I
Caraibi più autentici, quelli non ancora
raggiunti dal turismo di massa, si
possono assaporare qui. Luoghi
disabitati e paesaggi incontaminati,
festival pieni di musica e colori,
cucina aromatica e artigianato locale:
quali must scegliere per scoprire tutta
la ricchezza di queste terre beate?
Nelle 32 isole che compongono
l’arcipelago di St Vincent e
Grenadine nelle Piccole Antille si
svolgono innumerevoli feste, danze,
esibizioni di musica e canti. A St
Vincent l’annuale Maroon Festival
è il più importante evento culturale che
si tiene nel mese di maggio, tre giorni
prima o dopo la luna piena, e che segna
l’inizio delle coltivazioni, mentre a
partire dal 27 giugno fino all’8 luglio
si svolge il carnevale Vincy Mas
colorato di suoni e musiche, con gare di
calypso e soca, parate in costume lungo
le strade di Kingstown e l’elezione di
Miss Carnevale. A Bequia, la più grande
e popolata isola delle Grenadine, è
intensa la vita notturna ricca di musica
caraibica: dopo una cena a base di zuppa
callaloo, crostacei e bul jol, un piatto
a base di pesce e frutto dell’albero del
pane, la serata continua con esibizioni
dal vivo di steel pan e calypso. Bequia
è famosa anche per gli atelier artigiani
specializzati nella costruzione di
barche a grandezza naturale e in scala e
per lo srimshaw, una tecnica di
decorazione antica in origine praticata
su ossa di balene e oggi adattata ad
altri materiali come l’avorio.
www.svgtourism.com
Ma è soprattutto St Lucia l’isola
del tesoro e non solo metaforicamente.
Per capire l’unicità della posizione di
St. Lucia, bisogna salire in cima al
Rodney Fort in Pigeon Island, da
dove si avvista a poche miglia la
Martinica, bastione francese
nell'America Centrale. Per gli inglesi
fu questione vitale detenere St. Lucia
contro le mire espansionistiche della
Francia. Un centro culturale racconta la
storia di quest'isolotto, sede delle
guarnigioni britanniche, un tempo
accessibile solo per mare, mentre oggi
una lingua di terra lo collega all’isola
madre. Tra le rovine di Pigeon Island,
Parco nazionale protetto, si riconoscono
i resti anneriti delle casematte, i
forni da costruzione, le postazioni per
i cannoni puntati sul mare, le ridotte
dei soldati scavate nella roccia. Il
piccolo museo racconta le vicende di
quest'isola preziosa e l'avvicendarsi di
eserciti e governatori fino alla
battaglia dei Santi del 1782, che segnò
la supremazia degli inglesi. Ma prima
degli scontri tra inglesi e francesi, St.
Lucia aveva conosciuto altre presenze:
gli Amerindi, i pacifici Arawaks, i
guerrieri Caribi. Poi arrivarono gli
europei, anche se inizialmente St. Lucia
venne sottovalutata perché non si
riteneva che vi fossero giacimenti
d'oro. Il primo europeo a stanziarsi
sull'isola fu Francois le Clerc, Gamba
di legno o Wooden leg, un pirata che
fissò la sua sede a Pigeon Island, da
dove attaccava i vascelli spagnoli. I
conflitti anglo francesi durati
centocinquant'anni si intrecciarono con
lo sviluppo dell'economia dell'isola,
basata sulle piantagioni di zucchero per
opera degli schiavi importati
dall'Africa. Proprio dall'alto del
Rodney Fort si scopre uno dei motivi che
rendono St. Lucia preziosa ancora oggi
agli occhi dei nuovi “conquistatori”. Al
tramonto il sole scende con i suoi
riflessi arancio, striati di rosa e di
azzurro a picco sul mare, illuminando
baie frastagliate, colline verdissime,
insenature misteriose, spiagge lunghe e
bianche. I pirati si nascondevano qui?
Rifugio magnifico e sicuro per aggredire
all'improvviso il nemico. Si dice che
Marigot Bay potesse nascondere
un’intera flotta alla vista di chi
arrivava dal mare. Non a caso St. Lucia
è stato uno dei set preferiti per girare
le scene rocambolesche del successo
disneyano “I pirati dei Caraibi.”
Per sperimentare emozioni e avventure
senza correre rischi, oggi ci si imbarca
sul Brig Unicorn, un brigantino
pittoresco dove si trascorre un giorno
intero veleggiando lungo la costa
occidentale, toccando i centri più
importanti fino a La Soufrière. I
bambini sogneranno galeoni, forzieri e
monete d'oro, gli adulti faranno bagni
di sole sulla tolda di legno, bevendo un
cocktail al rum, oppure impareranno i
primi passi delle danze caraibiche
www.seaspraycruises.com .
La Soufrière, la prima capitale
dell’isola, la cittadina più pittoresca
della costa occidentale, è una
mescolanza di folklore, musica,
bancarelle colorate, pettinature rasta,
architetture coloniali, verande di legno
intagliato, casette dai colori
zuccherosi. Se si passa in città la
domenica mattina, lo spettacolo
dell'uscita dalla Messa nella chiesa
principale riporta indietro negli anni.
Bambine infiocchettate di rosa e
celeste, abiti della festa, anziane
signore in guanti di pizzo e cappellino
di paglia fiorato, comprese
perfettamente nel rituale dell'eleganza
domenicale. La piccola comunità si
ritrova nei gesti consueti in una
cordialità che sembra spontanea e
piacevole, anche verso gli ospiti
occasionali che vanno curiosando per le
strade. Una popolazione gentile e
sorridente, tendenzialmente bella, dai
tratti forti che mescolano le razze
dell'isola: bocca grande, capelli
crespi, occhi lucenti, colore ambrato
oppure scurissimo. Una popolazione
accogliente che ama la musica e la danza
in ogni momento della giornata, come
dimostrano non solo le danze
improvvisate per strada a ritmo di
reggae, ma anche i rituali alternativi
delle varie comunità religiose,
gioiosamente festanti nelle loro
rumorose parrocchie particolari.
Sullo sfondo di La Soufrière,
indimenticabili, i due picchi imponenti
del Petit Piton e del Gros
Piton, simbolo di St. Lucia e
patrimonio mondiale dell'Unesco per
la loro importanza geologica. Visti dal
mare sembrano vicinissimi, uno accostato
all'altro, mentre nella realtà uno
emerge all'orizzonte di La Soufrière, e
l'altro a chilometri di distanza vicino
al villaggio di Choiseul. I due Pitons
dimostrano l'origine vulcanica di St.
Lucia, isola nera ricoperta di un manto
verdissimo. Stagliati sullo sfondo di
ogni cartolina e fotografati da chiunque
visiti St. Lucia, costituiscono anche il
panorama per alcuni splendidi resort
costruiti in questi ultimi anni per un
turismo di élite. Alcuni resort come il
Ladera o il Jalousie, hanno le camere
più belle con piscina privata e una
parete interamente aperta sui due picchi
www.ladera.com
,
www.thejalousieplantation.com
Il panorama dal mare, che si scelga il
brigantino dei pirati o un comodo
catamarano o un piccolo motoscafo, é
sempre il più suggestivo. Ma St. Lucia
riserva magnifici tesori anche
all'interno. Jeep, taxi o minibus: tutto
va bene per percorrere le strade
principali che attraversano l'isola da
nord a sud, tra magnifiche piantagioni
di banane, palme da cocco, manghi,
flamboyant, alberi del pane e alberi di
cacao. In particolare a sud della
capitale, Castries, affollata, vociante,
porto di attracco di transatlantici
grandiosi, ci si inoltra nella valle
Roseau. Una via tortuosa attraversa a
saliscendi i fianchi delle colline
coperte da un manto boscoso verde
intenso, interrotto dai colori
sgargianti, rossi, viola, gialli, di
buganvillee, anthurium, frangipane,
stelle di Natale. In alto svettano le
cime lucide delle palme da cocco, in
basso felci giganti ondeggiano in questo
paesaggio che sembra ripetere l'eden
primitivo. Due esperienze in assoluto da
non perdere per godere questo splendore
di terra vergine. A Toraille Falls
si visita una serra a cielo aperto,
avvolti da aromi preziosi, odori
sgargianti, sensazioni insolite: una
bella cascata di acqua fresca dove
immergersi, sullo sfondo il profilo
inconfondibile dei Pitons. A
Babonneau invece, il Ride Rain
Forest porta con una teleferica
scoperta, dove si sta comodamente
seduti, nel cuore della foresta
pluviale: qui, in un silenzio rarefatto
o interrotto solo dal rumore
dell'acqua e dal canto di qualche
uccello, si assapora l'incanto del mondo
delle origini.
forestrails@slumaffe.org
www.rfat.com
. Il Rain forest aerial tram, nato in
Costa Rica e introdotto poi nella
Repubblica Dominicana ed a St. Lucia,
risponde rigidamente ai canoni di
rispetto e conservazione della natura, è
stato costruito senza distruggere un
solo albero e permette di dare lavoro
come guide a molti abitanti della zona.
L'interno dell'isola immerge in
un'atmosfera che ricorda anche le storie
della colonizzazione: insediamenti di
proprietari bianchi, schiavi negri nelle
piantagioni, lavorazione delle bacche
del cacao, produzione di canna da
zucchero, distillazione del rum. In una
piantagione del 1700, Fond Doux Estate,
oggi trasformata in accogliente resort,
dagli edifici in legno old style, le
guide specializzate invitano a conoscere
direttamente i segreti della botanica
tropicale e dello sfruttamento del
territorio, soprattutto il processo di
lavorazione del cacao. Il piacevolissimo
ristorante Cocoa pod Restaurant aperto
su banani e palme da cocco, protetto da
una tettoia di foglie, offre un perfetto
buffet creolo.
www.fonddouxestate.com . La
presenza del vulcano é ancora attiva al
centro dell'isola: ci si avvicina a
distanza di sicurezza alle pozze
sulfuree nella zona di Sulphur
Springs, dove il re Luigi XVI affidò
al governatore francese il compito di
sfruttare le proprietà medicamentose che
erano state decantate simili a quelle di
Aix Les Bains e Baden Baden per curare
le ferite dei soldati.
Sapori esotici
Alcuni piatti della cucina di St. Lucia
sono una vera raffinatezza e mescolano
più tradizioni, che non si possono
ricondurre unicamente alla cucina
creola: pesce marlin affumicato e
servito con capesante e con un contorno
di mango, avocado, cetrioli, oltre a
sottili fettine di ginger, salmone
avvolto in foglie di spinaci con ravioli
farciti di mousse di funghi servito su
un letto di polipo, filetto di maiale
arricchito da fettine di foie gras e
fegato caramellato, gamberetti avvolti
in spaghetti di riso in salsa dolce,
soufflé di pistacchio con mousse di
cioccolata bianca e scaglie di cocco in
zucchero caramellato. Dovunque si
trovano piatti di pesce freschissimo,
anche se bisogna ricordare che non
sempre è stagione di aragosta e granchi.
Dovunque si trovano agnello, maiale e
pollo cotti in salse speziate. E a parte
i ristoranti tipici, nell'isola
abbondano i locali dedicati a cucine
speciali come quella indiana, cinese,
mediterranea e italiana.
Tra gli altri ricordiamo a Rodney Bay
“The edge”
www.edge-restaurant.com
“Buzz seafood&grill” “Domino’s pizza”.
Per entrare nel mondo delle Piccole Antille, clicca
qui
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