Se
nel Madagascar la percentuale di strade
asfaltate è irrisoria, a Sainte Marie lo
è ancora di meno, il che rende le
cicloescursioni molto interessanti anche
dal punto di vista tecnico. Il cuore
pulsante dell’ isola è tutto quanto stia
nei 14 km. di terra battuta e buchi che
vanno da Ambodifotatra, il capoluogo,
fino all’ aeroporto. Qui si trovano la
maggior parte degli hotels, i ritrovi
per ballare, molti esercizi commerciali,
diversi noleggi per bici e moto, piccole
trattorie e tante, tante capanne dove
vivono i locali con migliaia di animali
da cortile, cani e gatti. Quasi tutti si
spostano col velocipede, il che
costituisce una coreografia tagliata
apposta per noi, e coloro i quali sono
riusciti a comperarne anche solo che una
in più sull’ isola madre, magari cinese
e pure di centesima mano, mettono in
bella mostra sul muro di casa le proprie
offerte di noleggio, da un’ ora sola
all’ eternità. In Madagascar non si
muore di fame, ma anche qui una delle
realtà più tristi del terzo mondo è
l’assoluta mancanza di sbocchi
occupazionali a fronte di una colossale
fetta di popolazione compresa tra i
quindici ed i venticinque anni, e che
per giunta segue anche gli studi.
Cosicché il futuro è quasi sempre o
lavoro a giornata, o l’ atavico
arrangiarsi in tutte le maniere
possibili e pensare solo a finire la
giornata alla meno peggio. E Sainte
Marie per il vero è di un livello di
vita un attimo più alto e più ordinato
del resto del paese, lontana da
qualsiasi eccesso e dal troppo chiasso
che sovente ingombrano le località più
frequentate dal flusso turistico, forse
perché tale flusso è mitigato dalla
mancanza di condizioni necessarie a
farne un totem per viaggi organizzati, e
forse perché il rovescio della medaglia
della problematica degli spostamenti
stradali è un deterrente per la
cementificazione ed il riversamento di
orde inferocite di visitanti. Il mare,
limpido e bloccato dal riff corallino, è
penalizzato su quasi tutto il perimetro
da una banca corallifera che dal
bagnasciuga sporge per decine di metri,
sconnessa e non adatta ad essere
calpestata, e per bagnarsi bisogna
ricorrere ai pontili o alle belle anse
totalmente sabbiose di La Crique e
Pointe de la Cocotière. A Sainte Marie
si resta sorpresi dalla quasi completa
assenza di spazzatura e dalla cura che
le persone hanno di se stesse nonché del
livello culturale che traspare dai
rapporti interpersonali, infatti le
scuole sono piene di studenti e ad ogni
passaggio giovani e vecchi non lasciano
mai cadere l’ occasione per porgere il
loro cordiale saluto.
Ambodifotatra, da buon capoluogo, con
uno scampolo di porticciolo, due banche
ed una stazione di polizia nonché alcuni
negozietti inframmezzati da ristoranti,
esibisce la maggior parte del cemento
presente sull’ isola, ma non si va mai
oltre il primo piano delle abitazioni.
Da qui alla fine dell’ unico pezzo
asfaltato, e cioè i 17km. che separano
da La Crique, si entra in una realtà
completamente diversa, fatta di gente
che si sposta a piedi o in bicicletta,
tutti a discorrere sull’ uscio di casa
con sciami di bambini che corrono per
ogni dove e gruppi di oche ed anatre a
farla da padrone da un estremo all’
altro della carreggiata. Forte ed
onnipresente il profumo dei chiodi di
garofano messi ad asciugare al sole,
inconfondibile essenza personalizzante
come si conviene ad una signora che si
distingue. Oltre La Crique il
cambiamento è ulteriore ed ulteriormente
apprezzato dagli amanti della pedalata
agreste, visto che il fondo diventa
sterrato ed in più settori la
progressione è condizionata dalla più o
meno elevata presenza di fango. La
planimetria è per lo più pianeggiante,
ma in alcuni punti si superano brevi
rampe discretamente tecniche e faticose,
più o meno dissestate a discrezione
della meteo degli ultimi giorni, ed il
bello viene quando, tra due fitte
colonne di foresta, si presentano all’
incrocio carri trainati da zebù o
taxi-brousse (nome malgascio dato a
mezzi di trasporto pubblico per persone,
merci ed altro ancora fino a che ce ne
sta ) carichi all’ inverosimile. E la
pedalata prosegue doppiando il
pittoresco bivio di Ankirihity, dove a
destra si va a raggiungere la Baie d’
Ampanihy ed attraverso l’omonima foresta
in
poco più di 20 km. si ritorna a
girotondo ad Ambodifotatra, mentre
tirando diritto e passando i villaggi di
Anivorano, Ifotatra ed Ambatoroa, a
questo ultimo crocevia, dopo circa 20
km. da La Crique, vale la pena andare
prima a destra per vedere la piscine
Naturelle d’ Ambodiatafana ed il faro di
Albrand ed a ritroso al suddetto
crocevia raggiungere a sinistra in 4km.
la isolata Pointe des Cocotieres. Verso
sud un tour molto più leggero e meno
isolato mena da Ambodifotatra a Mahavelo
sulla stessa strada per l’aeroporto,
indi sterzata a sinistra per
Ambodiforaha sulla costa opposta, e
girotondo per ritornare al capoluogo
passando per Saint Joseph, attraverso
minuscoli abitati e piccole baie, una “boucle”
da appena 16km., ma con tante cose da
vedere che ci passerete la giornata.
Capitolo a parte per la Ile aux Nattes,
minuscolo satellite veramente speciale.
Da Ambodifotatra 14km. per andare poco
oltre la pista dell’ aeroporto ed
imbarcarsi uomini e bici sulle piroghe
per coprire i 300m. di mare che separano
da uno dei luoghi più genuini e belli di
tutto il paese. Spiagge deserte,
sentieri su cui si pedala leggeri,
piccoli villaggi, angoli da cartolina,
colori forti, insomma, tutto quanto
avreste sempre sognato per pedalare
senza faticare in un ambiente tropicale
raro e non avete mai osato pensare fosse
così facile raggiungere. Occhio e croce
10km. di perimetro, ma tra la salita al
faro, le deviazioni nei villaggi, la
discesa ad una spiaggia e poi ad una
altra ancora si arriva a sera con le
gambe che reclamano il giusto riposo. Ma
chi non conosce riposo è la nostra
voglia di nuovi luoghi, restate
collegati su queste pagine e ve ne
racconteremo ancora di belle!
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