Città alpina
Boschi, rocce, cime sullo sfondo della
città. Aria tersa, gorgoglio d’acqua in
centro storico.
E’ città alpina Trento, insignita di
questo titolo nel 2004; i suoi
monumenti parlano una lingua
mitteleuropea, con spiccato
accento rinascimentale e asburgico, echi
gotici, barocchi e illuministi. Mantiene
relazioni forti, durature e ben
conservate con la propria storia e
geografia, riassunte dal panoramico
Castello del Buonconsiglio,
dimora per secoli dei principi
vescovi di Trento.
Relazioni espresse in bellezza dal
Duomo, dalla piazza con l’antistante
fontana del Nettuno, le case affrescate
e le chiese del Concilio (1545-1563), i
musei a cominciare da quello del
Buonconsiglio per proseguire con il
MART a Palazzo delle
Albere e il Museo Caproni
dedicato all’aviazione. Di chiara fama è
l’università, mentre eventi come il
Festival dell’Economia attira ogni anno
studiosi e pubblico da tutto il mondo.
Città spaziale
Importante monumento di Trento è il
Museo Tridentino di Scienze naturali,
che ospita un viaggio coinvolgente lungo
l'evoluzione dell'astronomia, dai suoi
esordi fino al futuro, includendo quel
viaggio altrettanto affascinante che è
la rappresentazione della natura creata
dall'umanità, anche con le ali
dell'immaginazione. Tutto questo in
"SPAZIALE! Astronomia in mostra",
esposizione aperta dal 29 gennaio 2010
al 21 marzo 2011. La mostra si articola
in cinque sezioni, introdotte ciascuna
da un "testimonial" d'eccezione:
Aristotele, Isaac Newton, Edwin Hubble,
Joceyn Bell sino al potente Kwaij,
Cavaliere Jedi dell'universo di Guerre
Stellari. Dal fulcro espositivo del
Museo Tridentino si irradiano attività
di grande interesse: spettacoli
scientifici, rappresentazioni teatrali,
corsi di astronomia per insegnanti e
famiglie, osservazioni programmate in
concomitanza di particolari avvenimenti
astronomici; l'apertura, a quota 1400
metri, sul Monte Bondone che sovrasta
Trento, del nuovo osservatorio presso la
"Terrazza delle Stelle". Ma anche
l'emozione pura di osservare le stelle
ad alta quota presso i rifugi alpini
della Sat; un progetto sul territorio
denominato "stelle in biblioteca" e
tante altre occasioni, per un anno a
contatto con i corpi celesti.
Città del Concilio
Quando la Città del Concilio alza gli
occhi vede l’imponenza del Castello, da
cui scende il percorso che conduce al
centro storico lungo via San Marco, via
Manci e via Belenzani, fino alle antiche
torri, alle mura, all’Adige. Fulgido il
Cinquecento per Trento, quando lo stile
rinascimentale aggiunse fascino al
gotico immanente. E’ il tempo del
cardinale Bernardo Clesio (1485-1539)
che abbellì la città con splendide case
affrescate e il Castello del
Buonconsiglio con la costruzione del
Magno Palazzo, predisponendo la città ad
accogliere il Concilio. Il principato
Vescovile terminò con l’ingresso di
Napoleone in città nel 1796 e fu così
che Trento entrò a far parte dell´
Impero Austro - Ungarico. Periodo a cui
si devono grandi opere di ingegneria
come la deviazione del corso del fiume
Adige nel 1858 e la costruzione della
ferrovia del Brennero nell’anno
seguente, i palazzi delle
amministrazioni pubbliche e i grandi
alberghi.
Della prima guerra mondiale e
l’annessione all’Italia, rimangono
memorie esemplari nel Castello del
Buonconsiglio, sede per cinquecento anni
del Governo dei Principi e della
Diocesi. La duecentesca Torre Grande
rappresenta il Castelvecchio, con
merlature a coda di rondine e la loggia
gotico – veneziana ad ingentilire il
maniero. E’ il Ciclo dei mesi nella
Torre dell´Aquila che tiene incollato lo
sguardo su questa pittura cavalleresca
medioevale di pregevole fattura,
dedicata ai divertimenti di dame e
cavalieri a cui fa da contrappunto il
duro lavoro dei contadini. Scrigno di
stucchi, sculture e affreschi è il
Magno Palazzo,
unificato a Castelvecchio nella seconda
metà del ‘600 dalla Giunta Albertiana.
Da non dimenticare le carceri dove nel
corso della prima Guerra Mondiale furono
imprigionati gli irredentisti.
Splendore cinquecentesco
La cattedrale di San Vigilio è il duomo
di Trento. Da visitare con lentezza.
Edificata nel XIII secolo su un'antica
basilica dedicata al patrono San Vigilio,
costruita fuori dalle mura come chiesa
cimiteriale che ne ospita le spoglie.
Affacciata sulla piazza principale, la “Porta
del Vescovo” era utilizzata
durante il Concilio dai cortei vescovili
provenienti dal Castello per entrare in
Duomo. Stupendo il rosone, chiamato
Ruota della Fortuna,
che ricorda in forma allegorica la
mutevolezza della sorte umana. L'interno
è a tre navate con ampio presbiterio
chiuso da una grande abside e due più
piccole ai lati.
E’ chiesa romanica o cattedrale gotica
come suggeriscono le alte volte? E
l’altare maggiore, sovrastato da un
baldacchino barocco di metà '700…
L’effetto finale è un armonioso insieme
di stili, con effetto fuga di due scale
rampanti laterali verso le torri
campanarie. Ricco il patrimonio di
affreschi, tele, altari, sculture,
tradizioni: ai piedi della romanica
Madonna degli annegati si ponevano i
corpi delle persone morte nell’ Adige.
Arte en plain air le case affrescate in
piazza Duomo; al centro, gorgogliante di
rivoli la barocca Fontana del
Nettuno del 1767, costruita
illuministicamente per "salute e decoro
della città". Altro capitolo dello
splendore cinquecentesco è la
Chiesa di S. Maria Maggiore, in
stile rinascimentale con reminiscenze
gotiche, celebre per aver ospitato il
terzo periodo del Concilio di Trento.
Una storia tutta trentina Il Principato
vescovile di Trento, retto nel tempo da
51 principi-vescovi, è un antico stato
ecclesiastico esistito per circa otto
secoli fino al 1801 nell’attuale
Trentino e in gran parte dell' Alto
Adige, almeno fino al 1500, subendo i
tentativi di annessione dei conti del
Tirolo. Operazione riuscita con la
Restaurazione del 1815, dopo la
secolarizzazione d’età napoleonica
(1801). Di fatto si trattava di
un’entità semi-indipendente, inclusa nel
Sacro Romano Impero di Germania,
soppresso dal Bonaparte nel 1806. Il
periodo del Principato vescovile fu
generalmente un’era di stabilità
politica, che ebbe il suo fulgore a metà
Cinquecento, sotto i cardinali
Bernardo Cesio e Cristoforo Madruzzo, i
mecenati che diedero un assetto
rinascimentale alla città,
ristrutturando ed edificando nuovi
edifici e chiese. Fama storica diede a
Trento il Concilio (1545-1563), da cui
partì la Controriforma.
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