Che
Siena sia un vero scrigno d’arte è cosa
risaputa. Chi giunge a Siena – attratto
dalla sua storia passata a presente – lo
fa desideroso di conoscerne le vestigia
medievali, l’atmosfera “antica” che vi
si respira, o per provare l’emozione del
Palio. Difficilmente si può immaginare
che a pochi minuti dal centro cittadino
sia possibile visitare una meta
straordinaria che ci proietta nella
contemporaneità artistica.
E’ dunque inaspettata l’esperienza che
il visitatore può vivere al Parco
sculture del Chianti, situato nei
pressi di Pievasciata, piccolo e
suggestivo borgo a circa 400 metri
d’altitudine, situato nel comune di
Castelnuovo Berardenga, in una zona
immersa nella natura e ricca di presenze
storiche fin dal XI secolo.
Nato per volontà dei coniugi Giadrossi e
situato a pochi chilometri dalla città
Toscana, il parco costituisce un
complesso all’aperto che accoglie
esemplari di scultura monumentale
contemporanea, secondo una tendenza
sempre più diffusa in Italia ma ancora
lontana dall’interesse manifestato a
livello internazionale per questo genere
d’arte ambientale. Aperto ogni giorno
dell’anno, dalle 10 al tramonto, il
parco permette di avere un contatto
semplice e immediato con l’arte del
nostro tempo, senza la ricerca di
approcci difficoltosi che rendono quasi
inaccessibile l’arte contemporanea a
buona parte del pubblico italiano e non,
il tutto in un affascinante sfondo
naturalistico, un bosco di 14 ettari –
un tempo popolato da cinghiali – dove
s’incontrano le più diverse specie di
alberi e funghi.
Suoni e rumori tipici della natura
toscana fanno dunque da sottofondo alla
visione di sculture site specific
– cioè appositamente studiate per il
luogo – che dialogano con la natura
senza prevaricazioni, ma con un gioco di
esaltazione reciproca, di forme, colori
e significati. Le opere sono state
realizzate da artisti di ben 22 paesi
diversi, che hanno scelto
personalmente il sito del parco a loro
più congeniale: la selezione degli
artisti è stata volutamente diretta ad
una componente internazionale, sia
maschile che femminile e varia nell’età,
per rendere il complesso più cosmopolita
possibile, e in modo da riflettere le
diverse realtà da cui provengono i vari
artisti.
Le opere si fanno infatti veicolo di
denuncia sociale – come la desolante
Fede e illusione di Dolorosa Sinaga
– o schiettamente politica – nel caso ad
esempio di Per la libertà di stampa
di Xavier Barrera Fontenla. Non mancano
tentativi di incontro con la tradizione
locale – tra cui Dialogo di Anita
Glesta – o con se stessi – si veda
l’affascinante oscurità della
Trappola del tempo di Pilar Aldana
Méndez – messaggi ironici – come in
Twist and Shout di Neal Barab – o di
speranza nel futuro – si veda Il
Gioco della Cavallina di Dominic
Benura. Da segnalare poi il
coloratissimo l’Arcobaleno di
Federica Marangoni e la Fabbrica del
Latte di Vincent Leow, mentre
colpiscono per la loro brillantezza
Energia
del greco Costas Varotsos e
Equilibrio di Christoph Spath e, per
il suo carattere potente e primitivo,
La pietra sospesa dello scultore
locale Mauro Berrettini.
I materiali spaziano da quelli
tradizionali, come pietra e metallo
finemente lavorati o lasciati allo stato
grezzo, ai pezzi di riuso – come i ferri
da macellaio o le assi da botte che
compongono Chianti di Roberto Cipollone
– fino ai tipi più rari e costosi di
marmo, leggerissimo vetro, neon e
acciaio.
Estremamente diversificate quindi, nello
stile, nella forma, nel significato, le
sculture visibili nel complesso gestito
dall’Associazione non profit “Amici
del Parco”, il cui successo di
pubblico è indicato dal numero di
visitatori (più di diecimila) italiani e
stranieri, sia gruppi che singoli di
ogni età, che hanno sempre mostrato
grande interesse per il complesso,
ognuno attratto da un particolare
aspetto del parco.
E’ ovvio che anche la possibilità di
raggiungere in poco tempo le località
del territorio di Arezzo e Firenze e
soprattutto le attraenti
caratteristiche eno-gastronomiche della
zona senese, costituiscono
un’ulteriore motivazione di interesse
per il pubblico. Per avere una prima
idea della genesi del complesso e della
varietà di opere visibili nel parco e
accanto alla Galleria d’Arte “La
Fornace” (anch’essa visitabile), si
possono consultare indicazioni e
immagini reperibili sul sito
www.chiantisculturepark.it .
Oltre alla visita autonoma, ai gruppi è
offerto un servizio di guida in
quattro lingue – inglese, francese,
tedesco e ovviamente italiano – e la
possibilità di partecipare a
degustazioni di prodotti tipici
delle fattorie della zona, ovviamente
previa richiesta.
Per entrare nel mondo
del Parco, clicca
qui
per vedere il video
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NOTIZIE UTILI
A pochi
metri dal Parco, nella vecchia Fornace
di Pievasciata, sono presenti non solo
altre tre installazioni di B. Bullock,
V. Leow, A. Visintin, ma anche una
galleria d'arte in cui sono esposte
sculture di dimensioni ridotte, spesso
anche degli stessi artisti presenti nel
Parco. Si ricorda che nel Parco sono
organizzate degustazioni di prodotti
eno-gastronomici tipici della zona.
Per informazioni:
visitate il sito
www.solartgallery.it , oppure
ASSOCIAZIONE CULTURALE “AMICI DEL
PARCO”, Località La Fornace -
Pievasciata (Siena), Tel. 0577.357151 -
Fax. 0577.357149 -
www.chiantisculpturepark.it -
info@chiantisculpturepark.it .
Come arrivare:
Autostrada Milano-Roma: uscita Firenze
Certosa. Superstrada per Siena (SS 222):
uscita Siena Nord. Da Siena Nord
prendere a sinistra per Castellina in
Chianti e, dopo un chilometro e mezzo
circa, a destra per Vagliagli.
Dopo 8 km, girare a destra direzione
Pievasciata. Una strada di campagna dopo
4 chilometri vi porterà al Parco.Orario
d’apertura:
Da aprile
ad ottobre, dalle ore 10 al tramonto; da
novembre a marzo si consiglia di
telefonare prima della visita.Prezzi
d’ingresso
(compresa visita guidata di 1 ora circa
per i gruppi): Normale 7.50 € ; Ridotto
5.00 € (sotto i 16 anni).Dove
alloggiare:
Fattoria l’Aiolina (Ha a disposizione
appartamenti) Informazioni:
www.aiolina.it -
info@aiolina.it .
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