita le spoglie. Affacciata sulla piazza principale, la “Porta del Vescovo” era utilizzata durante il Concilio dai cortei vescovili provenienti dal Castello per entrare in Duomo. Stupendo il rosone, chiamato Ruota della Fortuna, che ricorda in forma allegorica la mutevolezza della sorte umana. L'interno è a tre navate con ampio presbiterio chiuso da una grande abside e due più piccole ai lati.

E’ chiesa romanica o cattedrale gotica come suggeriscono le alte volte? E l’altare maggiore, sovrastato da un baldacchino barocco di metà '700… L’effetto finale è un armonioso insieme di stili, con effetto fuga di due scale rampanti laterali verso le torri campanarie. Ricco il patrimonio di affreschi, tele, altari, sculture, tradizioni: ai piedi della romanica Madonna degli annegati si ponevano i corpi delle persone  morte nell’ Adige.

Arte en plain air  le case affrescate in piazza Duomo; al centro, gorgogliante di rivoli la barocca Fontana del Nettuno del 1767, costruita illuministicamente per "salute e decoro della città". Altro capitolo dello splendore cinquecentesco è la Chiesa di S. Maria Maggiore, in stile rinascimentale con reminiscenze gotiche, celebre per aver ospitato il terzo periodo del Concilio di Trento. Una storia tutta trentina Il Principato vescovile di Trento, retto nel tempo da 51 principi-vescovi, è un antico stato ecclesiastico esistito per circa otto secoli fino al 1801 nell’attuale Trentino e in gran parte dell' Alto Adige, almeno fino al 1500, subendo i tentativi di annessione dei conti del Tirolo. Operazione riuscita con la Restaurazione del 1815, dopo la secolarizzazione d’età napoleonica (1801). Di fatto si trattava di un’entità semi-indipendente, inclusa nel Sacro Romano Impero di Germania, soppresso dal Bonaparte nel 1806. Il periodo del Principato vescovile fu generalmente un’era di stabilità politica, che ebbe il suo fulgore a metà Cinquecento, sotto i cardinali   Bernardo Cesio e Cristoforo Madruzzo, i mecenati che diedero un assetto rinascimentale alla città, ristrutturando ed edificando nuovi edifici e chiese. Fama storica diede a Trento il Concilio (1545-1563), da cui partì la Controriforma.        
 

 

 

 

NOTIZIE UTILI

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