Il
gusto autentico di una terra ancora
quasi inesplorata? Dove assaporarlo, in
un mondo ormai globalizzato, se non nel
Borneo malese? Contrasti fittissimi
segnano i due stati in cui è diviso, il
Sabah e il Sarawak, come se si passasse
in pochi chilometri attraverso secoli
lontanissimi. Tribù primitive
nell’interno ancora legate a tradizioni
millenarie, città avveniristiche sulla
costa, dotate di aeroporti
internazionali dove fanno scalo ogni
giorno compagnie aeree fornite di ogni
comfort. Nel Sabah, la “Terra
Sottovento” circondato da tre mari, il
mare di Sulu, il mare di Celebes e il
mare della Cina Meridionale, si trovano
una serie di parchi sottomarini
costituiti da isole che sono veri
paradisi per i subacquei, mentre
nell’interno i parchi sono il paradiso
delle ecoavventure. Atterrando a Kota
Kinabalu si viene accolti da hotel e
grattacieli, come nelle più avanzate
metropoli malesi, proiettate tutte verso
un futuro ruggente e aggressivo. Ma la
modernità introduce ad un mondo che per
fortuna è ancora intatto e in parte
inesplorato. Secondo il tempo a
disposizione si può scegliere la
soluzione più adatta: spedizioni guidate
nella foresta, brevi visite di
introduzione alle zone più facili,
rafting lungo i fiumi ricchi di rapide,
itinerari specializzati alla scoperta
della flora e della fauna o
dell’antropologia culturale. I record
non mancano: la Malesia è il paese che
possiede il fiore più grande del mondo,
la rafflesia, che raggiunge il metro e
mezzo di diametro, (ma si concede solo a
pochi fortunati, dato che il periodo
della fioritura è limitato e casuale),
alberi alti più di 200 metri, la
terribile nepenthea velenosa che cattura
e divora gli insetti attratti dalle sue
riserve d’acqua, 7000 specie differenti
di insetti, foreste primordiali tra le
più antiche del mondo di 130 milioni di
anni, 281 specie di farfalle. Le
orchidee splendono in una varietà
incredibile nel mare verde della
foresta, splendide farfalle svolazzano
variopinte, mentre le famose scimmie
dalla proboscide si possono visitare
nelle spedizioni che percorrono i fiumi
in barca. Tutta particolare è poi
l’avventura di assistere al ciclo di
rieducazione degli oranghi a Sepilok,
vicino a Sandakan, sulla costa orientale
del Sabah. E a pochi chilometri da
questo regno inestricabile si aprono
spiagge coralline che fanno sognare
coppie romantiche e appassionati di
diving. Le isole immerse nelle acque
scintillanti e nella barriera di corallo
costituiscono un vasto ecosistema da
scoprire pazientemente sotto l’acqua. Ma
è la foresta la vera protagonista del
territorio, un paradiso misterioso che
ricopre due terzi della Malesia e ha
cominciato a conoscere le prime
esplorazioni sistematiche solo verso il
1975/1980 e che ancora oggi, in alcune
parti del Borneo centrale, si raggiunge
solo per via fluviale. Pure essendo
fonte di enorme ricchezza con i suoi
legni pregiati da esportazione, viene
protetta con i Permanent Forest Estates,
parchi nazionali che diventano veri
santuari naturali da rispettare. Certo è
difficile sperimentare a fondo le
emozioni della foresta sia perché
occorre possedere resistenza e
allenamento, sia perché bisognerebbe
disporre di una settimana solo per la
visita del Borneo malese. Un’emozione
cui non si può rinunciare, anche in un
solo giorno a disposizione, é quella di
passare sopra i ponti sospesi
all’interno dei parchi. A Kinabalu Park
nell’area di Poring Hot Springs si
sviluppa il Canopy Trail, una
incredibile passerella lunga 150 metri,
alta 41
metri da terra, costruita nel 1986 per
spedizioni scientifiche e poi aperta al
turismo dal 1995. L’effetto è quello di
camminare sulla vetta della giungla,
abbracciando con lo sguardo le chiome
verdi degli alberi, le foglie
gigantesche fittissime fino a formare
colline di vegetazione, mentre sotto i
piedi si sente il rumore impetuoso
dell’acqua scrosciante. Da qui il monte
Kinabalu sembra più vicino con la cima
avvolta nella nebbia e le balze coperte
da felci bagnate dalla rugiada della
mattina. L’ecoturismo nella foresta
pluviale del Borneo riserva sorprese che
hanno del miracoloso, come le piante
medicinali contro i disturbi
dell’intestino, del cuore, della pelle,
che poi si trovano nei mercati locali
all’aperto chiuse in misteriosi
sacchettini difficili da decifrare. Solo
un occhio e una mano esperti possono
guidare nella scelta e nell’utilizzo di
polveri, semi, foglie e radici.
Tra le varie esperienze da fare in
questa zona, per chi vuole vivere
un’esperienza unica e molto emozionante
c’é il programma Homestay: si potrà così
sapere in che modo la gente vive nel
tipico Kampongs (Villaggi). Partecipando
al Homestay Program, si può soggiornare
presso una famiglia malese e vivere
l’esperienza dell’ospitalità e cultura
malese. Si indosserà il tipico sarong e
i bimbi potranno giocare con gli
aquiloni locali, oppure partecipare al
gioco delle arti marziali (silat). Ci
sono “homestay programm” vicino a Kuala
Lumpur, e in tutta la penisola malese e
nel Borneo. E’ un’esperienza unica per
gustare la genuinità del "kampung "
dove si sarà alloggiati presso una
famiglia ed essere parte di essa
partecipando alle loro attività
quotidiane come toccare un albero della
gomma, imparare a identificare le erbe
locali, lavorare l’artigianato locale e
cucinare dolci deliziosi malese. I
visitatori/ospiti potranno anche
imparare a dipinger batik, tipico
tessuto malese e anche la possibilità di
creare i propri batik che potranno
essere riportati a casa.
www.tourism.gov.my
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