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Capri: scopriamola attraverso sagre ed eventi   

  di Stefania Foti   

 

“Domandate ad un isolano, a Capri, che ora è. Che ora? L’ora di ieri a quest’ora; ed è anche l’ora di domani, l’ora di sempre: l’ora di Capri “. Ha scritto Edwin Cerio in “Aria di Capri”. Ebbene si, la perla del Tirreno Meridionale, a cavallo fra i golfi di Napoli e Salerno, con la forma di una donna gravida distesa sul mare, ha affascinato imperatori, registi, politici, attori, filosofi e gente comune per la sua selvaggia bellezza o per la dolce vita che ancora si può respirare nell'aria e per il tempo che trascorre lentamente.    

Il momento più importante dell’anno è la suggestiva ricorrenza del Santo Patrono dell'Isola di Capri, San Costanzo: ogni anno, il 14 maggio, ha luogo lunghe le vie dell’isola l’affascinate processione. Tutta l’isola è coinvolta, dalle massime autorità isolane al clero dagli iscritti alle congreghe locali alle autorità civili e militari, alla banda musicale ed infine ai fedeli. E’commovente vedere come quest’ultimi porgano i loro bambini al patrono in senso di devozione e di ringraziamento. Di grosso effetto scenografico i lunghi drappi colorati di seta damascata che impreziosiscono il corteo e la pioggia di petali di fiori misti a ginestra che vengono lanciati dai balconi al passaggio del Santo. La statua, dopo aver attraversato il borgo di Marina Grande, viene deposta nella chiesa di Marina Grande e, la settimana successiva, con analoga processione, viene ricondotta nella ex Cattedrale di Santo Stefano. Altre due le ricorrenze importanti nel corso dell’anno: il 7 settembre e il 13 giugno, festa di Sant'Antonio di Padova, patrono di Anacapri che rappresenta per la comunità uno dei giorni più importanti dell'anno. Nel primo evento tutto l'animo popolare di fede mista a folklore si manifesta con i festeggiamenti di Santa Maria del Soccorso, con la Piedigrotta Tiberiana e la Sagra della Maruzza. Le celebrazioni si svolgono con una passeggiata gastronomica lungo la via Tiberio, con assaggi di pietanze tipiche, le “maruzze” preparate secondo una ricetta che solo le donne tiberiane conoscono, coniglio alla cacciatora, parmigiana di melanzane e l'ottimo vino rosso dei vigneti del luogo.  Gli abitanti di Tiberio si sentono così orgogliosi depositari dell'autentico vivere alla caprese. Come non pensare alla Villa Jovis, la più fastosa tra le Ville imperiali, come non ricordare il mito della “Bella Carmelina”, straordinaria “padrona di casa”, che attirò verso la Villa intere generazioni di viaggiatori romantici. Ad Anacapri, invece il 13 giugno si festeggia Sant’Antonio da Padova con una manifestazione, che trascina uomini, donne, ragazzi e bambini, ed esibisce il lato più semplice e genuino dell'isola, tra sapori mediterranei, prodotti tipici, folklore, canti e angoli del centro storico di rara bellezza. La comunità anacaprese è parte attiva dell'evento la laboriosità di uomini e donne è ineguagliabile. E’ sempre stata la festa dell'uva, non solo perché - collegata a periodi storici - ripercorre fatti, costumi ed avvenimenti dell'epoca, prima con la sfilata di apertura con circa trecento figuranti, poi con la programmazione a tema, allestita dal Comune di Anacapri nell'arco della Settimana, che si estrinseca nelle quattro principali feste nelle contrade Le Pietre, Le Stalle, La Piazza e Le Boffe.

Grande evento è stata anche l’inaugurazione da poco avvenuta, questo 12 maggio per l’esattezza, ufficiale del sentiero delle Calanche, con la presentazione dei lavori di recupero ambientale effettuati lungo l'antico sentiero di Lo Capo ed il restauro dell'antica Lanterna. Hanno partecipato il Presidente della Provincia di Napoli, l'Assessore Provinciale alla Cultura, il Sindaco di Capri e il Vice Sindaco di Capri. Fiore all’occhiello dell’isola il sentiero detto delle Calanche costituisce la parte terminale del prolungamento di Via Caterola ed insiste  nell’area omogenea di Lo Capo che si applica in maniera generalizzante sia per designare la zona marittima sotto il Monte Tiberio, sia quella più in alto attraversata dall’attuale Via Lo Capo. Il sentiero si sviluppa su un’area di particolare pregio ambientale detta “antico demanio comunale delle Calanche” con caratteristiche geologiche, geomorfologiche, flora e fauna tale da far ricadere tale zona sotto tutela S.I.C. (interesse comunitario a livello europeo). Si presume che tale sentiero costituisce l’ originario accesso alla Villa Jovis (nella sua parte iniziale) lo stesso A. Maiuri aprendo l’attuale varco di accesso agli scavi dichiarò di non essere riuscito a trovare la via originaria. Attualmente il sentiero conduce alla dimora storica del conte Jacques Fersen D’Adelsward e quindi attraverso il sentiero di Lo Capo sino al mare. Il grado di  difficoltà di camminamento è di tipo medio e per tutto il percorso sono stati predisposti pannelli informativi che narrano la storia dei luoghi e dei siti culturali, con disegni, foto e didascalie in doppia lingua.  

Con la danza l'uomo ha espresso le emozioni provate al cospetto dei tanti fenomeni naturali: come la vita, la morte, la gioia, il dolore, la paura, il coraggio e in buona parte il sesso. Le danze popolari devono anch'esse aver avuto origini da forme di danza dei primitivi. A questo punto è il caso di spendere due parole sulla tarantella, danza popolare di cui molti sono stati gli stranieri illustri, per esempio De Musset, che ne hanno tessuto le lodi. Quanto all'origine, come al nome di questa danza, si sono dette e scritte tante cose. C'è chi afferma che ad introdurla da noi siano stati i Mori e gli Spagnoli: un certo ballo detto di Sfessania, che era la danza preferita dai napoletani, pare ne sia il progenitore: ".....presso il mare, sulla spiaggia di Posillipo, quando non si temeva uno sbarco dei Turchi, quel ballo, che in appresso si chiamò Tarantella, raccoglieva in coppie amorose giovanetti e ragazze accesi di voluttà". Molti e molti anni dopo i Napoletani dovevano attendere invece e con ansia sulle stesse spiagge altri danzatori, questa volta in veste di liberatori: quelli del boogie woogie! C'è chi sostiene che "tarantella" deriverebbe dalla città di Taranto e chi dalla Tarantola. Si narra che il malcapitato, morso da questo grosso ragno, avrebbe trovato scampo ai nefasti effetti del veleno in una bella "sudata", che egli si procurava dandosi ad una vorticosa danza "terapeutica", che era appunto quella della tarantola, poi tarantella. Ma la prima tarantella si ballò su suolo caprese dai Greci che tanti secoli fa quando vi approdarono.   


 

 

 

NOTIZIE UTILI

 

Dalla città di Sorrento è possibile raggiungere l'Isola servendosi dei collegamenti marittimi (aliscafi e traghetti), in partenza da Marina Piccola effettuati dalle compagnie Caremar (traghetti veloci), e Consorzio Linee Marittime Partenopee (linee veloci e traghetti). Da marzo ad ottobre e dal 20 dicembre al 7 gennaio vige il divieto di imbarco per le auto private. Da Napoli, invece, la partenza è dal Molo Beverello, scalo marittimo delle linee veloci (solo passeggeri).  

Info point per i turisti:

-  Piazza Umberto I - Tel. +39 081 8370686

- Marina Grande: Banchina del Porto - Tel. +39 081 8370634

- Anacapri: Via G. Orlandi, 59 - Tel. +39 081 8371524  

 Email: information@capri.it  - touristoffice@capri.it 

 

 

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