Con
la sua forma da otto inclinato,Tahiti è
l’isola più grande dell’arcipelago che è
formato anche da Moorea, Raiatea, Tahaa,
Huahine, Bora Bora e Maupiti.
Quest’isola è definita “alta” perché ha
al centro un picco montuoso e ricoperto
di foreste e da una laguna chiusa dalla
barriera corallina, è un vero e proprio
paradiso terrestre con le sue spiagge
dalla sabbia bianca come borotalco, e
quelle particolari con sabbia nera ma in
entrambi i posti con l’acqua cristallina
e trasparente.
Anche le residenze turistiche sono da
sogno: tutte le strutture sono
realizzate in perfetto stile polinesiano
con l’impiego di materiali locali come
pandanus, palme di cocco intrecciate,
bambù, legni preziosi e lampadari di
conchiglie. Per non parlare dei bungalow
su palafitte, diventato il simbolo del
romanticismo e accoglienza: il servizio
di colazione in piroga è un vero must
che delizia i turisti al risveglio e
inoltre i tavoli con il fondo di vetro
permettono di ammirare i pesci tropicali
della laguna stando comodamente seduti.
Tahiti e le sue isole si trova nella
zona est del sud del Pacifico, in una
fascia compresa tra l’Equatore e il
Tropico del Capricorno.
Per la sua posizione nell’Oceano Tahiti
offriva poco sviluppo alle varietà di
piante e fiori, invece le specie
importate dai colonizzatori si sono
sviluppate meravigliosamente rendendo
l’isola un vero e proprio giardino
dell’Eden. La visita dei parchi e dei
giardini botanici è un viaggio alla
scoperta di una flora molto varia e con
un esplosione di colori e profumi:
gelsomino, gardenia, ibisco, tamarindo,
limone, avocado, vaniglia…
La fauna marina è molto ricca e
fantastica, infatti si trovano 800
specie di pesci tropicali dai mille
colori e forme e un’infinità di
crostacei tra cui aragoste, cicale
marine, gamberi e gamberetti. Questo
arcipelago è stato riconosciuto come
“santuario per i grandi mammiferi
marini” come la presenza delle balene e
dei delfini.
Arte e cultura
Come in tutti i paesi tropicali, anche i
tahitiani hanno la danza e la musica nel
sangue. La danza tipica del posto,
chiamata Tamure, un ballo molto erotico,
è caratterizzato dal movimento rotatorio
delle anche. Ciascun Tahitiano ne impara
i primi passi fin dalla più tenera età.
Nei movimenti che vengono eseguiti dalla
vita in giù, il tamure assomiglia
all’hula hula hawaiana, ma, rispetto a
quest’ultima, risulta più vibrante,
suggestiva ed a volte più violenta. Nei
danzatori tahitiani i movimenti delle
anche sono estremamente flessuosi e
controllati: un’arte che deve essere
vista per poter essere apprezzata. Il
moderno Tamure deriva da forme di danza
tradizionale, nelle quali un gruppo di
ballerini mimano una leggenda o un
episodio storico, impersonando
guerrieri, re, eroi, pescatori,
sacerdoti ed altri personaggi.
Le calde acque ospitano la “Pinctada
Margaritifera”, una madreperla unica
grazie all’ambiente lagunare puro.
Questa perla è diventata negli anni
simbolo di eleganza e bellezza nel
mondo. Rotonda e perfetta, di forma
allungata e romantica, barocca e
moderna, dai colori: verde iridato,
melanzana, dai riflessi blu, rosa,
mordorè o grigia, è sempre affascinante,
per il suo splendore e per la sua
classe.
Qualsiasi turista, soprattutto le donne
sperano di possedere una perla di queste
e portarle a casa per sfoggiarle con le
amiche. Per i visitatori che volessero
conoscere i segreti della fabbricazione
della perla tahitiana, la visita ad
un’azienda perlifera è un’esperienza da
non perdere. A Papeete troverete il
Museo delle Perle dove arte, storia,
mitologia e religione affiancano le
spiegazioni tecniche sulle perle.
(Visite guidate su prenotazione; Centro
VAIMA Via J. D’Arc, BP 7; Apertura
lunedì-sabato 9.30-12 / 13-17; Ingresso
libero).
Gastronomia
A Tahiti si possono assaggiare le
specialità di quattro diversi tipi di
cucina: la francese, la vietnamita, la
cinese e la tahitiana. Negli alberghi si
possono trovare anche altri tipi di
cucina, come quella europea, asiatica..
I tahitiani hanno un’abbondanza di
frutti della terra e del mare e con
questi preparano piatti sfiziosi e
sofisticati: potrete trovare i
leggendari frutti dell’albero del pane,
molte varietà di banane, i tanti tipi di
tubero (taro, tarua, ufi), papaye,
manghi, angurie, pompelmi, limoni
verdi.. Carne, pesce, verdura e frutta,
vengono cucinati con il tradizionale “ahima’a”:
si tratta di un forno scavato sotto
terra, all’interno del quale la pietanza
riposa su pietre incandescenti, avvolto
da foglie di banano. Poi viene servito
con latte di cocco fermentato e mangiato
con le mani.
Uno dei piatti tipici di Tahiti e della
Polinesia Francese è il poisson cru, si
tratta di pesce crudo che viene fatto
marinare nel succo di limetta, oppure in
aceto e sale, e ricoperto da crema di
cocco, olio e cipolle.
Un frutto locale che non dovreste
perdere è il pamplemousse, una specie di
pompelmo gigante, importato dall’Asia.
Questo frutto è particolarmente dolce e
gustoso e si può comprare fresco al
mercato, oppure se ne può gustare il
succo. Alcuni bar e ristoranti preparano
delle spremute fresche: non lasciatevele
scappare!
Gauguin e Tahiti
“Parto perché desidero vivere in pace e
non essere influenzato dalla nostra
civiltà. Desidero solo creare un’arte
semplice. Per raggiungere questo scopo è
necessario che io m’immerga nella natura
vergine, che non veda nessuno
all’infuori dei selvaggi, che condivida
la loro vita” […]. Quando Paul Gauguin
pronunciò queste parole prima di
abbandonare la Francia, era convinto che
Tahiti fosse ancora un paradiso
incontaminato. Partì il 1° aprile del
1891 e giunse a Papeete 69 giorni dopo,
a casa lasciava la moglie danese e
cinque figli, per rimanere nell’isola
quanto bastasse per dipingere un numero
di quadri sufficienti per diventare
famoso.
A Papeete fece il primo quadro su
ordinazione, ma il quadro non destò
entusiasmo, quindi decise che era meglio
stare con gli indigeni, ma anche quella
fu una delusione: dell’arte e della
cultura locali era rimasto ben poco, ma
Gauguin era contento di partecipare alla
vita del villaggio.
Lavorò intensamente e nel 1893 ritornò
in Francia con 66 quadri e una dozzina
di sculture di legno per la mostra che
aveva in mente già da tempo, ma la
mostra si rivelò un fallimento. Quindi
decise di partire di nuovo per Tahiti e
li visse una vita nuova.
Nel 1901 ricevette un’offerta inattesa:
un commerciante d’arte parigino era
disposto a pagargli un salario in cambio
di tutti i quadri che avrebbe dipinto.
Finalmente liberato dalle preoccupazioni
economiche, Gauguin si trasferì a Hiva
Oa e lì visse in ricchezza, in quel
paradiso il pittore morì.
Papeete
Papeete significa “acqua da una cesta” e
probabilmente significa che in passato i
tahitiani andavano a prendervi l’acqua.
Oggi è il capoluogo ed un importante
porto e aeroporto. Nonostante la
presenza di nuovi uffici e appartamenti,
la città mantiene ancora il fascino
coloniale francese, con le case dipinte
di bianco, costruzioni di legno dipinto
con verande e tetti in lamiera ondulati,
le strade strette, i parchi, un mercato
all’aperto, i venditori ambulanti e un
eccesso di odori che vanno dagli aromi
di fiori e frutti al profumo delle
bistecche. Papeete è una città fatta per
camminare: lungo i viali e nei
marciapiedi si trovano file di
bancarelle che vendono collane di
conchiglie, cappelli di paglia, dolci
fritti.
Il momento migliore per addentrarsi
nelle stradine strette e gironzolare tra
i negozi è il mattino, quando fa ancora
fresco, più tardi, i gas di scarico
delle automobili e il caldo dell’asfalto
rendono insopportabile la passeggiata.
Una visita è obbligatoria al giardino
botanico e in seguito al museo Gauguin.
I giardini botanici furono
fondati nel 1919 da Harrison Smith che
introdusse nell’isola varie specie di
arbusti, alberi e fiori tropicali
provenienti da tutto il mondo. La visita
a questo giardino vi condurrà lungo i
sentieri che attraversano diversi acri
ricoperti di palme, ibischi, bambù,
banani e molte altre specie, tutte
perfettamente curate.
Di fronte ai giardini scorgerete un
moderno edificio circolare, il Museo
Gauguin, in cui sono esposti oggetti
e opere che illustrano la vita dei
personaggi più famosi che hanno
soggiornato nell’isola. Alle pareti sono
appesi documenti e fotografie dell’epoca
del pittore, accanto alle riproduzioni
dei suoi capolavori. Per ironia della
sorte, questo museo non possiede opere
originali dell’autore. (Orari
d’apertura: 9-17; Ingresso libero)
Da non perdere la visita al mercato
della capitale: con i suoi 7.000 mq di
superficie, rappresenta il cuore più
autentico e vivo della città. È aperto
tutti i giorni dalle 5 alle 17 e la
domenica dalle 4 alle 7.
Passeggiando fra le bancarelle, potrete
assaporare la vera cordialità
polinesiana e immergervi in un allegro
tripudio di colori e sapori tropicali.
Al piano terra si vendono fiori, frutta,
verdura come il taro, i tuberi e il
pesce appena pescato, tra cui sarde,
mahimahi, alalonghe, aragoste,
gamberetti, molluschi ed altri pesci.
Una regola non scritta qui stabilisce
che i tahitiani debbano vendere pesce,
il taro, l’igname e altri prodotti del
posto, ai cinesi
aspetta la verdura, mentre la carne e i
dolci sono competenza degli europei.
Per lo shopping, l’appuntamento è al
piano superiore del mercato dove vi
attendono tutti i prodotti tipici
artigianali: parei, copricapo di pandano
intrecciato, stuoie, borse e cesti,
oggetti lavorati in legno, tessuti
coloratissimi, sontuosi copriletto con
motivi vegetali o etnici, cuciti a mano,
conchiglie di tutte le dimensioni e
collane di conchiglie. Si trovano anche
degli oggetti intagliati, Tiki (idoli
scolpiti in legno), ciotole e ukulele.
I tatuaggi
Il tatuaggio polinesiano rappresenta
ancora oggi l’espressione forte,
immediata e visiva dell’antica cultura
Maohi. D’ispirazione geometrica,
privilegia l’uso del colore nero. A
differenza dei tatuaggi europei, quelli
polinesiani vengono fatti per essere
mostrati e vengono sfoggiati da uomini,
donne, bambini e anziani come ornamento
del corpo. Essere tatuati significa
maturare, diventare uomini o donne.
Significa essere uomini potenti, nobili,
valorosi; una donna tatuata è
affascinante e desiderata.
Negli ultimi anni a Tahiti, come in
tutta la Polinesia Francese, si è visto
crescere una generazione di tatuatori
con grandi capacità, tanto da
partecipare in tutto il mondo a fiere e
manifestazioni.
Da non perdere il Festival del
Tatuaggio di Tahiti, che è giunto
alla terza edizione e sarà ospitato per
il secondo anno dall’Hotel Sheraton di
Tahiti, dove per l’occasione verrà
allestito il Villaggio Tattoonesia.
L’evento, di importanza internazionale,
sarà promosso da Tahiti Tourisme in
collaborazione con il Ministero delle
Politiche Giovanili della Polinesia
Francese dal 7 all’11 novembre 2007.
Il Festival del Tatuaggio è una
manifestazione di grande interesse non
solo per i professionisti del settore.
Saranno presenti tatuatori provenienti
da tutto il mondo, ma anche artigiani e
artisti polinesiani che esporranno opere
ispirate al tatuaggio, si potrà
assistere a conferenze, mostre
fotografiche e proiezioni video, ma
anche a spettacoli di danza e concerti.
Cinque giorni per conoscere e scoprire
la cultura del tatuaggio e quello della
sua terra natia.
Per entrare nel mondo
di Tahiti, clicca
qui per vedere il video
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