Detta “Piccola Gerusalemme” – per via
della numerosa comunità israelitica che
fino alla seconda guerra mondiale ne
aveva fatto un centro culturale e
spirituale di prima grandezza – o ancora
“Roma del Nord” – per essere edificata
come Roma su sette colli attraversati da
un fiume e per il preponderante
carattere barocco dei suoi numerosi
templi cattolici – Vilnius sembra
rispecchiare la condizione, difficile e
invidiabile al tempo stesso, della
Lituania, al crocevia di tre differenti
aree culturali: Europa Centrale,
Settentrionale e Orientale. Riempie di
meraviglia osservare come il
rinascimento e il barocco italiano siano
riusciti a spingersi così a nord, e
soprattutto constatare come si
armonizzino bene con lo stile bizantino
russo o georgiano, gotico, anseatico o
con gli elementi ebraici dei molti
edifici sacri e profani che trapuntano
il tessuto della Città Vecchia, iscritta
fin dal 1994 nel Patrimonio Mondiale
dell’Unesco.
E non è certo un caso se la capitale
della Lituania è stata scelta per essere
“Capitale europea della cultura”
per il 2009.
Il quartiere di
Gediminas
Non lontano dalla confluenza tra la
Vilnia e la Neris su una vasta piazza si
affaccia forse il più antico monumento
di Vilnius, la Cattedrale, che
sotto la candida veste neoclassica porta
i segni delle diverse fasi di sviluppo
della città. Qui, infatti, sorgeva
probabilmente un edificio di culto
pagano. Dopo la conversione al
cristianesimo, nel 1387, vi fu eretta
una chiesa cristiana, in stile gotico,
rimaneggiata nel XVI e nel XVII secolo.
L’attuale, neoclassica, risale al XVIII
secolo ed è opera del migliore
architetto locale del tempo, Wawrzyniec
Gucewicz. Negli anni ’50 del Novecento
le autorità sovietiche vi allestirono
una galleria di dipinti, e la chiesa
venne restituita al culto solo nel 1989.
La torre campanaria, che campeggia
isolata poco distante, fu edificata in
tre fasi (XIII, XVI e XIX secolo).
Accanto alla cattedrale sorge il
monumento al granduca Gediminas,
artefice della potenza della Lituania
(ca. 1275-1341), al quale ogni cosa
sembra dedicata in questa parte della
città: oltre al monumento, portano il
suo nome la collina alle spalle della
chiesa, su cui sorgono i resti del
Castello Superiore e la torre di
Gediminas, nonché il Gedimino
prospektas, il viale più rappresentativo
di Vilnius. Questa lunga arteria
commerciale che si snoda fra due quinte
di begli edifici, in gran parte
novecenteschi è la via più elegante.
Un grappolo di
splendide chiese e il quartiere degli
artisti
Di particolare fascino sono le vie della
parte nord, fra la chiesa di Sant’Anna,
l’università e la collina del Castello:
Bernardinu gatve, Sv. Mykolo gatve e
Literatu gatve, costeggiate da muri e
case dal XVI al XVIII secolo. In fondo a
via dei Bernardini, dopo aver superato
sulla destra la chiesa di San Michele
Arcangelo si arriva in Maironio gatve,
su cui prospetta l’inconfondibile
complesso gotico delle chiese di Sant’Anna
e di San Bernardino. A proposito della
chiesa di Sant’Anna – costruita
nel 1495-1500 e conservatasi pressoché
integra con la sua superba facciata in
mattoni in stile gotico fiammeggiante –
si racconta che fosse piaciuta a
Napoleone Bonaparte (di passaggio a
Vilnius nel corso della campagna di
Russia) al punto che il condottiero
francese espresse il desiderio di farla
smontare e portare con sé a Parigi. Poco
più a sud del grappolo di chiese di
Sant’Anna, San Bernardino e San Nicola
sorge il bianco edificio della chiesa
ortodossa dei Vecchi Credenti
intitolata alla Santa Madre di Dio.
Edificata forse già nel XIV secolo per
volere di Julijona, seconda moglie del
granduca Algirdas, figlio di Gediminas,
fu ricostruita nel XVI secolo in stile
gotico bizantino, con le facciate e la
cupola che ricordano l’architettura
sacra georgiana.
Alle spalle della chiesa, sulla riva
destra della Vilnia, si estende uno dei
più antichi sobborghi di Vilnius,
Uzupis (letteralmente: Oltrefiume):
qui un tempo abitavano gli artigiani che
avevano le loro botteghe sul torrente, i
religiosi della vicina chiesa ortodossa
e, dal XIX secolo, anche impiegati
statali. A partire dagli anni ’90 del
Novecento nelle sue case vecchie e
trascurate hanno cominciato a insediarsi
– attratti dai prezzi bassi – artisti e
intellettuali, che lo stanno
trasformando in un quartiere sempre più
alla moda. Per un insieme di ovvie
analogie Uzupis viene chiamato “la
nostra Montmartre” dai suoi giovani,
creativi abitanti che qui hanno fondato
la Repubblica di Uzupis, dotata di una
propria, originale, divertente
costituzione. Le sedute del governo di
Uzupis si tengono nel caffè Užupis in
via Užupio 2, appena dopo il ponte, e
nel fantasioso reame si organizzano
spesso e volentieri manifestazioni di
arte e moda alternativa, happening e
feste (Giornata del Fiume, Notte dei
Fiori…). La “festa nazionale” cade
il 1° aprile e attira folle di
visitatori.
La più grande Città
Vecchia dell’Europa dell’Est
Pilies gatve, via del Castello, è
l’asse intorno a cui è cresciuta la più
vasta Città Vecchia dell’Europa
Orientale. All’altezza della chiesa
ortodossa di Santa Paraskevia, la strada
cambia nome in Didzioji (Via Grande), e
nel tratto finale, dopo la chiesa di San
Casimiro diventa Aušros Vartu gatve, via
della Porta dell’Aurora. Il primo tratto
della Pilies gatve è affollato,
colorato, chiassoso, multilinguistico.
Quanto più ci si avvicina alla Porta
dell’Aurora, tanto più si sente
parlare in polacco: sono molti i
polacchi che vanno a Vilnius soprattutto
per rendere omaggio all’immagine
miracolosa della Madonna che qui è
conservata.
Vilnius ospita anche uno dei più antichi
e prestigiosi atenei dell’Europa
Orientale, voluto nel 1579 dal re
Stefano Batory a partire dal Collegio
dei Gesuiti, giunti in Lituania dieci
anni prima. Il quartiere dell’Università
di Vilnius è chiuso fra le vie Pilies,
Sw. Jono, Universiteto e Skapo e si
compone di una quindicina di edifici di
diverse epoche e stili con 13 cortili,
il più pregevole dei quali è il
cinquecentesco Cortile Grande. Adiacente
è la chiesa dei Ss. Giovanni Battista
ed Evangelista, una delle più
antiche della Lituania (XIV-XV secolo)
sorvegliata da una torre campanaria che,
con i suoi 63 metri, è la più alta
costruzione della Città Vecchia.
La Fiera di San
Casimiro e l’antica capitale Trakai
Nella settimana intorno al 4 marzo a
Vilnius si celebra la festa detta
Kaziuko muge, in onore di San
Casimiro, patrono della Lituania, una
tradizione polacca antica di quattro
secoli conservatasi quasi intatta nella
Vilnius del dopoguerra, quando la città
– prima abitata soprattutto da polacchi
ed ebrei – è diventata a maggioranza
lituana. Si tratta di un’immensa sagra
popolare, dove un gran numero di
venditori e artisti riempiono le vie del
centro storico, offrendo un vasto
campionario di prodotti di artigianato
artistico e popolare e allietando gli
astanti con concerti, spettacoli, birra,
vino e cibo caldi. Fra i tanti prodotti
originali, spiccano le tradizionali
palme pasquali, un’antica consuetudine
polacca che ricorda l’ingresso di Gesù a
Gerusalemme. In alcune regioni, la
creazione di tali composizioni floreali
è diventata una vera arte, e fra le
palme dalle fogge più fantasiose si
annoverano proprio quelle dell’area di
Vilnius, storicamente abitata da una
folta comunità polacca. Qui sembra non
esserci più limite alla fantasia e alla
creatività di chi prepara verghe e rami
ornandoli con erbe, fiori, spighe,
muschio, seccati e colorati, e spesso
anche con materiali inusitati e poco
“ortodossi”.
Immancabile infine una gita all’antica
capitale Trakai, 28 km a ovest di
Vilnius, con un affascinante castello
trecentesco costruito in mattoni su
un’isola al centro di un lago
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