Quando
i Gomeritos spiegano con un sorriso che
l'isola misura 20 x 20 chilometri,
quindi un’area complessiva di circa 400
chilometri quadrati, si rimane dubbiosi.
Anche perché, percorrendo La Gomera, la
penultima in ordine di grandezza delle
sette isole Canarie, i paesaggi si
susseguono spettacolari, con una varietà
che sembra impossibile in questa
superficie così ridotta. Le strade
costruite solo negli anni ‘60 si snodano
comode e ben tenute dalla costa ai
picchi centrali, scoprendo una continua
sorprendente mobilità di orizzonti.
Rocce laviche a precipizio sull'oceano
Atlantico, vallate verdissime coperte da
piantagioni di banane, agavi, cactus,
palme, punteggiate dai colori degli
ibiscus e delle strelitzie, il bosco
fitto di laurisilva al centro dell'isola
nel Parco nazionale di Garajonay.
Ogni porzione di paesaggio ha un valore
storico e scientifico, che affascina i
naturalisti. Anche perché tutte le
Canarie sono la terra di maggior
concentrazione endemica di piante e di
miglior acclimatamento per le specie
importate dall'America in Europa. A La
Gomera le rocce laviche color ruggine
ricordano le eruzioni sottomarine che un
tempo scossero il Mediterraneo,
proiettando in emersione le cime delle
isole Canarie. Il Parco nazionale di
Garajonay di 4000 ettari è stato il
primo parco naturale definito Patrimonio
mondiale dell'umanità dall'Unesco nel
1986. E il bosco di laurisilva che
occupa il cuore del Parco è una delle
foreste più antiche della terra, l'unico
residuo rimasto di quel particolare
ecosistema che un tempo copriva tutte le
sponde del Mediterraneo: un intreccio
particolare di allori, salici,
agrifogli, muschi, licheni, eriche
altissime. Romantica l'origine del nome:
Gara e Jonay, due giovani innamorati, la
cui vicenda amorosa e tragica ricorda
quella di Romeo e Giulietta, vissero
un’unione contrastata. Fuggiti lontano
dalle famiglie, raggiunsero il punto più
alto dell’isola e, stretti in un
abbraccio, si trafissero con un
ramoscello di cedro affilato. In loro
onore quel monte prese il nome di “Alto
de Garajonay”. La stessa conformazione
di La Gomera offre una situazione
climatica e geografica di grande
interesse, perché gli alisei che
provengono da nord-est portano la loro
ricca dote di umidità sulle alture
centrali a 1500 metri, distribuendola in
modo uniforme, data la forma circolare
dell'isola. Si deposita così in alto,
proprio nel cuore di La Gomera, una
coltre di “calima” o foschia,
affascinante e visibile di primo
mattino. E’ lo spettacolo che viene
definito “pancia dell'asino” dal basso,
“pioggia orizzontale” quando si cammina
attraverso, “mare di nuvole” quando si
guarda dall'alto. Un fenomeno
fondamentale per garantire la presenza
dell'acqua in tutta l'isola. Un
contrasto davvero sorprendente con il
cielo terso e intatto che avvolge La
Gomera, facendo risplendere un sole
forte per 300 giorni l'anno, con la
temperatura ottimale di 22°/25° di
media. Sotto quel sole le palme sono
lucenti, le foglie dei banani splendono
enormi, le stelle di Natale rosso
scarlatto si alzano a 2 metri di altezza
come in centro Africa e Los Roques,
imponenti monoliti vulcanici, resti di
colate laviche, formano bizzarre
costruzioni. Un piccolo paradiso in
miniatura che ricorda la definizione di
“isole fortunate” creata da
Plinio il Vecchio per identificare le
Canarie. Qui anche i paesi hanno una
dimensione adeguata, sparsi lungo i
barranchi che scavano i fianchi delle
alture centrali e scendono al mare.
Casette colorate, piccoli centri di
produzione artigianale, giardini
botanici, casas rurales dai balconi in
legno sono le tappe obbligate del
percorso che si compie facilmente in due
giorni. Non si può dimenticare una sosta
da Rufina a Cercada, la vecchia
artigiana che crea con le sue mani vasi,
orcioli, portacandele in terracotta, né
al Molino de Gofio, dove si
passeggia tra dracene, caschi di banane
e stelle di Natale,
(elmolino@apartamentosgomera.com )
né a Los Telares di Hermigua, (
telares@canary-islands.com ), un
ufficio che affitta appartamenti rurali
e accoglie in un'atmosfera rilassante
con un bicchierino di liquore dolce e le
statuine naif delle streghe di La Gomera.
In ricordo di un'antica leggenda legata
a Laguna Grande nel Parco di
Garajonay, che rappresenterebbe un punto
di eccezionale energia, perché posto al
centro di un triangolo ideale tra La
Palma, Tenerife e El Hierro. I paesini
si incontrano lungo le strade che
percorrono su e giù tutta l'isola,
convergendo al centro, perché è
impossibile passare lungo la costa,
rocciosa, a strapiombo e interrotta solo
da piccole baie di sabbia nera. Ma fino
a 50 anni fa, quando le strade non erano
state ancora costruite, i villaggi
rimanevano isolati. Gli abitanti
idearono allora un originale sistema di
comunicazione, il Silbo, un linguaggio
fatto di fischi modulati e prolungati,
con cui si può esprimere quasi tutto. E
mentre una mano in bocca crea il
fischio, l'altra fa da megafono fino a 4
chilometri di distanza. Il governo
locale ha introdotto di recente nelle
scuole questo insegnamento, affinché non
si perda una tradizione così originale,
che ha segnato la storia di La Gomera.
Si può assistere ad un'esibizione di
Silbo tutti giorni presso il
Restaurante Las Rosas, punto di
passaggio obbligato per la visita al
Centro visitatori Juego de Bolas, e
al Parco Nazionale.
www.mma.es/parques
c.visitantes.garajonay@mma.es . La
Gomera é un'isola da visitare tutta in
macchina, girando su e giù per barranchi,
boschi e piantagioni. Ma il fascino del
mare emerge ad ogni curva. A breve
distanza appaiono le sagome di La Palma
e di Tenerife, che nelle giornate più
limpide rivela le nevi bianche del Teide.
Ancora più emozionante scoprire l’isola
dal mare con una lunga gita in barca
lungo la costa occidentale. Ci si
imbarca dopo una percorso lungo la
incantata, lussureggiante Valle Gran Rey,
per giungere alla spettacolare scogliera
settentrionale di Los Organos,
formazione di basalto a canne d'organo
altissime e scure, che cadono a
precipizio nell'Oceano, dove le onde
creano vortici minacciosi. Meglio non
soffrire il mal di mare per godere
appieno il sole, il panorama e il
gustoso pranzetto che viene servito in
barca a base di pesce grigliato,
verdure, patate al sale, sangria. E il
capitano non mancherà di rallegrare la
comitiva, strimpellando sulla chitarra
una carrellata di canzoni celebri.
www.excursiones-tina.com
Sembra impossibile che sia questo il
mare che affrontò Cristoforo Colombo
per inoltrarsi verso l'ignoto. Il 6
settembre 1492 il nostro audace
esploratore salpò proprio dal porto di
San Sebastian de La Gomera, per
il suo fatidico primo viaggio alla
scoperta delle Indie. Il 3 agosto era
partito da Palos de la Frontera in
Andalusia, ma prima di attraversare
l'oceano si fermò a La Gomera per le
provviste dell'ultimo minuto: carne e
frutta secca, vino, zucchero, datteri,
formaggio di capra per garantirsi una
lunga traversata. Anzi la leggenda vuole
che una storia d'amore con la bella
vedova del governatore ritardasse di un
mese la partenza dall'isola. Da qui le
Fiestas Columbinas il 6 settembre di
ogni anno. Nel piccolo museo di San
Sebastian, collocato nella casa de la
Aguada, si conservano le mappe e le
rappresentazioni della terra dell'epoca,
i documenti sull’organizzazione del
viaggio e il resoconto della scoperta.
Secondo la tradizione, Colombo avrebbe
attinto acqua dal pozzo situato nel
patio centrale e l'avrebbe usata per
battezzare l'America. A San Sebastian,
una capitale di 7000 abitanti che è
stata anche, non solo al tempo di
Colombo, un porto importante sia per i
traghetti che per i commerci, si respira
aria di mare e di relax. Ma non è sempre
stato così. Attacchi di pirati inglesi,
francesi e portoghesi la sconvolsero più
volte nel corso degli anni, anche perché
le piantagioni di banane e la cultura
della cocciniglia per tingere i tessuti
potevano essere un buon motivo di
attrazione. Infatti la Torre del Conde,
una massiccia fortezza quadrata
costruita a scopo di difesa a pochi
metri dal mare nel 1447, è ritenuta la
massima espressione dell'architettura
militare alle Canarie. La Calle Real é
il corso principale che conduce dal
porto alla Casa di Colon, fiancheggiata
da palazzi armoniosi di stile coloniale
e aperta su una bella piazza dominata
dalla Chiesa della Virgen de la
Asuncion dove Colombo avrebbe
pregato prima di partire. Bellissimi
retabli colorati e intagliati nelle
cornici che fondono gli stili mudejar,
gotico e barocco, raccontano una
devozione ingenua e popolare. La Calle
Real é anche la strada dei negozi di
artesania e di prodotti tipici. Non si
parte da La Gomera senza un vasetto di
miele di palma, ricavato per mezzo di
incisioni dalla linfa di alcune palme e
poi fatto bollire a lungo fino a
caramellare, una bottiglia di Gomeron,
il liquore dolce creato mescolando miele
e grappa e un vasetto di Almogrote, una
crema dal sapore forte di formaggio di
capra, aglio e pimiento rosso.
Giocare a golf
guardando l’oceano Atlantico
Il Campo Tecina Golf a Playa de Santiago
è considerato tra i più belli del mondo,
con le sue 18 buche tutte vista mare,
strategicamente collocate dall’alto in
basso. Il Tecina Golf (par 71, il numero
di colpi necessari per concludere la
partita, e un’estensione di 6.250 metri)
è stato ribattezzato dagli sportivi
“giardino da golf”, in quanto il
percorso si snoda tra piante rare e
autoctone e altre importate, come
bouganville, cactus, avocado, limoni.
Sport e divertimento in uno scenario
unico, senza trascurare che la bellezza
dell’ambiente circostante contribuisce
anche alla concentrazione dei giocatori.
Il campo Tecina Golf offre spunti sia a
esperti golfisti sia a chi è alle prime
armi: per imparare basta rivolgersi
all’”Accademia del Golf”, una struttura
golfistica per principianti e per
giocatori più esperti, creata per
consentire agli appassionati di questo
sport ecologico e rilassante di
esercitarsi con mazze e palline nel
cuore dell’isola. Diverse le promozioni
speciali come quelle dedicate alle
famiglie: corso di avviamento per minimo
3 persone a 10 euro a persona all’ora.
Info: Tecina Golf; Tel. (0034)
902 222130;
www.tecinagolf.com Email:
tecinagolf@fredolsen.es
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