Cetinje
(Cettigne, in italiano) è l’antica
capitale del Montenegro, una città poco
abitata e in gran parte abbandonata a se
stessa, perché ormai il centro economico
e politico si è spostato a Podgorica. È
anche poco conosciuta, sebbene sia stata
la città natale della Regina Elena,
moglie di Vittorio Emanuele III re
d’Italia, grazie alla quale, per un
breve periodo della sua storia, divenne
il cuore dell’immaginario dei sudditi
dei Savoia. Luogo leggendario e un po’
selvaggio, conserva ancora oggi un
fascino sospeso fra la decadenza imposta
dai tempi e la natura quasi intatta che
la circonda. A pochi chilometri si
dispiega una costa splendida e ancora in
gran parte incontaminata.
Una storia lunga
seicento anni
Incuneata nel cuore della catena
montuosa carsica del Lovcen, la
leggendaria “montagna nera”, che dà il
nome all’intera regione, Cetinje
venne fondata nel 1482 dal sovrano Ivan
Crnojevic in fuga dall’avanzata degli
ottomani. Fu capitale del Montenegro dal
1878 alla Prima guerra mondiale. Due
anni dopo la nascita della città venne
costruito iI monastero, il Cetinjski
Manastir, divenendo da subito sede
dell’arcivescovo dell’antico regno di
Zeta e poi dei “vladike”, i
vescovi-principi, custodi della civiltà
cristiano-ortodossa contro l’invasore
ottomano, che riuscì comunque a
distruggere la città due volte: nel 1692
e nuovamente vent’anni dopo. Ancora oggi
il monastero è abitato dai monaci, che
sorvegliano il passaggio dei fedeli e
vendono oggetti sacri. Per visitarne
l’interno occorre indossare un
abbigliamento decoroso e le donne devono
avere il capo coperto da un foulard.
La città
A ovest del monastero, collegata
attraverso spazi alberati oggi un po’
trascurati, si sviluppa l’area
monumentale della città. Verso nord si
trova il Vladin dom, in stile
eclettico, eretto nel 1910 dall’italiano
Corradini per essere sede del parlamento
montenegrino. Oggi ospita il Museo
Nazionale del Montenegro e le sue
collezioni d’arte e storia. La vera
attrazione di Cetinje è però il
Palazzo del Biliardo, costruito nel
1838 come nuova residenza reale, dove
visse e lavorò il “vladika” Petar II
Petrovic Njegos, poeta e filosofo nonché
padre della patria. Il nome
dell’edificio deriva dalla presenza di
un biliardo francese – il primo, pare,
di tutti i Balcani – assurto a simbolo
della modernizzazione del Paese
intrapresa da Petar II che tentò in
diversi campi di colmare il divario fra
il piccolo Stato dinarico e il resto
d’Europa.
Alle spalle del Palazzo, sul luogo di un
monastero del XV secolo di cui restano
poche rovine, sorge la piccola Crkva
na Cipuru, chiesetta costruita nel
1886 come mausoleo reale dove dal 1989
riposano l’ultimo re del Montenegro,
Nicola I, e la moglie Milena, genitori
di Elena. Le spoglie della coppia reale
montenegrina, morta in esilio sulla
Costa Azzurra dopo la costituzione della
Jugoslavia in seguito alla Prima guerra
mondiale, riposavano nella chiesa
ortodossa russa della città ligure di
San Remo, da dove vennero traslate in
patria solo nel 1989.
Cetinje oggi
Ancora oggi arrivare a
Cetinje dalle grigie montagne un po’
desolate e disabitate produce in parte
l’emozione che dovevano provare i
viaggiatori di inizio secolo.
Attualmente è una cittadina di circa
15.000 abitanti, in parte ancora un po’
decadente, pur mostrando segnali di un
certo fermento dopo che il Montenegro è
tornato a essere nazione indipendente
nel giugno del 2006.
Si aprono nuovi negozi, gli edifici
ritrovano lo splendore passato, i
giovani e numerosi turisti riempiono i
locali pubblici. Qua e là sopravvivono
secolari abitudini, come il gioco degli
scacchi, praticato nei parchi, nelle
trattorie, ma anche nel
club locale.
In certe zone però Cetinje sembra una
città fantasma, come testimoniano le
antiche sedi delle ambasciate,
costruite con gran sfarzo dopo il 1878 e
abbandonate nel 1916. Alcune sono state
riconvertite, ma altre mostrano i segni
del tempo e dell’abbandono.
Sulla costa
Se il futuro di Cetinje è
ancora piuttosto incerto, la vicina
costa montenegrina sta già vivendo uno
sviluppo tumultuoso. Pur non essendo
molto estesa, offre una notevole
molteplicità di paesaggi e di attrazioni
turistiche al passo con i tempi, oltre
ad alcuni borghi antichi che aggiungono
al tutto un tocco di magia. La località
più affascinante è sicuramente Kotor
(Cattaro), città fortificata situata
all’interno di un fiordo profondo e
tortuoso. La cittadina, che porta i
segni evidenti della dominazione
veneziana, si snoda lungo la ripidissima
montagna carsica fino alla baia, su cui
si affaccia il porto prevalentemente
turistico. A pochi chilometri da Kotor
si trova Perast, antica località
quasi perfettamente conservata,
sorvegliata dalle due piccolissime isole
della Signora dello Scoglio e di San
Giorgio, sede, quest’ultima, di un
monastero benedettino.
Per gli amanti della vita di spiaggia
non mancano le opportunità: dalle sabbie
finissime e bianchissime di Ulcinj,
vicino al confine con l’Albania, alle
aree attrezzate per bambini e famiglie
di Becici, poco distante
dall’antica Stari Grad (Città Vecchia)
di Budva, dalla moderna e un po’
caotica Herceg Novi, adiacente
alla Croazia, alle numerose spiagge
lontane da centri abitati che si
incuneano in baie strette e rocciose o
si distendono lungo brevi tratti di
pianura.
Un discorso a parte merita Sveti
Stefan, cittadina nei pressi di
Budva, frequentata da divi del cinema e
gente del bel mondo soprattutto negli
anni sessanta, è oggi una località molto
accogliente, piena di alberghi,
ristoranti e bed and breakfast. La sua
particolarità è una piccola isoletta
collegata alla spiaggia attraverso un
ponte molto lungo. Abitata da sempre da
pescatori, recentemente è stata
acquistata da un impresario con
l’intenzione di trasformarla in un
resort di lusso, capace di attirare
nuovamente un turismo d’élite.
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