“No
problem”. Ve lo sentirete ripetere mille
volte se avrete la fortuna di fare un
viaggio in Giamaica. Per la gente del
posto ogni occasione è buona per
ripeterlo: allontanare da sé i problemi
fa parte della loro filosofia
quotidiana, del loro modo di vivere che
si esterna così bene in quella camminata
lenta e dinoccolata, come una danza in
onore del sole che bacia l’isola quasi
incessantemente 365 giorni all’anno.
Sarà per questo che la Giant swallow
tail, la farfalla più grande di tutto
l’emisfero occidentale, ha scelto di
vivere esclusivamente in Giamaica.
Segno del destino: anche la farfalla
sarà rimasta affascinata da questo
scampolo di terra tuffato nel blu dei
Caraibi dove per tutto l’anno la
temperatura media dell’aria è di 29
gradi e quella del mare oscilla tra i 24
e i 27 gradi. Sì, ogni tanto arriva
qualche acquazzone, ma è roba di pochi
minuti, poi il sole dei tropici torna a
splendere. No problem, insomma. Storia
antica quella della Giamaica: inizia
verso il 1000 a.C., quando venne
raggiunta, su canoe scavate in tronchi
d’albero, da due popolazioni
precolombiane: i Cyboneys e gli Arawaks.
L’isola fu il loro paradiso fino al 4
maggio 1494, quando le caravelle di
Cristoforo Colombo gettarono l’ancora a
Discovery Bay, straordinario golfo su
cui si affaccia l’odierna, e
mondanissima, Ocho Rios. Come la Giant
swallow tail, anche Colombo si innamorò
dell’isola, tanto che per 15 anni si
guardò bene dall’affidarla alle cure dei
governatori di Sua Maestà e se la tenne
ben stretta come feudo personale. Come
condannarlo? La bellezza dell’isola lo
giustifica: ancora oggi è uno degli
angoli più suggestivi dei Caraibi.
E non è un caso se, su questa che è la
terza isola delle Antille, si sono
incrociati i destini di molti tra i
personaggi che hanno scritto pagine
indelebili della storia del cinema e
della musica: da Harry Belafonte e Errol
Flynn, da Peter Tosh a Bob Marley fino a
Sean Connery, alias James Bond, figlio
diletto di Ian Fleming e agente segreto
di Sua Maestà con tanto di licenza di
uccidere, che agli albori della sua
carriera di spia osservava
un’indimenticabile Ursula Andress
emergere, in un bikini mozzafiato, dalle
acque calme e calde che lambivano
proprio una spiaggia giamaicana.
Questa culla di idoli che hanno fatto
sognare intere generazioni di giovani
tra gli anni Settanta e Ottanta,
e che si presenta come l’angolo più
africano del Caribe, ricco di fiumi e
coperto da una vegetazione foltissima,
rappresenta un’oasi naturale
d’eccezionale importanza: nel suo mare
si nuota tra migliaia di crostacei e
pesci tropicali, nei suoi cieli vola un
incredibile campionario di uccelli, nei
suoi fiumi vive persino il coccodrillo,
mentre farfalle, manguste e lucertole
accompagnano anche la più semplice
passeggiata. A proposito di uccelli:
l’isola è su una delle principali rotte
migratorie caraibiche e, grazie a questa
posizione privilegiata, ospita 252
specie diverse di volatili, delle quali
116 sono stanziali e addirittura 24 sono
reperibili solo qui. Si chiama Doctor’s
Bird l’uccello nazionale giamaicano:
piccolissimo e con una lunga coda che lo
fa sembrare in tight, ha un piumaggio
caratteristico e colorato: è lui
l’ospite d’onore del Bird’s Sanctuary di
Anchoby, vicino a Montego Bay, riserva
straordinaria dove è facile trovarsi a
tu per tu anche con i Mango’s Bird,
altri tipici uccellini giamaicani.
Ma c’è anche un altro angolo di Giamaica
selvaggio che, da solo, merita il
viaggio: la zona attorno al Black River,
il fiume più lungo dell’isola, che
sfocia a poca distanza dalla Treasure
Beach, la spiaggia più bella di tutta la
costa sud, e dalla Lover’s Leap, uno
strapiombo sul mare alto quasi 500
metri, dove leggenda vuole si sia persa
nel nulla una coppia di giovani,
versione locale di Giulietta e Romeo. Il
Black River è il solo fiume giamaicano
in cui ancora vivano i coccodrilli, e
vederli non è neppure pericoloso: alle
foci, infatti, c’è un imbarcadero dal
quale si sale a bordo di grandi chiatte
che risalgono la corrente, permettendo a
tutti di scoprire in totale sicurezza il
fascino misterioso, e un po’ intrigante,
dei più voraci signori dell’acqua.
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NOTIZIE UTILI
Informazioni
– Si possono chiedere al
Jamaica Tourist Board di Roma, tel.
0648901255, o consultando il sito
www.visitjamaica.com
Bene a sapersi – Per
entrare in Giamaica è sufficiente il
passaporto: non sono richiesti visti o
vaccinazioni. La moneta in uso è il
dollaro giamaicano. La lingua ufficiale
è l’inglese. Il fuso orario è di sei ore
in meno rispetto all’Italia. Sull’isola
la guida è a sinistra.
Da vedere - La capitale
Kingstone, e poi Port Antonio, Ocho Rios,
Montego Bay e Negril.
Da non perdere - Almeno
un concerto di reggae, la musica
tradizionale dell’isola, e un’esperienza
di rafting, lo sport giamaicano per
eccellenza, da praticare a bordo di
zattere di bambù simili a quelle usate
un tempo per il trasporto delle banane.
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