C’è
un luogo nella toscana Val di Merse, al
confine tra le province di Siena e
Grosseto, carico di magia e di storia. È
il complesso monumentale di San Galgano,
composto dall’Eremo o Rotonda di
Montesiepi e dalle rovine dell’Abbazia
di San Galgano.
All’arrivo, l’attenzione è catturata
dallo scheletro dell’imponente abbazia
che ha per pavimento il manto erboso e
per soffitto il cielo. Eppure prima di
aggirarsi tra i resti delle sue mura,
sarebbe più giusto cominciare dall’alto,
dalla collina che sovrasta l’abbazia
dove sorge l’Eremo di Montesiepi.
Perché è proprio qui che inizia la
storia del giovane Galgano e della
spada nella roccia.
Galgano Guidotti nasce a Chiusdino
(Siena) nel 1148 da una nobile famiglia
del luogo. L’appartenenza a un
aristocratico lignaggio, l’agiatezza e
l’ozio trasformano il giovane cavaliere
in un ragazzo altezzoso che si abbandona
ben presto ai piaceri della vita. Finché
l’arcangelo Gabriele non comincia ad
apparirgli in sogno. Sconvolto e
profondamente segnato dai messaggi
divini, Galgano decide di mettersi sotto
la guida spirituale dei monaci di
Malavalle in Maremma. I primi di
dicembre del 1180 Galgano ha una nuova,
decisiva esperienza mistica. Secondo la
leggenda l’arcangelo Michele, questa
volta non in sogno ma “di persona”, gli
sbarra la strada, prende le briglie del
cavallo e lo accompagna sul colle di
Montesiepi. Galgano sceglie il colle
quale eremo dove ritirarsi in preghiera
e penitenza. Il giovane chiusdinese,
allora, conficca la sua spada di
cavaliere nelle fenditure di una roccia
a simboleggiare, con l’elsa rovesciata,
la croce, quale segno di fede e pubblica
rinuncia alle armi e alla vita dissoluta
condotta fino ad allora. Ben presto
l’esempio di Galgano viene seguito da
altri giovani e intorno a lui si forma
una piccola comunità. L’esperienza
eremitica di Galgano, però, dura poco
meno di anno. Il 30 novembre 1181 il
giovane muore e viene sepolto vicino
alla spada. Nel 1185, anno della sua
canonizzazione avvenuta per opera di
Papa Lucio III, intorno alla spada viene
edificata una chiesa romanica con
annesso un convento di monaci
cistercensi. Ancora oggi, all’interno
della cappella, è visibile la cosiddetta
"spada nella roccia", testimone della
conversione di San Galgano.
Ai piedi della collina si stende
imponente l’Abbazia di San Galgano.
Costruita tra il 1218 e il 1288 per
accogliere la sempre più numerosa
comunità monastica, conosce il suo
maggiore splendore durante i secoli XIII
e XIV ma, a partire dal secolo XV,
decade lentamente e inesorabilmente,
fino alla sentenza ecclesiastica di
sconsacrazione del 1789. Il complesso
abbaziale è costituito dalla celebre
chiesa senza tetto a croce latina e da
un grandioso edificio che costituisce
quanto resta del convento.
L’abbazia è un’icona di per se stessa.
Il simbolo di questa terra. Storicamente
e architettonicamente è uno dei
monumenti religiosi più importanti della
campagna senese e, insieme alla cappella
di Montesiepi, uno dei più rilevanti
esempi dell’architettura
gotico-cistercense in Italia.
Ma al di là delle considerazioni
artistiche, San Galgano è e rimane un
luogo mistico. Un solitario rudere
abbandonato in mezzo alla campagna
senese da visitare specialmente al
tramonto, quando i raggi del sole
colorano gli inserti in travertino e
accendono i mattoni rossi.
Per immagini e approfondimenti
sull'Abbazia di San Galgano:
www.lineatoscana.it
Il limitrofo borgo di Chiusdino
sorge a circa 30 km a sud di Siena su
uno dei cocuzzoli delle Colline
Metallifere tra boschi e pascoli. La
posizione e la struttura del castello
medievale fortificato evidenziano
l’origine difensiva risalente ai tempi
della dominazione longobarda in Toscana.
In paese si trovano la Chiesa di San
Martino, la propositura di San Michele
Arcangelo vicina alla casa natale di San
Galgano e la chiesa della Compagnia di
San Galgano con un bassorilievo
raffigurante il santo che conficca la
spada nella roccia.
Nei dintorni meritano una visita il
borgo-castello di Frosoni, Luriano,
Castelletto e il castello di
Montalcinello.
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della Toscana, clicca
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