Centro
nevralgico di una nazione da poco salita
alla ribalta della Storia, Bratislava è
una vivace città di 430.000 abitanti con
un nucleo storico piacevole e
accogliente e popolata da un popolo
aperto, affabile e con una gran voglia
di vivere.
Da quando poi la Slovacchia è entrata a
far parte dell’Unione Europea, la sua
capitale è tutta un fermento: ovunque si
costruisce, si restaura, si abbellisce,
si restituiscono ai palazzi storici le
vesti eleganti di un tempo, talvolta
insospettate sotto scrostature e patine
grigie.
Capitale di un Paese
giovane e dinamico
Sull’onda dell’entusiasmo per la
sovranità riconquistata, la Repubblica
Slovacca attraversa un momento di
grazia, in particolare – ma non solo –
sotto l’aspetto economico, con una
crescita del prodotto interno lordo
degno di una tigre asiatica.
Come esempio di questo fenomenale
sviluppo si può citare Sky Europe, una
fra le più dinamiche compagnie aeree low
cost con base proprio nella capitale
slovacca, dove sbarcano folle di turisti
da tutta Europa che all’inizio usavano
Bratislava come luogo di transito per la
visita di Vienna, a soli 60 km di
distanza, e poi hanno cominciato a
fermarsi qui, attratti dai buoni prezzi,
dalla scelta di bei locali dove
trascorrere una serata, dalla natura
cordiale e disponibile dei suoi
abitanti, dalle grazie di una città
vecchia priva di episodi artistici di
livello eccelso, ma gradevolmente
omogenea.
Tutti buoni frutti della recente
separazione consensuale da Praga (1993)
e dell’ancora più recente ingresso
nell’Unione Europea (2004), seguiti alla
dissoluzione del regime comunista per
effetto della cosiddetta “Rivoluzione di
velluto” (1989). Grazie a tali eventi
epocali, Bratislava è potuta infatti
tornare a essere il cuore di un proprio
Stato che rende finalmente giustizia
alla peculiarità culturale e linguistica
di questo popolo slavo gentile e
pacifico.
Nel 1996, dopo un accurato restauro,
palazzo Grassalkovich è diventato la
residenza del presidente della
Repubblica Slovacca, assurgendo a
emblema della ritrovata indipendenza.
Un centro storico
piacevole e raccolto
Trascurata per decenni, l’area più
antica della città ha patito le ingiurie
del tempo cui si sono sommati nel
dopoguerra interventi umani poco
rispettosi del tessuto storico. Ne è un
esempio la strada sopraelevata che,
partendo dal Ponte Nuovo fende
crudelmente in due il cuore di
Bratislava. L’invadente viadotto si
lascia a sinistra la collina del
Castello, mentre a destra lambisce la
città vecchia umiliando il duomo di San
Martino con lo schiaffo delle migliaia
di macchine che sfrecciano ogni giorno a
pochi centimetri dalla sua facciata.
Dietro una veste gotica quattrocentesca,
la chiesa presenta un gradevole interno
aggiornato al gusto barocco e un’alta
torre ornata da una corona, ricordo del
fatto che qui, dal 1563 al 1830,
venivano incoronati i sovrani ungheresi.
Un autentico gioiello barocco, nella sua
variante più tarda nota come rococò, è
la casa del Buon Pastore, edificio che
sorge al di là del viadotto, in uno dei
quartieri più caratteristici della
città, ai piedi dell’altura su cui sorge
il castello di Bratislava che assunse la
forma attuale a partire dal XV secolo.
Distrutto nel 1811, fu infine
ricostruito e nel 1968 restituito alla
città. Dal castello si gode un vasto
panorama del centro storico e del
Danubio, con il Ponte Nuovo che, con i
suoi tendini di acciaio e cemento
armato, sembra tenere ancorato alla
madrepatria il piccolo lembo di
territorio slovacco sull’altra sponda
del Danubio, dove sorge Petržalka, un
immenso quartiere d’epoca socialista
sorto nel dopoguerra tra il fiume e il
filo spinato che, fino alla caduta del
Muro di Berlino, divideva in due
l’Europa. L’inconfondibile “disco
volante” in cima al pilone sull’altra
riva del Danubio ospita un ristorante
panoramico.
Artigianato originale
e mercatini di Natale
Prima di assumere la denominazione
attuale, la città era nota – oltre che
con il nome ungherese di Pozsony – anche
con il toponimo tedesco di Pressburg,
forse modellato sul più antico nome
slavo di Prešporok dalla nutrita colonia
germanica che vi abitava e che ha
segnato la vita della città fino alla
fine della seconda guerra mondiale. La
più significativa testimonianza di
questa presenza è Piazza Maggiore (“Hlavné
námestie”) ornata da una fontana del
1572 simbolo della città e nota come
“fontana di Orlando”. L’impronta
mitteleuropea di questa piazza e dei
suoi dintorni è ancor più palese nel
periodo
natalizio, quando gli stand in legno
decorati e illuminati le conferiscono un
aspetto che ricorda le città austriache,
tedesche, boeme o ungheresi nei giorni
dell’Avvento. Passeggiando fra le
bancarelle si scopre una varietà
incredibile di prodotti di un
artigianato fantasioso e originale
realizzati in legno, vetro, fil di ferro
ritorto, ferro battuto, e perfino foglie
di mais, con cui si realizzano
affascinanti figurine della tradizione
popolare o statuine del presepe.
Interessante anche la tradizione
ceramica slovacca che secondo alcuni
risalirebbe alla prima metà del
Cinquecento, quando una colonia
proveniente dalla nostra Romagna,
costretta all’esilio per motivi
religiosi, portò a est del Danubio la
grande arte che rese Faenza celebre nel
mondo.
Sulla piazza domina il vecchio
Municipio, con la sua alta torre da cui
si apre una bella veduta della città
vecchia e della collina del Castello.
Fra vino, birra e
gnocchetti dei Carpazi
Chi decide di trascorrere una serata nei
caffè, nei wine bar e nelle birrerie del
centro, verrà premiato dalla simpatia
degli inservienti e degli avventori,
dall’atmosfera calda e cordiale di
numerosi locali tipici e dalla qualità
di vini e birre locali.
In Ulica Obchodna difficilmente passerà
inosservata la curiosa facciata
dell’edificio che ospita la più rinomata
birreria di Bratislava, lo Slovak pub.
Fra pavimenti in legno, travi a vista e
tinte calde questo locale può accogliere
fino a 700 persone in un labirinto di
sale e salette sempre immerse in un
allegro brusio e solcate da giovani
camerieri sorridenti e cordiali ma
efficienti. Non si viene qui tuttavia
solo per l’atmosfera, ma soprattutto per
la birra alla spina e per l’ottima
cucina tradizionale, in cui spiccano gli
halušky, il piatto nazionale slovacco:
gnocchetti conditi con soffritto di
lardo e bryndza fuso, un formaggio di
pecora tipico dei Carpazi. Leggeri certo
non lo sono, ma gustosi senz’altro.
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