Guardando
una famosa pianta di Torun del 1641, in
cui l’abitato è raffigurato a volo
d’uccello, è subito evidente la
caratteristica che rende assolutamente
speciale questo antico borgo sulla
Vistola: un compatto agglomerato
esagonale difeso da un doppio giro di
mura e suddiviso in tre distinti
organismi, ognuno definito a sua volta
da una propria cinta muraria: due
pentagoni – la Città Vecchia
(Stare Miasto) a ovest e la Città
Nuova (Nowe Miasto) a est –, fra i
quali si incunea il triangolo del
Castello (Zamek), a sud. Se si
confronta questa antica rappresentazione
con una moderna pianta di Torun, si nota
che – benché le mura siano state nel
frattempo in buona parte demolite – il
tessuto urbano è rimasto nei secoli
identico. Questo impianto medievale
quasi intatto, disseminato di monumenti
di grande pregio storico e artistico,
nel 1997 ha valso a Torun l’iscrizione
nella lista dei Siti Patrimonio
dell’Umanità dell’Unesco.
Tra Città Vecchia e
Città Nuova
Intorno al 1230 i Cavalieri dell’Ordine
Teutonico, risalendo la Vistola, si
insediarono in quest’area, erigendovi un
fortilizio, accanto a cui sorse presto
un abitato. Tuttavia, i traffici
commerciali di Torun (membro, come altre
città dell’Ordine Teutonico, della Lega
Anseatica) si svilupparono a tal punto
che presto essa entrò in aperta
competizione perfino con Danzica, la
potente città che sorgeva presso la foce
del fiume, meritandosi così
l’appellativo di “Regina della Vistola”.
La sua crescita fu così tumultuosa che
in breve l’abitato non fu più in grado
di accogliere nuovi abitanti, e nel 1264
si procedette alla fondazione, appena
fuori dalle porte, di una Città Nuova
dotata a sua volta di mura, piazza del
mercato e amministrazione proprie.
Il cuore della Città Vecchia – in
origine nell’area della chiesa di San
Giovanni, coeva alla fondazione della
città a opera dei cavalieri teutonici
nel 1233, anche se nel suo aspetto
attuale risale al 1468-1473 – si spostò
col tempo un po’ più a nord. Qui, nella
Piazza del Mercato della Città
Vecchia (Rynek Staromiejski), sorse
il polo civile della città simboleggiato
dal Ratusz (Municipio),
costruito, abbellito e ampliato tra il
XIII e il XVIII secolo. L’elemento più
antico dell’edificio è la torre
dell’orologio risalente al 1279.
Dall’alto della torre si spalanca a
tutto campo una spettacolare veduta di
Torun. Ai suoi piedi, il monumento a
Nicolò Copernico, il figlio più illustre
della città, opera dell’artista
berlinese Christian Friedrich Tieck.
Fra gli innumerevoli edifici e
palazzetti di pregio che si incontrano a
ogni passo nel centro storico, spicca il
gioiello della Casa della Stella
(Dom pod Gwiazda), nella piazza del
Mercato Vecchio non lontano dal
monumento a Copernico, che oggi ospita
il Museo di Arti Orientali.
Partendo dall’angolo sud-orientale della
piazza, l’Ulica Szeroka (Via
Larga) si biforca conducendo a
nord-ovest verso la Città Nuova e a sud
alle rovine del Castello dei
Cavalieri Teutonici (Zamek Krzyzacki).
Eretto in mattoni su un piccolo poggio
presso la Vistola nel XIV secolo, il
Castello fu raso al suolo nel 1454,
durante una rivolta delle Città Vecchia
e Nuova congiunte, in seguito alla quale
Torun passò al Regno di Polonia. Il
terreno su cui sorgeva venne usato per
secoli come discarica; solo in anni
recenti l’area è stata recuperata e
destinata a verde pubblico. L’unica
parte dell’edificio scampata alla
distruzione è lo Gdanisko (Dansker,
in tedesco), o torre delle Latrine.
Al centro della Piazza del Mercato
della Città Nuova (Rynek Nowomiejski)
si trova l’ex chiesa della congregazione
evangelica, oggi spazio per eventi
culturali e di intrattenimento;
nell’angolo sud-est spicca la bella
chiesa gotica di San Giacomo, del XIV
secolo, riconoscibile per la torre
campanaria coperta da un doppio elmo. La
Città Nuova presenta una maggiore
varietà architettonica rispetto alla
Città Vecchia e oggi si avvia a
diventare sempre più polo dello shopping
di qualità, del tempo libero e dello
svago.
Gotico in mattoni e
antiche leggende
Benché la città presenti una bella
rassegna di stili – dal rinascimento al
manierismo, dal barocco al
rococò, dal neoclassico allo storicismo,
fino agli stili in voga nel XX secolo –
il tono dominante rimane decisamente
gotico, nella sua austera variante in
mattoni tipica della Pomerania, di cui
un notevole esempio, oltre alla chiesa
di San Giacomo, è il Palazzetto o
Casa Borghese (Dwór o Dom
Mieszczanski), eretto nel 1489 nei
pressi del Castello sfruttando come
pareti parti delle doppie mura difensive
cittadine e inglobando una torre di
guardia duecentesca.
Anche se la Krzywa Wieza (“Torre
Pendente”), eretta fra XIII e XIV secolo
come torre di guardia presso la cinta
muraria, è tale unicamente in virtù di
un cedimento del terreno, la sua vistosa
inclinazione (140 cm rispetto all’asse)
ha sempre solleticato la fantasia
popolare. Intorno a essa aleggiano
parecchie leggende, una delle quali è
legata anche all’origine del nome della
città. La torre, si narra, aveva fatto
amicizia con la Vistola che, mentre
scorreva ai suoi piedi, le raccontava le
mille cose belle e curiose che vedeva
nel suo lungo viaggio dai Carpazi al
Baltico. Con il tempo, però, l’immobile
edificio si fece invidioso e non volle
più prestare orecchio al continuo ed
esotico mormorio del fiume. La Vistola,
che non voleva rinunciare a confidarle
le sue avventure, si avvicinò ancor più
alla torre riottosa fino a lambirne muri
e fondamenta. Questa, spaventata, disse
all’amica di un tempo: “Non scorrermi
così vicino, sennò crollo!” – “E
crolla!” (“To run’ ”, in polacco)
rispose piccata la Vistola a gran voce.
Proprio in quel momento, poco lontano,
due viaggiatori si erano fermati ad
ammirare la cittadina, chiedendosene il
nome. Quando giunse loro l’eco di quelle
parole pensarono fosse la risposta alla
loro domanda e scrissero sulla mappa “E
crolla”, e da quel momento il borgo fu
conosciuto nel mondo come Torun.
Una città da vivere
Torun non è solo la città dei cavalieri
teutonici, di Copernico, della storia e
dell’arte: è anche un centro
universitario animato e ricco di vita. I
torunensi e gli studenti che la
affollano amano trascorrere
convivialmente il tempo libero in locali
di ogni genere. E Torun primeggia anche
in questo campo, con una varietà
stupefacente di posti di ritrovo fra
caffè, birrerie, sale da tè, ristoranti,
wine bar, jazz club, quasi sempre
sistemati in ambienti antichi, con
arredi spesso originali e ricchi di
atmosfera. Portabandiera storico ne è la
Gospoda pod Modrym Fartuchem, la Locanda
del Grembiule Azzurro. Ospitato in un
edificio settecentesco affacciato sulla
piazza del Mercato Nuovo, in epoca
socialista era l’unico locale un po’
originale, lontano anni luce dallo stile
dopolavoro o mensa aziendale allora
imperante. Oggi vi regna lo stesso
delizioso clima di quarant’anni fa,
quieto o animato secondo l’ora. Fra muri
scuriti dal tempo, vecchi tavoli in
legno e parquet consunti e
scricchiolanti, dalle 10 di mattina alle
10 di sera, al Grembiule Azzurro si
possono consumare bevande e piatti della
tradizione polacca. E non ci si
dimentichi di portarsi a casa almeno una
confezione del pan pepato di Torun (piernik
torunski, per cui la città è conosciuta
fin dal Medioevo.
Per approfondire Torun, la Polonia ed
esplorare l’Europa dell’Est, clicca su
www.viedellest.eu
Per entrare nel mondo
di Torun, clicca
qui per
vedere il video
|