Omero
e Botticelli. Poche terre al mondo
possono vantare artisti così grandi per
celebrare la loro bellezza. Cipro ha
questo privilegio. “Canterò la bella,
lodata Afrodite dalla corona d’oro, che
protegge le mura di tutta Cipro...”
recita l’Inno omerico a Venere. E il
celebre dipinto la “Nascita di Venere”
di Botticelli racconta il momento mitico
in cui la dea giunge alle coste
dell’isola su una conchiglia, mentre le
sue ancelle la coprono di gioielli
preziosi. Quando il cielo sposò la
terra, dalla spuma del mare nacque
Venere. Così racconta
il mito e così dobbiamo credere,
visitando Cipro, l’isola dove avvenne
tutto questo. La dea dell’amore ha
lasciato qui le sue tracce nella
“Fontana Amorosa” dove si dice che
chiunque beve si innamorerà, ma anche
che “ogni donna è più desiderabile che
in ogni altro luogo della terra”. Un
buon motivo senz’altro per visitare la
penisola di Akamas dove
si trova la famosa fontana. E’ una
lingua di terra selvaggia da percorrere
in fuoristrada, costeggiando un litorale
di grande effetto coperto fino al mare
da distese fiorite e branchi di capre.
Cipro vanta 1900 tipi di fiori ed erbe
selvatiche, alcuni dei quali esclusivi
dell’isola. In mani sapienti le erbe si
trasformano nei piatti gustosi che
costituiscono il classico “mezé”, il
pasto cipriota fatto di tanti piccoli
assaggi. Da quando l’invasione turca del
1974 ha diviso l’isola in due parti
ostili, il turismo si è concentrato nel
settore sud greco-cipriota che spazia
dai litorali lunghi e sabbiosi di
Agia Napa sulla costa
orientale, ideali per escursioni
subacquee e gite in barca, alla
ricchezza archeologica della costa
occidentale. A brevissima distanza dalle
coste turca, greca e africana, Cipro
conserva rovine di tutte le civiltà
antiche: ceramiche micenee, tombe
ellenistiche, teatri greci, mosaici
romani, affreschi bizantini. Nella zona
intorno a Pafos, dichiarata
patrimonio culturale mondiale
dall’Unesco, si concentrano i
più ricchi itinerari culturali dislocati
sull’orizzonte sconfinato del mare. Qui
si aprono le tombe dei Re, a forma di
case sotterranee con grandi atri
colonnati scavati nella roccia. Ma
l’attrazione più grande sono gli
splendidi mosaici dell’epoca d’oro di
Pafos, il terzo secolo d.C., quando la
città era sede del proconsole imperiale.
I pavimenti a mosaico del suo grandioso
palazzo, tra i più belli del
Mediterraneo, raffigurano i principali
miti greci: Dioniso, Narciso trasformato
in fiore, il rapimento di Ganimede, la
sfida tra Apollo e Marsia, gli incanti
di Orfeo, la lotta tra Teseo e il
Minotauro, Leda e il cigno.
Nicosia: l’ultima capitale al
mondo divisa in due
Una strana atmosfera domina Nicosia, che
da una parte vive le novità di quartieri
in ristrutturazione e rilancio, come il
Laiki Geitonia, vicino a piazza della
Libertà, percorso da negozi, ristoranti
all’aperto, musei del folklore, e
dall’altra vive la fissità di quella
“green line” che la separa in due. Si
arriva al bordo del confine dove ci
accolgono i baschi blu dell’ONU,
gentili, ma fermi nel sottolineare la
separazione. Aldilà del posto di blocco,
che comunque si può attraversare con un
documento, una zona cuscinetto che
volutamente conserva le tracce di quel
lontano 1974, quando cannonate e
fucilate distrussero gli edifici,
creando un effetto surreale di
abbandono. La Porta di Famagosta
invece testimonia i tempi del dominio
veneziano, durati un secolo ricco di
gloria, di scambi e di vivacità
culturale. Attraversata un tempo da
uomini e merci ogni giorno, adesso la
Porta di Famagosta ospita belle mostre
estemporanee ed é uno dei luoghi più
fotografati della città.
Monasteri
dipinti
Un percorso più lungo e faticoso conduce
dalla costa all’interno verso i
monti Troodos, alla scoperta
dei monasteri e delle chiese bizantine
isolate in mezzo al verde. Qui Venere
lascia il posto a Madonne bizantine
malinconiche dai volti persi e
dolcissimi, avvolti nei veli e dallo
sguardo enigmatico. Come la Madonna
della famosa Panagia Tou Asinou,
vicino al villaggio di Nikitari, forse
la più bella chiesa di tutta Cipro,
fondata nel 1099 e completamente
affrescata dal XII al XV secolo: nella
penombra si riconoscono potenti immagini
di santi, monaci, ascensioni e battaglie
di solenne spiritualità. Una chiesa che
vale il viaggio. Un altro monastero da
visitare è quello di San Neofita
tutto scavato nella roccia da Neofita e
dai suoi fedeli giunti qui dopo un
viaggio avventuroso. Dal 1100 circa
questo luogo di culto cominciò ad essere
affrescato con bellissime storie che
coprono a colori intensi, azzurro,
viola, rosso, le volte curve in pietra
della piccola cappella e delle celle. Se
il monastero più ricco in assoluto é
Panagia Tou Kykkou
(nostra Signora di Kikko) che conserva
molti oggetti preziosi in oro, argento e
stoffe istoriate, è una vera curiosità
il monastero Agios Nikolaos Ton Gaton,
dove le suore danno da mangiare due
volte al giorno ad un centinaio di
coccolatissimi gatti
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