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Un museo a cielo aperto

di Silvia Roncucci

 

Che Siena sia un vero scrigno d’arte è cosa risaputa. Chi giunge a Siena – attratto dalla sua storia passata a presente – lo fa desideroso di conoscerne le vestigia medievali, l’atmosfera “antica” che vi si respira, o per provare l’emozione del Palio. Difficilmente si può immaginare che a pochi minuti dal centro cittadino sia possibile visitare una meta straordinaria che ci proietta nella contemporaneità artistica.
E’ dunque inaspettata l’esperienza che il visitatore può vivere al Parco sculture del Chianti, situato nei pressi di Pievasciata, piccolo e suggestivo borgo a circa 400 metri d’altitudine, situato nel comune di Castelnuovo Berardenga, in una zona immersa nella natura e ricca di presenze storiche fin dal XI secolo.
Nato per volontà dei coniugi Giadrossi e situato a pochi chilometri dalla città Toscana, il parco costituisce un complesso all’aperto che accoglie esemplari di scultura monumentale contemporanea, secondo una tendenza sempre più diffusa in Italia ma ancora lontana dall’interesse manifestato a livello internazionale per questo genere d’arte ambientale. Aperto ogni giorno dell’anno, dalle 10 al tramonto, il parco permette di avere un contatto semplice e immediato con l’arte del nostro tempo, senza la ricerca di approcci difficoltosi che rendono quasi inaccessibile l’arte contemporanea a buona parte del pubblico italiano e non, il tutto in un affascinante sfondo naturalistico, un bosco di 14 ettari – un tempo popolato da cinghiali – dove s’incontrano le più diverse specie di alberi e funghi.
Suoni e rumori tipici della natura toscana fanno dunque da sottofondo alla visione di sculture site specific – cioè appositamente studiate per il luogo – che dialogano con la natura senza prevaricazioni, ma con un gioco di esaltazione reciproca, di forme, colori e significati. Le opere sono state realizzate da artisti di ben 22 paesi diversi, che hanno scelto personalmente il sito del parco a loro più congeniale: la selezione degli artisti è stata volutamente diretta ad una componente internazionale, sia maschile che femminile e varia nell’età, per rendere il complesso più cosmopolita possibile, e in modo da riflettere le diverse realtà da cui provengono i vari artisti.
Le opere si fanno infatti veicolo di denuncia sociale – come la desolante Fede e illusione di Dolorosa Sinaga – o schiettamente politica – nel caso ad esempio di Per la libertà di stampa di Xavier Barrera Fontenla. Non mancano tentativi di incontro con la tradizione locale – tra cui Dialogo di Anita Glesta – o con se stessi – si veda l’affascinante oscurità della Trappola del tempo di Pilar Aldana Méndez – messaggi ironici – come in Twist and Shout di Neal Barab – o di speranza nel futuro – si veda Il Gioco della Cavallina di Dominic Benura. Da segnalare poi il coloratissimo l’Arcobaleno di Federica Marangoni e la Fabbrica del Latte di Vincent Leow, mentre colpiscono per la loro brillantezza Energia del greco Costas Varotsos e Equilibrio di Christoph Spath e, per il suo carattere potente e primitivo, La pietra sospesa dello scultore locale Mauro Berrettini.
I materiali spaziano da quelli tradizionali, come pietra e metallo finemente lavorati o lasciati allo stato grezzo, ai pezzi di riuso – come i ferri da macellaio o le assi da botte che compongono Chianti di Roberto Cipollone – fino ai tipi più rari e costosi di marmo, leggerissimo vetro, neon e acciaio.
Estremamente diversificate quindi, nello stile, nella forma, nel significato, le sculture visibili nel complesso gestito dall’Associazione non profit “Amici del Parco”, il cui successo di pubblico è indicato dal numero di visitatori (più di diecimila) italiani e stranieri, sia gruppi che singoli di ogni età, che hanno sempre mostrato grande interesse per il complesso, ognuno attratto da un particolare aspetto del parco.

E’ ovvio che anche la possibilità di raggiungere in poco tempo le località del territorio di Arezzo e Firenze e soprattutto le attraenti caratteristiche eno-gastronomiche della zona senese, costituiscono un’ulteriore motivazione di interesse per il pubblico. Per avere una prima idea della genesi del complesso e della varietà di opere visibili nel parco e accanto alla Galleria d’Arte “La Fornace” (anch’essa visitabile), si possono consultare indicazioni e immagini reperibili sul sito www.chiantisculturepark.it .
Oltre alla visita autonoma, ai gruppi è offerto un servizio di guida in quattro lingue – inglese, francese, tedesco e ovviamente italiano – e la possibilità di partecipare a degustazioni di prodotti tipici delle fattorie della zona, ovviamente previa richiesta.

Per entrare nel mondo del Parco, clicca qui per vedere il video

 

 

 

NOTIZIE UTILI

 

A pochi metri dal Parco, nella vecchia Fornace di Pievasciata, sono presenti non solo altre tre installazioni di B. Bullock, V. Leow, A. Visintin, ma anche una galleria d'arte in cui sono esposte sculture di dimensioni ridotte, spesso anche degli stessi artisti presenti nel Parco. Si ricorda che nel Parco sono organizzate degustazioni di prodotti eno-gastronomici tipici della zona.
Per informazioni: visitate il sito www.solartgallery.it , oppure ASSOCIAZIONE CULTURALE “AMICI DEL PARCO”, Località La Fornace - Pievasciata (Siena), Tel. 0577.357151 - Fax. 0577.357149 - www.chiantisculpturepark.it  - info@chiantisculpturepark.it .
Come arrivare: Autostrada Milano-Roma: uscita Firenze Certosa. Superstrada per Siena (SS 222): uscita Siena Nord. Da Siena Nord prendere a sinistra per Castellina in Chianti e, dopo un chilometro e mezzo circa, a destra per Vagliagli.
Dopo 8 km, girare a destra direzione Pievasciata. Una strada di campagna dopo 4 chilometri vi porterà al Parco.
Orario d’apertura: Da aprile ad ottobre, dalle ore 10 al tramonto; da novembre a marzo si consiglia di telefonare prima della visita.Prezzi d’ingresso (compresa visita guidata di 1 ora circa per i gruppi): Normale 7.50 € ; Ridotto 5.00 € (sotto i 16 anni).Dove alloggiare: Fattoria l’Aiolina (Ha a disposizione appartamenti) Informazioni: www.aiolina.it  - info@aiolina.it .


 

 

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