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All’ombra delle torri 

di Patrizia Ribuoli 

 

Di sicuro c’è una sola verità, quella cantata da Lucio Dalla, cioè che “nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino...”. E allora coraggio, entriamo nella città “tra la via Emilia e il West” (questo, però, lo cantava Francesco Guccini) e approfittiamone per conoscere meglio questa capitale del buon gusto e della gastronomia, della cultura e dell’arte, giovane e antica al tempo stesso, vivace e ospitale, accogliente e divertente in ogni stagione. Sarebbe un errore limitarsi a identificarla con i tortellini, il ragù e, al massimo, piazza Maggiore. Meglio scoprirla a poco a poco e assaporare il piacere di penetrarne l’anima. Anzi: “le” anime. Perché se è vero che Bologna ha un solo cuore, traboccante di allegria, tradizioni e solidarietà, è altrettanto vero che, girando per i suoi vicoli e i suoi portici, si comprende presto che racchiude mille volti diversi, mille realtà differenti abituate da secoli a convivere in armonia. Anime raccontate e descritte bene da Loriano Macchiavelli nei suoi tanti libri dedicati alle inchieste di “Sarti Antonio, sergente”: leggetele, o rileggetele con occhio attento. E scoprirete, per esempio, che persino nei sotterranei di Bologna c’è qualcosa di interessante: una città sotto la città che ha avuto un ruolo importante non solo in epoche lontane, ma anche ai tempi delle lotte partigiane.    

 

Tra passato e presente

Adagiata ai piedi dell’Appennino Tosco-Emiliano, contornata da colli (e chi non ha canticchiato, con i Luna Pop, “Ma com’è bello andare in giro per i colli bolognesi…”) che sono il suo polmone verde, Bologna coniuga in modo sorprendente passato e presente, tradizione e modernità, eleganza e semplicità. La sua realtà economica e industriale è all’avanguardia, così come lo è la sua vita sociale e culturale, da sempre simbolo di attenzione verso le minoranze, i giovani, l’arte in tutte le sue espressioni e manifestazioni. Per guadare Bologna con gli occhi dei bolognesi bisogna partite da piazza Maggiore, una delle sue “anime” più antiche: non per niente vi si affacciano la Basilica di S. Petronio, il Palazzo del Podestà e il Palazzo Comunale. Ed , quasi a suggellare l’imponenza del luogo, ecco lì a fianco la cinquecentesca fontana di Nettuno, dove i bolognesi Doc, giovani in testa, amano darsi appuntamento. Si può poi imboccare via Rizzoli, fermarsi in uno dei tanti caffé che la caratterizzano, quindi proseguire fino a piazza di Porta Rovegnana.   Alt: alzate lo sguardo, osservate lo spettacolo che avete davanti e… non direte mai più che quella di Pisa è l’unica torre pendente al mondo. Quei due capolavori di architettura medioevale che dominano la prospettiva, la Torre degli Asinelli e la Garisenda, pendono talmente tanto che persino Dante ne rimase impressionato e le celebrò in versi. Infilatevi poi sotto gli antichi portici di via Zamboni, respirate il profumo di storia che emana dai suoi palazzi storici e dal Teatro Comunale, beatevi della facciata gotica di S. Giacomo Maggiore e, quasi senza accorgervene, sarete già arrivati a Palazzo Poggi, una delle sedi universitarie bolognesi, un’altra delle “anime” pulsanti della città.    

 

Da Strada Maggiore in poi

E’ ora di addentrarsi in Strada Maggiore e di dare uno sguardo alla chiesa di S. Bartolomeo e a quella dedicata ai SS. Vitale e Agricola, i primi martiri bolognesi. Più avanti, invece, ci sono il seicentesco Palazzo Bargellini e la chiesa gotica di S. Maria dei Servi. Ancora qualche passo ed ecco la piazzola di S. Stefano con l’imponente Palazzo Bolognini, le Case Tacconi e, soprattutto, il complesso di edifici sacri medioevali intitolati a S. Stefano. A proposito: via S. Stefano è uno degli angoli in cui si è meglio conservata intatta l’atmosfera della vecchia Bologna: merito dei superbi palazzi che la fiancheggiano. Un po’ come via Archiginnasio, dove si trovano il Museo archeologico e l’Archiginnasio, che ospita la Biblioteca comunale. Ma sono tante le altre meraviglie storico-artistiche di Bologna che meritano una visita: la chiesa di S. Paolo, il Collegio di Spagna, l’ex convento di S. Procolo, Palazzo Sanuti Bevilacqua, piazza S. Domenico, il Palazzo di Giustizia e, naturalmente, la cattedrale di S. Pietro.    

 

Fuori porta e la Montagnola

Sono ancora aperte come un tempo le osterie di fuori porta...” E’ di nuovo Guccini a suggerire il modo per far propria un’altra anima di Bologna: il rito delle fughe in collina (meglio, come suggerivano sempre i Luna Pop, “se hai una Vespa Special che ti toglie i problemi...”) in cerca di un po’ di relax, di tregua dal traffico cittadino, di trattorie e osterie dove i sapori che hanno fatto grande la tradizione enogastronomica locale conservano intatti i loro inconfondibili profumi. Se decidete per un itinerario di questo tipo, non fatevi scrupoli: fermate per strada un bolognese verace (meglio se non troppo giovane e non troppo magro, due garanzie di provata esperienza in materia) e fatevi suggerire il suo locale fuori porta preferito. Dategli retta e state tranquilli: non rimarrete delusi. Se, invece, preferite l’atmosfera un po’ confusionaria del mercato più famoso d’Italia, puntate decisi alla Montagnola, dove centinaia di bancarelle offrono di tutto: biciclette e formaggi dell’Appennino, capi firmati (veri, ma nessuno vi spiegherà mai come sono arrivati lì) e contraffazioni d’autore, scarpe e fiori, salami di fattoria e biancheria, quadri e ferramenta... Di tutto, insomma. Perché la Montagnola è un’altra “anima” di Bologna. Quella delle sorprese.
 

 

 

 

NOTIZIE UTILI

 

Notizie su Bologna, sulla sua storia e sugli eventi che ne animano la vita culturale e sociale, si possono trovare sul sito del comune: www.comune.bologna.it, ben strutturato, facile da consultare e sempre aggiornato. Per orientarsi invece nella scelta di alberghi e ristoranti, vale la pena di cercare su www.originalitaly.it  


 

 

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