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Grecia: il fascino della classicità

di Franca Dell’Arciprete

 

Bisogna dimenticare il contesto per emozionarsi davanti all'Acropoli di Atene. Soprattutto di giorno, la città si estende ai piedi della collina, in una brulicante traffico di automobili, autobus, pedoni, affascinati da questa città unica al mondo. Una gigantesca colata di cemento ha rivestito il centro e la periferia fino al Pireo e fino all'interno, fino a fare diventare Atene una vera enorme megalopoli. Ma lassù, guardando verso il cielo, i templi splendono ancora di un passato unico e irripetibile. Nonostante i furti, le ruberie, i vandalismi, le perdite irreparabili, Partenone, Eretteo, Propilei e il Tempietto di Atena Nike ci parlano ancora di una storia memorabile che ha segnato il pensiero e il senso estetico dell'Occidente. Lassù, guardando verso il cielo, si comprende anche come l’Acropoli di Atene fosse una fortezza naturale formidabile, sommità di una collina che strapiomba da ogni lato e la rende sacra e imprendibile. Ecco perché sorsero lassù i santuari e i templi più preziosi della città, legati al secolo d’oro di Pericle, tra il 450 e il 420 a.C.. Ma la storia dell’Acropoli é lunghissima, se pensiamo che i ritrovamenti di terracotta risalgono al neolitico e i resti di muraglioni potenti risalgono al quattordicesimo secolo avanti Cristo. Da sempre la dea Atena fu la protettrice di questo luogo e della città, dea della sapienza, della potenza e della fecondità. La visita dell’Acropoli per il turista moderno richiede un po’ di fatica, poiché bisogna inoltrarsi tra rampe a serpentina, qualche impalcatura sempre presente, purtroppo, e scalini poderosi. La fatica è ripagata dalla contemplazione dei monumenti in alto. I Propilei in marmo pentelico costituivano l’ingresso monumentale al recinto sacro e con le imponenti colonne doriche introducevano alla solennità dell’insieme. Il piccolo tempio di Athena Nike demolito dai Turchi nel 1687 si vede oggi ricostruito con il recupero dell’antico materiale, il Partenone, nonostante le perdite e i saccheggi, si innalza maestoso e soprattutto testimonia quel gusto per l’armonia e le proporzioni che fu la caratteristica dominante del senso estetico greco. L’Eretteo è un vero capolavoro dello stile ionico, famoso per le sue quattro eleganti colonne dai finissimi capitelli e le famose Cariatidi che sostengono una loggetta, forse tribuna d’onore per le autorità che assistevano alle cerimonie delle grandi Panatenee. In basso si stende la Via sacra che dalla principale porta cittadina saliva all’Acropoli, fiancheggiata da statue e stele votive, legata alle principali cerimonie religiose. Ancora oggi, inoltrandosi nella antica Agorà e nell’Areopago, ci si astrae dal rumore e dal traffico cittadino, recuperando tra filari di ulivi e stele di pietra tutta la sacralità di questo territorio. Miti classici e ricordi cristiani si alternano: la pietra dove Paolo predicò il Vangelo, il santuario dedicato alle Erinni, dee della vendetta, il tempietto di Dioniso, il tempio di Teseo. Una tranquilla silenziosa passeggiata a piedi percorre questi luoghi sacri che evocano nomi celebri di scultori, dei, politici. Ma Atene non è solo l’Acropoli. Al di là della principale area archeologica si scopre anche una fascia urbana interessante e movimentata, quella di Monastiraki e della Plaka, ideale per lo shopping e per il divertimento. I negozi di souvenir si susseguono accanto alle trattorie all’aperto e alle distillerie del tradizionale ouzo. Al di là una fascia ancora più esterna con le grandi piazze vivaci dello shopping di lusso e i grandi alberghi, molti dei quali costruiti in occasione delle Olimpiadi. Ancora più in là la periferia a perdita d’occhio conduce senza soluzione di continuità fino al porto del Pireo, mentre proseguendo lungo le estreme propaggini dell’Attica si arriva fino all’indimenticabile Capo Sounio, da raggiungere al tramonto.
E poi c'è l'Argolide, che si può visitare anche con la gita di un giorno solo, a condizione che, soprattutto in estate, si sia disposti ad affrontare la calura dei sassi arroventati, mentre le cicale friniscono al sole. D'altra parte non è questo il paesaggio che compare in tutti i classici della filosofia e della letteratura greca? Le tappe imperdibili sono tre: Corinto, Micene ed Epidauro.

A Corinto l'attrazione più importante è una sosta sul canale tra Attica e Peloponneso, che dal 1893 costituisce la via più veloce per nave dal mar Ionio ad Atene. Le file di turisti si affollano sul ponte per attendere, armati di macchine fotografiche, l'arrivo delle navi di passaggio, spesso trainate da rimorchiatori e quasi radenti gli alti argini, scavati per una lunghezza di 6 km e una larghezza di 24 metri. A Micene si sognano ad occhi aperti i miti della tragedia greca: i nomi di Clitennestra, Egisto, Oreste e Agamennone risuonano tra queste pietre nude e ciclopiche. Se pensiamo che le vicende della guerra di Troia avvennero quando Micene era già una delle città più famose del Mare Egeo possiamo comprendere l'antichità remota a cui appartengono queste rovine. Anche se il cosiddetto Tesoro di Atreo non fu la tomba del re Agamennone, tuttavia la sua suggestione rimane enorme fin da quando si entra attraverso un corridoio lungo più di 30 metri, chiuso da mura di blocchi regolari, nel grande spazio circolare altissimo chiuso da una copertura a cupola, che è ancora un miracolo di architettura. In alto sull’Acropoli, invece, le rovine sparse qua e là richiedono un grande sforzo di fantasia per immaginare il palazzo reale, dove sarebbe avvenuto il mitico delitto che fondava la tragedia degli Atridi. Basti pensare che le pietre oggi nude e assolate, coperte da qualche cespuglio verde, un tempo erano tutte rivestite di stucco dipinto e riccamente decorato. Ma lascia incantati la Porta dei Leoni del 1250 a.C., ancora intatta all'interno di contrafforti che chiudevano e difendevano l'Acropoli. E’ formata da un enorme architrave che sostiene una lastra triangolare con il rilievo di due leoni senza testa, convergenti al centro verso una colonna che si appoggia su un altare. Ad Epidauro, infine, ultima tappa del breve tour dell'Argolide, si può sostare al tramonto, seduti sui gradini del teatro. Nessuno si sottrae alla curiosità di porsi al centro dell'orchestra, dove anticamente si ponevano gli attori, per declamare una poesia o una canzone. Anche dai gradini più alti del teatro si percepiscono allora perfettamente le parole pronunciate senza alcun microfono, a dimostrazione dell’acustica eccezionale di questo teatro, famoso fin dal quarto secolo avanti Cristo e che ancora oggi ospita ogni anno il festival di Epidauro.



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NOTIZIE UTILI

 

Ente Nazionale Ellenico per il Turismo,
turgrec@tin.it  - enet.info@tiscali.it  - www.visitgrece.gr  - www.ente-turismoellenico.com 

Per conoscere e capire ottima la Guida Verde “Grecia” del Touring Club Italiano.

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