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Ciociaria: mura ciclopiche e misteri intriganti

di Franca Dell’Arciprete Scotti

 

Sarebbe difficile riconoscere le atmosfere drammatiche di Moravia in questa terra dolce che si estende fra Roma e i confini con la Campania. “La Ciociara” che raccontava invasioni e sfollamenti, terra bruciata e violenze, oggi avrebbe altri sfondi. La Ciociaria è una terra dolce e rilassante, distesa tra catene di monti dai nomi antichi, Ausoni, Lepini, Aurunci. Tutta in provincia di Frosinone, poco conosciuta come zona turistica, vive di qualche stereotipo che non le ha giovato. Chi non ricorda Manfredi e il ciociaro di Ceccano? e i pastori sempliciotti dalle ciocie ai piedi, rozze scarpe di cuoio intrecciato fino al ginocchio, eredi del coturno romano? e le contadine dal costume folcloristico, grembiule bianco, fiocchi rossi e conca di rame in testa? Eppure la Ciociaria era stata tra il ‘700 e l'800 una delle tappe del Grand Tour che dal Nord Europa portava gli intellettuali a scoprire la classicità italiana fino a Roma. In Ciociaria percepivano con stupore la presenza di popolazioni antichissime preromane, come gli Ernici e gli Eruli, che avevano osato opporsi a Roma oppure si erano alla fine federati, unendo il loro destino a quello della città più potente del mondo. Popolazioni fiere e bellicose, che manifestavano un segno della loro forza nelle mura ciclopiche o pelagiche che difendevano le loro città primitive. Alatri, Anagni, Ferentino, le cosiddette “città di Saturno”, conservano ancora, anche in ottimo stato, lunghi tratti di mura composte da massi enormi legati senza calce con precisione millimetrica, alcuni dei quali arrivano a pesare venti tonnellate. Un mistero preistorico? Forse si, se è vero che l'Acropoli di Alatri ripercorre addirittura la forma della costellazione dei Gemelli, posizionando le porte d'ingresso in città esattamente in corrispondenza dei solstizi. Le mura ciclopiche così ben conservate sostengono alti muraglioni di epoca romana, che a loro volta sono sovrastati da imponenti arconi medievali. In questa Ciociaria distesa placidamente tra le colline nella valle del Sacco e del Liri, si dispongono stratificazioni storiche che lasciano attoniti. Il Medioevo parla in ogni angolo: nei sottoportici bui e un po' misteriosi, nei vicoletti tortuosi dal pavé sconnesso dove non accettiamo che passino macchine e mezzi di locomozione moderni, nelle scalinate ripide, nei palazzi in pietra che raccontano lotte di potere. Il centro di Anagni è un luogo simbolo: uno accanto all'altro si accostano il palazzo dei Papi, dove si verificò il famoso “schiaffo”, l'offesa sanguinosa di Sciarra Colonna al Papa Bonifacio VIII nel 1303, la cattedrale del 1200, l'alto campanile isolato a bifore e trifore, l'originale battistero pensile. E la cripta della cattedrale da sola vale un viaggio in questa parte del Lazio: una vera cappella Sistina del 1200, che decora interamente soffitti e pareti, colonne e architravi con un ricchissimo ciclo di affreschi attribuiti a tre differenti maestri, dalla maniera bizantina alla resa plastica che anticipa Giotto, con immagini di San Magno, l'Apocalisse e tematiche filosofiche relative alla teoria dei quattro elementi e alle dottrine della scuola medica salernitana. I palazzi in pietra hanno l'imponenza di fortezze usate sia dal potere religioso che dal potere politico per affermarsi e nel contempo difendersi. Siamo ben lontani dalle corti aperte e gentili del Rinascimento: qui il Medioevo ci parla di assedi, torture, scomuniche. Anche un Papa santo come Celestino V, chiamato a Roma dalle sue meditazioni di eremita, fu imprigionato e nascosto nelle segrete di un castello dove poi morì. E’ il castello di Fumone dei marchesi Longhi De Paolis, discendenti di Bonifacio VIII che hanno trasformato il castello fortezza in una dimora principesca, ottenendo dal Papa il privilegio di essere tuttora custodi della cappella e della prigione di Celestino. Fumone è un paesino minuscolo che da lontano si riconosce per un pennacchio di abeti in cima ad un cocuzzolo. In realtà è il giardino pensile costruito in cima al tetto del castello dei Marchesi che domina la pianura e uno spettacolare panorama e permetteva di avvertire prontamente dell'arrivo dei nemici in lontananza. www.castellodifumone.it 
Paesini minuscoli e pittoreschi che hanno la loro storia da raccontare. A Fumone nell'osteria del barone l'oste e due bravissimi attori del teatro di strada accolgono gli ospiti con un racconto dell'epopea dei briganti che difendevano queste contrade. A Piglio, un paese nella Via del vino Cesanese, Manfredi Berucci riceve nella sua incredibile casa medievale dislocata su sei piani, con una suggestiva sala da pranzo ricavata nei locali del vecchio frantoio, raccontando la storia degli archivi della famiglia, dei frantoi e dei vigneti che producono un eccellente rosso dal nome originale “Sotto il cielo 2002”. A Veroli, tra piazzette in pietra e absidi nascoste dietro fiori rosa si apre l'incredibile biblioteca Giovardiana, la prima biblioteca pubblica del Lazio meridionale istituita nel 1773, che raccoglie uno dei più ricchi patrimoni librari del Lazio: qui ci riceve il dottissimo direttore, Paolo Scaccia Scarafoni, che racconta la storia appassionante di Monsignor Vittorio Giovardi, importante esponente dell'accademia letteraria romana dell'Arcadia, che volle donare ai suoi concittadini la sua collezione di manoscritti, pergamene, incunaboli e libri a stampa. La sala di lettura e la sala manoscritti, dove si respira una solenne atmosfera di studio, hanno conservato intatti gli arredi e le decorazioni settecenteschi. Nella Certosa di Trisulti Fra Domenico racconta tutte le virtù delle erbe che poi si trasformano nella foresteria della Certosa nei liquori Alpestre, Amaro Mille erbe, Millefiori, Sambuca, Anisetta, Gocce Imperiali. E queste atmosfere di altri tempi vivono soprattutto di notte, quando pochi passi risuonano sull'acciottolato delle antiche strade, i lampioni gialli spandono una luce romantica e rarefatta, gli arconi profondi nascondono misteri intriganti.

Golosità
A passeggio tra i vicoli medievali delle cittadine ciociare, le soste sono tutte golose. Formaggi di pecora, di capra e di bufala, norcineria di tutti tipi, paste fresche condite con sugo alla cacciatora e ricotta stagionata, abbacchio e tartufo bianco ciambelle dolci all'olio e al vino, biscotti alle mandorle e miele.
E’ una vera esperienza da buongustai una cena presso lo stellatissimo ristorante “Colline Ciociare” Acuto tel. 0775/56049
Un bel convento riportato a nuova vita nel centro di Veroli, affacciato come un balcone sulla vallata del Liri è diventato l’Antico Palazzo Filonardi. La regina in cucina è Emanuela Ferriello, che propone brevi corsi di cucina tipica con ingredienti d.o.c.: zuppe di broccoletti e cannellini di Atina, coniglio alle olive, cime di rapa strascicate al Cesanese, crostata di ricotta di pecora, le immancabili ciambelline al vino. I corsi si svolgono nel week end fino a ottobre in mezza giornata, dedicata a teoria, pratica ai fornelli e conclusioni in tavola. Il resto del week end si trascorre visitando Alatri, Anagni e Ferentino. Antico Palazzo Filonardi tel 0775/235296, info@palazzofilonardi.it  www.palazzofilonardi.it 
Manfredi Opificio, via Maggiore 121, Piglio www.vignetimassimiberucci.it 
Ristorante “Lo schiaffo” tel. 0775/739148 Anagni,
Osteria “ La taverna del barone” Fumone, tel.0775/49655, www.latavernadelbarone.com


Per entrare nel mondo dellla Ciociaria, clicca qui per vedere il video

 

 

 

NOTIZIE UTILI

 

Per visitare la Ciociaria molto interessante la Ciociaria card Week end, con pacchetti promozionali per un soggiorno weekend in hotel con prima colazione, menù degustazione della tipica cucina ciociara ad un prezzo promozionale e speciali pacchetti benessere. L'elenco degli esercizi aderenti all'iniziativa é disponibile sul sito dell’Azienda di promozione turistica della provincia di Frosinone, tel 0775/83381, www.aptfrosinone.com  www.ciociariaturismo.it 
Per organizzare viaggi in Ciociaria Montitour, tel. 0775/505293, www.montitour.it
 

 

 

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