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Cadore: alla riscoperta del “divino pittore”

di Giovanni Scotti

 

Belluno è la sede principale della grande mostra, che promette di diventare l’evento culturale dell’inverno, “Tiziano l’ultimo atto”, la sua provincia che si svolge nelle località del Cadore, ricorda più che mai, con i suoi itinerari, la presenza del grande artista che rimase fino alla fine legatissimo alle sue radici. Anche al culmine della fama, ricco e onorato da re e principi a Venezia, Tiziano tornava volentieri a Pieve di Cadore. E oggi Tiziano torna nelle sue terre, facendoci ripercorrere insieme a lui l’itinerario seguito nei suoi rientri a casa, con la possibilità di ammirare i tanti lavori che il maestro e i suoi familiari più stretti realizzarono per queste terre, nella consapevolezza del profondo legame sentimentale e professionale e degli interessi imprenditoriali che sempre mantenne con il bellunese.
Le opere del figlio prediletto Orazio e del nipote Marco e soprattutto del fratello Francesco possono essere visitate attraverso specifici itinerari strutturati su iniziativa dei promotori della mostra e della Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico per le province di Venezia, Padova, Treviso e Belluno. Una proposta può riguardare la fascia nord della provincia da Sedico a Zoppè di Cadore.
Sedico sorge alla confluenza tra il torrente Cordevole e il fiume Piave ed è stato per secoli importante punto di passaggio del trasporto su zattera di legname e rame provenienti da Agordino e Cadore. Attorno al commercio e alla lavorazione del legname gravitava la vita di tutti i piccoli centri della zona e testimonianza del florido commercio che si sviluppò a Sedico sono anche le antiche ville patrizie (Zuppani a Pasa, De’ Manzoni a Patt e Rudio a Landris). Nella grande Chiesa parrocchiale di Santa Maria Annunziata è possibile ammirare la Madonna col Bambino dipinta, tra il 1510 e il 1520, da Tiziano in collaborazione con il fratello Francesco, considerata uno dei capolavori dell’opera vecelliana. Splendida è l’immagine essenziale di Maria, assorta nella lettura mentre regge in grembo il Bambino, con due putti che si accingono a posarle la corona sul capo. La tela rappresenta il superstite pannello di un polittico smembrato dopo la prima guerra mondiale.

A Forno di Zoldo – così chiamata per l’attività mineraria svolta in tutta la Val di Zoldo – in località di Madonna di Pieve, all’interno della Chiesa dell’Addolorata, è possibile ammirare lo splendido Polittico di scuola tizianesca del 1577, dipinto l’anno successivo la morte di Tiziano: un’opera ora smembrata composta di sei scomparti, tre dei quali collocati nell’abside, gli altri tre nella navata. L’immagine più bella del polittico è la raffigurazione, a sinistra di Maria, del virile San Floriano, titolare della Pievania di Zoldo, ritratto con la corazza lucente mentre spegne un incendio divampato ai suoi piedi. A destra di Maria è raffigurato Sant’Antonio Abate invocato dalla pietà popolare contro le malattie infettive e come protettore degli animali domestici.
A Zoppè di Cadore, invece, situato nella Valle del Ritorto (alla quale si accede direttamente attraverso un’ardita stradina che parte da Forno di Zoldo), si può ammirare nella Chiesa parrocchiale dedicata a Sant’Anna, la bellissima pala raffigurante la Madonna col Bambino e santi Paolo, Anna e Girolamo, attribuita da sempre a Tiziano, ma più probabilmente opera della bottega. Nonostante fosse stato arrotolato e nascosto in un tronco cavo per evitare che fosse rubato durante l’occupazione napoleonica, il dipinto manifesta un’elevatissima qualità pittorica.
Un altro itinerario cadorino può svilupparsi in una seconda direzione.
Perarolo di Cadore, un importante porto fluviale posto alla confluenza tra il fiume Piave e il torrente Boite, dalla fine del ‘300 sino agli inizi del ‘900, utilizzato per il commercio di legname proveniente da Carnia, Tirolo e Carinzia e destinato alla costruzione di navi a Venezia, caratterizzato dai due “cidoli” (strutture a saracinesca poste a sbarramento dei corsi d’acqua) che servivano a smistare il legname in fluitazione, ospitava due segherie della zona di proprietà di Francesco e Tiziano Vecellio. Il Museo del Cidolo e del legname raccoglie una serie di documenti relativi alle attività commerciali della famiglia. Nel 1525 Tiziano sposò Cecilia figlia del “quondam ser Alo de maistro Jacomo, barbier della villa de Perarolo de Cadore”. Nella Chiesa di San Rocco, eretta nel ‘500 ma ricostruita nel secolo scorso dopo un’inondazione del torrente Boite che la danneggiò profondamente, si conserva uno dei più bei dipinti attribuiti a Francesco Vecellio: la pala, dipinta intorno al 1520, raffigurante La Madonna con Bambino e i santi Rocco e Sebastiano spesso invocati contro la peste. La tela presenta un elevato equilibrio formale che sorprende per la particolare attenzione ai particolari e per l’utilizzo di colori caldi.
Pieve di Cadore, ovviamente, città natale di Tiziano Vecellio è il capoluogo storico della valle grazie alla sua strategica posizione geografica che fin dall’epoca romana gli valse il ruolo di riferimento in campo politico, culturale e religioso. Attorno alla piazza dedicata a Tiziano, con al centro la statua bronzea del pittore, si affacciano le sedi del potere politico e religioso affiancate da nobili palazzi dell’aristocrazia locale, tra le quali si trova anche la Casa del pittore cadorino: l’edificio, dal 1922 monumento nazionale, si presenta come tipica abitazione nobiliare: di modeste dimensioni, in solida muratura, con scala di legno e lungo ballatoio che conduce al primo piano. Qui Tiziano tornò anche in età avanzata, nel periodo estivo, per ripararsi dall’afoso clima veneziano.

Sede della mostra “Tiziano. L’ultimo atto” è la Magnifica Comunità di Cadore: palazzo quattrocentesco autentico simbolo dell’identità locale che ancor oggi svolge l’originaria funzione di sede della Comunità e, accanto ai sontuosi saloni di riunione e di rappresentanza, ospita un’esposizione di stampe ed incisioni di Tiziano e riproduzioni di carteggi a lui appartenuti.
In uno dei saloni del palazzo civico è conservata un’opera di Marco Vecellio Madonna con Bambino; emblema del Cadore; S. Marco; allegorie della Fede e della Fortezza che celebra l’identità della regione cadorina il cui stemma (composto dalle due torri dei castelli di Pieve e Botestagno divisi da un albero) è ritratto ai piedi della Vergine. All’apparizione centrale della Madonna col Bambino si affiancano le figure di San Marco a sinistra – alla cui protezione si era votato l’intero Cadore e due figure allegoriche la Fede, con il calice nella mano, e la Fortezza, appoggiata alla colonna a destra.
Sempre intorno alla piazza principale si erge la Chiesa di Santa Maria Nascente, uno degli edifici più interessanti della provincia di Belluno per la ricchezza e la varietà delle opere che custodisce; la prima fabbrica risale ad un periodo anteriore al Mille; l’edificio attuale (1761-65) progettato dall’architetto Domenico Schiavi ha sostituito, nel 1813, la precedente costruzione gotica perdendo il coro decorato da Tiziano e Bottega con il ciclo di affreschi dedicato alla Vergine Maria. La chiesa arcidiaconale conserva però ancora un dipinto del suo celebre figlio in cui Tiziano stesso si ritrae come silenzioso testimone dell’evento divino: l’intima Sacra Conversazione che ritrae la Madonna con Bambino e Santi Rocco e Sebastiano. La tradizione vuole che questa tela sia stata eseguita per la cappella della famiglia Vecellio dopo la morte di Francesco avvenuta nel 1560; proprio al fratello maggiore di Tiziano è ascritta la splendida pala d’altare con una Madonna con Bambino e Santi Rocco e Sebastiano realizzata intorno al 1520 per la cappella della famiglia Genova. Ancora una volta i protagonisti sono i “santi della peste” – i più rappresentati nell’ambito della pittura cinquecentesca bellunese – che sono inseriti in quest’ariosa composizione all’aperto in cui Francesco dimostra un’elevata capacità di elaborazione del soggetto.

AltoGusto: la grande cucina delle Dolomiti bellunesi omaggia il Tiziano
Immersi nello splendido paesaggio delle Dolomiti bellunesi, otto fra i più rinomati ristoranti della zona, hanno deciso di raccontare il territorio bellunese attraverso la sua cucina e la sua tradizione culinaria, fondata sull’utilizzo di pregiati prodotti locali. Fra novembre 2007 e febbraio 2008, i ristoranti Al Borgo di Anconetta, Al Capriolo di Vodo di Cadore, Alle Codole di Canale d’Agordo, Baita Fraina di Cortina d’Ampezzo, Dolada di Plois di Pieve D’Alpago, Laite di Sappada, San Lorenzo di Puos d’Alpago e il Tivoli di Cortina d’Ampezzo, dedicheranno al grande pittore bellunese Tiziano Vecellio, un menù degustazione a lui ispirato e pensato in occasione della mostra. Cinque portate a discrezione di ciascun ristorante evidenzieranno la vicinanza fra pittura e cucina, attraverso l’arte di combinare elementi, forme e colori differenti: patin, fagioli (soprattutto di Lamon), mais sponcio, patate (di Cesiomaggiore in primis), agnello alpagoto e di Lamon, cappucci di Vinigo, fave, orzo decorticato, formaggi del territorio, pedole, ecc. saranno i protagonisti assoluti di deliziose pietanze dove il commensale unirà al piacere del palato, il divertimento di ricercare nella mise en plate le forme e i colori ispirati al Tiziano.
 

Per entrare nel mondo di Tiziano, clicca qui per vedere il video


 

 

 

NOTIZIE UTILI


Tiziano: l’ultimo atto”, fino al 6 gennaio 2008 a Palazzo Crepadona in Belluno e Palazzo della Magnifica Comunità di Cadore a Pieve di Cadore. I visitatori della mostra “Tiziano. L’ultimo atto” riceveranno la Tiziano Card, un prezioso strumento – frutto della collaborazione tra i promotori della mostra e Belluno Centro Storico – che renderà ancora più piacevole il soggiorno nella cittadina, con sconti del 10% nei negozi, alberghi, ristoranti, e bar di Belluno che hanno aderito all’iniziativa.
In collaborazione con Dolomiti Bus viene inoltre proposta ai visitatori della mostra la Tiziano Guest Card, un biglietto unico per autobus e pullman valevole, senza limiti di corse, sull’intera rete del servizio Dolomiti Bus.
Il biglietto avrà il costo di 5 euro per un giorno e di 12 euro per tre giorni e avrà valore solo se esibito insieme al biglietto della mostra.
La visita alla mostra e alla città sarà resa ancora più lieta grazie a un ricco programma di manifestazioni ed eventi che animeranno il centro storico e permetteranno – soprattutto nel periodo natalizio – di curiosare nei mercatini tipici, gustare i sapori delle terre di Tiziano e scoprire l’artigianato locale.
Particolarmente utile per la visita di questi luoghi è la guida, edita da Skira e curata da Marta Mazza, che, con ricche schede esplicative delle opere dei Vecellio che maggiormente collaborarono con Tiziano, permette di visitare anche luoghi abitualmente inaccessibili, aperti in occasione della mostra in giorni ed orari stabiliti www.tizianoultimoatto.it  www.belledolomiti.it
 
Per il video sulla mostra "Tiziano-L'ultimo atto",si ringrazia Villaggio Globale International.Hilite, Parma - regia di Luca Mazzieri

 

 

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