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Mantova: tra arte, cultura e natura

di Claudia Farina

 

Andrea Mantegna, Madame Butterfly, Matilde di Canossa a Mantova e dintorni. Tre personaggi per tre itinerari. A Mantova si può arrivare navigando beatamente nelle Valli del Mincio, in una crociera di due ore, leggera e magica.

I Gonzaga e Andrea Mantegna sono il codice armonico di quel tempo felice per l’arte e per il prestigio di Mantova, che è stata la seconda metà del 1400. L’incontro tra magnifici personaggi (il marchese Ludovico II, Barbara di Brandeburgo, Isabella d’Este) e il pittore, la potenza del casato, gli interventi monumentali, sono un’eccezionale eredità che permette, cinquecento anni dopo la morte dell’artista, di compiere un viaggio affascinante tra percorsi dell’arte, della storia e del mito. Alimentando la meraviglia di chi guarda. Tale è l’importanza di questo artista, che il 2006 ha visto mostre affollatissime, in occasione del quinto centenario della morte, a Padova, Verona e Mantova.
Mantova ha uno straordinario itinerario mantegnesco. L’inizio è la Casa del Mantegna, costruita dal Maestro a partire dal 1476, con razionale impianto a volumetria del cubo e del cilindro, il cortile interno così simile all’atrio romano e aperto al cielo, divenuta, negli ultimi anni, un Centro internazionale d’arte moderna e contemporanea di importanza europea, costantemente animata da mostre. Da maggio 2007 è stata aperta una sezione espositiva permanente in quella che fu la dimora e l’atelier del Mantegna, permettendo, attraverso i più innovativi mezzi multimediali, di apprezzare la "casa d'artista" e le sue opere principali. La realtà virtuale del laboratorio diventa così una speciale area didattica, adatta a tutte le età e alle diverse fasce di pubblico, in un percorso multidisciplinare che si snoda dalla Casa del Mantegna alla Camera degli Sposi. Di vertiginosa bellezza è rivestita la Camera picta (questa è la denominazione corretta di una camera, tra le più celebri della storia dell’arte), interamente affrescata dal pittore tra il 1465 e 1474, che è stata la stanza da letto di Ludovico II Gonzaga, come dimostrano i ganci per sostenere il capocielo che sormontava il letto principesco. Si trova nel Castello di San Giorgio, parte integrante del complesso di Palazzo Ducale e raffigura in modo solenne la corte gonzaghesca. Tratti eleganti, marcati dagli ori e dagli azzurri, rappresentano su due pareti la famiglia del marchese riunita per una cerimonia e il suo incontro con il figlio Francesco appena eletto cardinale.
Al centro del soffitto (una volta dorata impreziosita da otto medaglioni monocromi con imperatori romani) si apre un occhio di cielo racchiuso da balaustra, dalla quale si affacciano putti, fanciulle, un uomo di colore e un pavone blu. Figure allegoriche e motivi ornamentali che richiamano l’amore del Mantegna per la ricercatezza dei particolari e la classicità. Poco lontano dalla Casa sta la chiesa di S. Maria della Vittoria, dove si trovava l’omonima pala (1495-96) commissionata dai Gonzaga per festeggiare la vittoria di Fornovo contro i francesi, ora collocata al Louvre; di Leon Battista Alberti è la basilica di S. Andrea, cappella funeraria dell’artista, mentre il vicino Palazzo di San Sebastiano, sede del museo della città, trae fama dall’aver ospitato i nove Trionfi di Cesare, opera che si trova ora ad Hampton Court. Completa questo straordinario aggregato urbano Palazzo Te, che ha ospitato la grande mostra sul Mantegna nel 2006.

Navigando sul Mincio
A Mantova si può arrivare navigando beatamente nelle Valli del Mincio, in una crociera di due ore, leggera e magica. Scesi dalla scarpata retrostante il Santuario delle Grazie a Curtatone, ci si imbarca su un comodo barcone dal porticciolo sottostante, esattamente a metà itinerario dei 73 km che il fiume Mincio percorre tra Peschiera del Garda e il Pò, attraversando la Riserva naturale (nata nel 1984) definita dalla Convenzione internazionale di Ramsar “Zona umida di importanza internazionale specialmente per gli uccelli acquatici” e dunque “sito d’importanza comunitaria”.
I canneti bordano il fiume ricoprendo le isole interne. Il silenzio avvolge un paesaggio immobile tra sogno e narrazione…così pare, fino a che il barcaiolo, nato, cresciuto e residente sul fiume, ci invita a guardare tra le canne, sotto il pelo dell’acqua, negli intrichi dei labirinti, nell’aria. Sembra un luogo solitario, lo è dal punto di vista umano, ma è frequentatissimo da uccelli, anfibi, pesci. E la macchina fotografica scatta e scatta, rincorrendo immagini avvincenti tra acqua, terra, cielo.
Nella zona umida nidificano il tarabuso, l’airone rosso, il falco di palude e riposa lo storno. Dove il canneto incontra l’acqua, fioriscono le carici e gli uccelli costruiscono il nido a modo proprio: appeso alle canne quello del cannareccione; nascosto nel groviglio di erbe e canne quello dei tirabusini, galleggiante tra le canne quello di Svasso, su piattaforme galleggianti di erbe quello di folaghe e gallinelle d’acqua. Se le garzette, i cigni reali e gli aironi cinerini vi cercano il cibo, il martin pescatore si tuffa dalle canne protese per catturare pesciolini, mentre il falco di palude rapacemente cattura, al bordo del canneto, uccelli e piccoli mammiferi. Gli specchi d’acqua libera sono ricoperti in estate da vegetazione galleggiante, protetta dalle alte erbe del canneto.
La valle esibisce un fascino per ogni stagione. A primavera fioriscono non ti scordar di me, orchidee, campanelle accarezzate dagli uccelli stanziali; in autunno, tinte calde nel canneto e negli alberi d’alto fusto in zona come ontani, carpini, salici; stormi di storni dormono tra le canne e gli aironi rossi si raggruppano la sera in partenza per l’Africa. D’inverno la nebbiolina, alberi spogli, la neve, un paesaggio solitario da foto in bianco e nero. L’estate è uno scenario orientale, quando il fior di loto, alto un metro sul pelo dell’acqua con foglie grandi altrettanto, colora l’acqua di rosa e così il lago Superiore in cui si riflette il centro di Mantova, è un proscenio da Madame Butterfly. Ecco perché occorre prenotare con largo anticipo le crociere estive del plenilunio: silenzio assoluto venato dallo sciabordio dell’acqua, le lucciole tra le canne e le praterie, il tappeto rosa nella valle, il corteo degli aironi, il profilo della città vista dall’acqua.

Millenario polironiano
Se il 2006 è stato l’anno del Mantegna, il biennio 2007-2008 è dedicato al Millenario Polironiano con la straordinaria figura di Matilde di Canossa. Ha dieci secoli il Monastero di San Benedetto in Polirone, collegato con le abbazie di Cluny e di Montecassino. Percorrendo i chiostri, entrando nell’abbazia, salendo lo scalone del Barberini, visitando il complesso monastico, volgendo lo sguardo alla pianura, non si può fare a meno di pensare quanto è stato caro questo luogo a Matilde di Canossa e ai Gonzaga. Qui è stata strutturata una grande agricoltura, grazie all’opera laboriosa dei monaci che hanno bonificato e coltivato la terra di San Benedetto Po, adagiata sulle rive dell’oltre Po Mantovano. Le manifestazioni celebrative (molte e di importanza europea), oltre a quelle dedicate all’arte, all’archeologia, alla musica e al teatro, riguardano eventi e conferenze sul diritto, la medicina, l’alimentazione, il governo delle acque, la vita monastica, quella contadina e la cura degli animali.


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NOTIZIE UTILI

 

Provincia di Mantova Assessorato al Turismo e Cultura, tel 0376 204741 www.provincia.mantova.it 
I Barcaioli del Mincio tel fax 0376 349292 www.fiumemincio.it 
Millenario Polironiano www.millenariopolironiano.it

 

 

 

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