L’annuale appuntamento di “Durello &
Friends” fa scoprire, con la
spumeggiante complicità del vino Lessini
Durello, località, eventi, curiosità.
Un itinerario nella zona occidentale
della provincia di Vicenza, da
percorrere in una giornata, svela i
misteri delle stelle sul monte Marana di
Crespadoro; porta nel ventre oscuro
delle grotte delle Priare a Montecchio
Maggiore; break enogastronomico nella
contrada del gusto di Laita nel comune
di Altissimo e termina con le
rimembranze dell’amore eterno nei
castelli di Giulietta e Romeo (ancora
Montecchio Maggiore) che ispirarono la
tragedia di Shakespeare.
Cieli perduti e gusti ritrovati
E’
un viaggio verso il cielo quello che ha
come meta
l’Osservatorio Astronomico di
Monte Marana, gestito dall’Associazione
"Cieli Perduti", nome emblematico che
ricorda quanto sia meraviglioso il cielo
al di fuori dell’inquinamento luminoso e
come l’astronomia è sempre stata un
riferimento per la vita e le attività
umane.
Dal cielo alla tavola
Le star gastronomiche prendono forma e
gusto di miele, trote, corgnoi,
formaggi, soppressa…nello scorcio
silvano del paesaggio cimbro in contrada
Laita. Che, dopo decenni di abbandono, è
tornata a vivere animata da un
agriturismo da gourmet; qui
l’architettura rurale ben restaurata
esalta la gastronomia vicentina, con
divertente finale: ai commensali è
proposto il gioco del “cucheto”, per
indovinare l’indovinabile.
Le grotte del mistero
Inserite a buona ragione nel festival
dei Misteri del Veneto, le Priare di
Montecchio Maggiore sono un complesso
ipogeo, nato come sito per l’estrazione
della pietra e diventato nel tempo
rifugio bellico e antro secolare per le
vicende del paese. Passando dal “tunnel
dell’amore” si cammina ad anello in un
labirinto fino alle profondità della
“Sala della morte”, dove furono
rinvenuti scheletri umani durante le
operazioni di scavo. Un’atmosfera da
brivido, anche per la bassa temperatura
che ricorda, in contemporanea, le grotte
di stalattiti e stalagmiti e le segrete
di un castello. Per riscaldare il clima,
fendere il buio e rallegrare gli animi
non c’è di meglio che brindare alla luce
delle torce accese sui caschi con lo
spumante Lessini Durello. Luce e buio,
Eros e Thanatos, amore e morte sono
rappresentati da Giulietta e Romeo che
qui a Montecchio Maggiore avrebbero
vissuto l’immortale tragedia secondo il
novellista Luigi Da Porto, da cui il
Bardo trasse ampia ispirazione, come
dicono i buoni. I cattivi parlano di
ampia trascrizione.
I castelli di Giulietta e Romeo
Il Castello della Villa o Castello di
Romeo e il Castello della Bellaguardia o
Castello di Giulietta sono manufatti
scaligeri fatti edificare da Antonio
della Scala, signore di Verona, nella
seconda metà del Trecento. Il paese si è
sviluppato ai piedi del colle che li
ospita, su cui preesisteva un maniero
fortificato. Il Castello della Villa è
un edificio di architettura militare che
per effetto di vari restauri ha mutato
l’antica destinazione diventando, la
torre del mastio, spazio espositivo e il
cortile teatro all’aperto, in una
scenografica natura che lancia lo
sguardo sulle vallate circostanti.
Il Castello posto nel luogo più elevato
del colle è quello di Giulietta, il
Bellaguardia, osservatorio panoramico
sulla pianura tra Verona e Vicenza,
dotato di ristorante da oltre
cinquant’anni. Si conclude così un
itinerario saliscendi, da mezza montagna
all’ipogeo per poi risalire sul colle
dei castelli; dai sentieri di Crespadoro
all’osservatorio astronomico, dalla
valle del Chiampo alla valle dell’Agno,
dall’astronomia alla letteratura alle
leggende come il mito delle anguane,
donne sgraziate con zoccoli al posto dei
piedi, regine della notte nemiche
dell’uomo, creature dei boschi e degli
anfratti, che s’aggirano nei luoghi più
selvaggi di Laita e Crespadoro.
Lessini Durello Doc
E’un territorio, quello descritto, da
vino di carattere, definito, nato da uve
Durella, che esprime già nel nome le
asperità della Lessinia che lo genera.
Quest’uva bianca, dotata di elevata
acidità e quindi adattissima per la
spumantizzazione, è conosciuta da 700
anni (seppure inizialmente chiamata “Durasena”,
sempre dura comunque), il che vuol dire
che ha la stessa età dei castelli di
Giulietta e Romeo. I terreni alimentano
una naturale austerità che dagli acini
si trasferisce nel vino donandogli
freschezza, mineralità e sottili aromi.
Se la denominazione è incentrata su un
vitigno autoctono, ultimamente si sono
impiantate uve più internazionali come
Pinot Nero e Chardonnay, molto adatte
per essere spumantizzate.
E’ la versione spumante con
fermentazione tradizionale in bottiglia
la produzione più interessante della Doc
Lessini Durello, anche se il
disciplinare non esclude vini fermi.
Se i castelli di Montecchio e le Grotte
di Priare hanno mitigato l’aspetto
guerresco e tragico con la cultura e il
divertimento, così lo spumante ha
ingentilito il Durello, proiettando
queste bollicine tra le costellazioni
spumantistiche italiane
|